Ondate di calore nelle marche, il gruppo pd chiede un’ordinanza urgente per tutelare i lavoratori

Ondate di calore nelle marche, il gruppo pd chiede un’ordinanza urgente per tutelare i lavoratori

Il gruppo Pd nelle Marche chiede alla giunta un’ordinanza preventiva per tutelare agricoltori e operai dal caldo estremo, anticipando misure basate su linee guida nazionali e dati di Worklimate.
Ondate Di Calore Nelle Marche2C Ondate Di Calore Nelle Marche2C
Il Pd Marche chiede alla giunta regionale l’adozione urgente di un’ordinanza per proteggere i lavoratori all’aperto dal caldo intenso previsto a inizio luglio, basandosi su linee guida nazionali e dati meteo per prevenire rischi alla salute. - Gaeta.it

Le previsioni meteo della regione Marche segnalano per i primi giorni di luglio temperature molto elevate, con bollini rossi che indicano condizioni di caldo pericoloso soprattutto per chi lavora all’aperto. Il gruppo assembleare del Pd ha chiesto con forza un intervento da parte della giunta regionale per emanare un’ordinanza che protegga chi è esposto a queste condizioni estreme, come agricoltori e operai edili. La richiesta si basa anche su linee guida nazionali recentemente approvate e sull’esperienza degli anni scorsi, con l’obiettivo di evitare ritardi e rischi per la salute dei lavoratori.

Il contesto delle ondate di calore e le previsioni della regione marche

Il 2 luglio 2025 la Regione Marche ha emesso un bollettino meteo che segnala bollini rossi in molte aree del territorio, segno di ondate di calore particolarmente intense. Questi bollettini sono utili per avvertire la popolazione e in particolare i settori più esposti alle alte temperature. Nel caso dei lavoratori all’aperto, il rischio di affaticamento e problemi di salute sale in maniera significativa quando la temperatura supera soglie critiche, specie se combinata con alti livelli di umidità.

Esperienza e interventi dello scorso anno

L’esperienza dell’anno scorso ha mostrato come queste situazioni richiedano interventi rapidi. Nel luglio 2024 la giunta regionale ha adottato un’ordinanza su proposta del Pd che prevedeva limitazioni al lavoro nelle ore più calde. Questo provvedimento ha rappresentato un primo passo per tutelare operai e braccianti, ma è arrivato solo alla fine del mese, causando un ritardo che quest’anno si vuole evitare. Ora la regione ha l’occasione e gli strumenti per agire con anticipo, partendo appunto dalle indicazioni meteo tempestive.

La richiesta del gruppo pd per un’ordinanza preventiva a tutela dei lavoratori

Il gruppo del Partito democratico nelle Marche ha presentato in consiglio regionale una mozione che chiede l’adozione immediata di un’ordinanza simile a quella dello scorso anno, ma stavolta in tempi più rapidi. Lo scopo principale è proteggere i lavoratori più vulnerabili, come quelli del comparto agricolo e delle costruzioni, costretti spesso a operare all’aperto durante le ore più calde della giornata.

Secondo il Pd, un’ordinanza che vieti il lavoro nelle ore centrali nelle giornate con bollini rossi è necessaria per ridurre il rischio di colpi di calore e altri disturbi legati alle temperature elevate. Il gruppo sottolinea che l’attuale scenario climatico impone di anticipare le misure di prevenzione, visto che il caldo persistente rischia di aggravare condizioni già difficili. L’iniziativa è presentata come una misura di tutela concreta, non un confronto politico, per evitare incidenti sul lavoro e garantire condizioni dignitose a chi opera in condizioni climatiche estreme.

Linee guida nazionali e ruolo della regione marche

Il gruppo regionale Pd richiama l’attenzione sulle recenti linee di indirizzo approvate dalla Conferenza delle Regioni, che definiscono indicazioni precise per la protezione dei lavoratori esposti al calore. Queste linee guida forniscono uno schema operativo per riconoscere i livelli di rischio e indicano le misure da adottare per salvaguardare la salute di chi lavora all’aperto.

La regione Marche dispone inoltre dei dati forniti dal portale Worklimate, uno strumento che mette a disposizione informazioni aggiornate sulle condizioni climatiche e sugli effetti del caldo nei luoghi di lavoro. Questi dati permettono di stimare i momenti più rischiosi durante la giornata e indicare i periodi in cui è opportuno sospendere o limitare il lavoro all’esterno.

Necessità di un’ordinanza chiara e condivisa

Il gruppo Pd invita la giunta regionale a recepire questi elementi per emanare un’ordinanza chiara, che non solo vieti il lavoro nelle ore più calde, ma coinvolga anche i sindacati, le associazioni datori di lavoro e le categorie professionali in una gestione condivisa dell’emergenza caldo. Questo confronto tra istituzioni e parti sociali può favorire una risposta più efficace e rispettosa delle esigenze di tutti gli attori coinvolti.

Le conseguenze del silenzio e la tutela della dignità dei lavoratori

Non si tratta solo di rispettare protocolli o normative, ma di affrontare una situazione concreta di rischio per persone che operano in condizioni difficili. Il Pd denuncia come ancora oggi si vedano operai, braccianti e muratori lavorare sotto temperature elevatissime senza protezioni adeguate o pause sufficienti. L’assenza di un provvedimento tempestivo mette a repentaglio la salute di queste categorie, esponendole a colpi di calore, sfinimento e altre patologie legate al caldo intenso.

Il gruppo dem ricorda che si parla di sicurezza e di dignità sul lavoro, elementi che devono essere garantiti non solo in teoria ma con azioni tempestive e precise. La tutela dei cittadini che svolgono attività outdoor deve diventare una priorità, in un momento in cui gli effetti del cambiamento climatico rendono fenomeni come ondate di calore più frequenti e intensi.

Chiedere una ordinanza regionale significa, quindi, offrire un contributo concreto per prevenire danni, garantire pause adeguate e obbligare datori di lavoro e imprese a rispettare limiti di sicurezza nel rispetto di chi ogni giorno affronta condizioni climatiche proibitive per garantire la produzione agricola e i lavori di costruzione. A quel punto la Regione Marche potrà dire di aver fatto il suo dovere nella gestione di un’emergenza reale per i cittadini e il mondo del lavoro.

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