Il numero di omicidi perpetrati da minori in Italia è cresciuto notevolmente tra il 2023 e il 2024. Secondo gli ultimi dati della Criminalpol, la quota relativa a questi delitti è passata dal 4% all’11,8% sul totale dei casi. Questo fenomeno si inserisce in un contesto generale di diminuzione degli omicidi, ma allo stesso tempo evidenzia un problema che coinvolge i più giovani, attirando l’attenzione degli esperti di psichiatria forense nel corso di un importante congresso nazionale.
Crescita degli omicidi minorili nonostante il calo generale dei delitti
Nel 2023, i minori autori di omicidi erano 14 su un totale di 340 casi segnalati in Italia. Il 2024 registra un incremento netto: più del doppio, circa 35 casi, su 319 omicidi complessivi. Questo incremento del 150% in valore assoluto, nonostante il leggero calo totale degli omicidi, rappresenta un dato allarmante. La crescita di questi reati tra giovani rivela un fenomeno che non può più essere trascurato dalle forze dell’ordine e dalla società.
L’aumento dei reati violent ha conseguenze evidenti anche sulla percezione della sicurezza nelle comunità e pone un interrogativo sulle dinamiche sociali che spingono ragazzi minorenni a commettere atti gravi. La criminalità minorile, infatti, è un indicatore importante sulle condizioni di disagio e sulle tensioni presenti in alcune aree del Paese. I dati di Criminalpol evidenziano come la lotta a questo fenomeno richieda interventi specifici e mirati.
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Vittime minorenni: un dato in aumento che allarma gli esperti
Anche il numero di vittime minorenni di omicidio è salito nel 2024 rispetto all’anno precedente. La percentuale è passata dal 4% al 7% del totale. Questi numeri pongono un’ulteriore questione urgente di protezione e intervento. La crescita delle vittime giovani segnala, a sua volta, problemi legati sia alle condizioni familiari, sia a contesti sociali che espongono i minori a violenze fatali.
Gli specialisti della psichiatria forense sottolineano che il fenomeno va interpretato alla luce di diversi fattori. Tra questi l’abuso di sostanze, molto diffuso tra i giovani, disturbi psichiatrici che iniziano proprio in questa fase della vita e situazioni di disagio, spesso aggravate da condizioni migratorie. Tali condizioni fanno emergere una realtà complessa dove la violenza diventa, purtroppo, una delle espressioni più estreme di problemi non affrontati adeguatamente prima.
Interventi sociali e psichiatrici: il quadro presentato a alghero
Il tema degli omicidi commessi da minorenni e delle loro cause è stato al centro del II Congresso nazionale della Società Italiana di Psichiatria e Psicopatologia Forense che si è svolto quest’anno ad Alghero. Gli psichiatri forensi presenti hanno lanciato un appello per risposte rapide da parte della società e delle istituzioni. La richiesta è di interventi sociali calibrati e integrati, in grado di intercettare i segnali di disagio tra i giovani prima che si traducono in atti criminali.
Il quadro delineato dagli esperti è preoccupante. Nonostante la gravità del fenomeno, secondo la Sippf non ci sono ancora progetti strutturati, visioni articolate o risorse finanziarie adeguate a fronteggiare questa emergenza. Manca un sistema organizzato e capillare di supporto che coinvolga scuole, servizi di salute mentale, famiglie e comunità locali. A questo si aggiunge la difficoltà nel gestire le molteplici cause legate a fattori sociali, culturali e individuali.
La necessità di un’azione coordinata
Il congresso ha ribadito la necessità di un’azione coordinata, che metta al centro il benessere psichico e sociale dei minori, soprattutto in contesti di fragilità. Le esperienze finora raccolte mostrano quanto sia urgente costruire reti di intervento multidisciplinari, capaci di occuparsi non solo della dimensione giudiziaria ma soprattutto della prevenzione e dell’assistenza psicologica.
Necessità di una risposta istituzionale e progetti per contenere il fenomeno
L’aumento drammatico degli omicidi da parte di minorenni in Italia richiede un impegno concreto delle istituzioni. Secondo la Sippf serve colmare un vuoto che riguarda la progettazione di politiche specifiche e la messa a disposizione di strutture capaci di accogliere e trattare i giovani a rischio. Senza tali capacità operative è difficile immaginare di poter contenere un problema che oggi vede crescere numeri preoccupanti.
Il tessuto sociale nel quale questi ragazzi vivono necessita di interventi calibrati, che siano in grado di ridurre le situazioni di disagio e isolamento, presenti soprattutto in alcune aree del Paese. Per la psichiatria forense il recupero dei minori coinvolti in reati gravi passa attraverso il riconoscimento dei disturbi psichiatrici, l’attenzione all’uso di sostanze e la gestione dei fattori sociali, tra cui l’impatto delle migrazioni.
Senza un piano concreto e risorse adeguate, il rialzo degli omicidi minorili rischia di aggravarsi ulteriormente. Il dibattito aperto ad Alghero ha messo in luce che il tempo per agire si sta esaurendo. I prossimi mesi saranno decisivi per vedere se le autorità riusciranno a mettere in moto risposte capaci di fermare questo trend inquietante.