La regione Abruzzo si trova al centro di un’allerta crescente per l’aumento dei morti sul lavoro registrati nei primi mesi del 2025. I numeri, forniti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, indicano un peggioramento rispetto alla media nazionale, ponendo la regione in cima alle classifiche per incidenza di infortuni fatali. La situazione evidenzia criticità strutturali, tra carenze normative e carenza dei controlli, che producono una scia di tragedie difficili da contenere. In questo contesto, i rappresentanti del Partito Democratico regionale avanzano una serie di proposte concrete, con l’obiettivo di modificare un sistema che fatica a garantire sicurezza reale.
I dati sugli infortuni mortali in abruzzo nei primi mesi del 2025
Nella prima parte del 2025, l’Abruzzo ha fatto registrare un incremento significativo degli incidenti sul lavoro con esiti mortali. L’indice di incidenza si attesta al 15,8 ogni milione di occupati, superando del 25% la media nazionale. Questo parametro pone la regione al quinto posto in Italia per numero di morti sul lavoro, con una particolare gravità nella provincia di L’Aquila, che si aggiudica la “maglia nera” per il maggior numero di casi.
Le province di Chieti e Pescara sono in zona rossa in base alla gravità degli infortuni, occupando la sesta e la decima posizione nella classifica per incidenza. Teramo e L’Aquila si trovano invece nelle fasce bianca e gialla, segnalando tuttavia un rischio ancora rilevante. Il dato complessivo conferma una tendenza preoccupante per tutta la regione. Le vittime aumentano anche tra le donne, che nel 2025 sono il 47% in più rispetto all’anno precedente. Nonostante questa emergenza, le azioni istituzionali faticano a tradursi in interventi concreti capaci di ridurre la mortalità sul lavoro.
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Le cause strutturali e la crisi della vigilanza sulla sicurezza in abruzzo
L’innalzamento degli infortuni mortali in Abruzzo deriva da problemi profondi legati alla gestione della sicurezza sul lavoro. La normativa attuale è considerata insufficiente e mal adeguata alle reali esigenze dei cantieri e delle altre realtà produttive. Il sistema dei controlli è fragile e dispersivo, frammentato tra una quindicina di enti che operano senza una coordinazione efficace.
Questa situazione produce un calo dell’efficacia nella prevenzione accidents e aggrava proprio i settori più rischiosi come l’edilizia, dove la pratica del massimo ribasso favorisce una catena di subappalti che moltiplica i pericoli per i lavoratori. Diverse imprese operano senza dialogo né supervisione comune sulla sicurezza, aumentando le possibilità di incidenti. Il lavoro nero rimane un problema grave, non solo per la mancanza di tutele ma anche perché rende invisibili condizioni insicure.
Anche dopo eventi tragici, si osserva un temporaneo aumento della regolarizzazione dei contratti e dei permessi, destinato però a dissolversi nel tempo senza un cambiamento reale. La funzione ispettiva ha perso peso in anni recenti, riducendo la capacità di intervenire tempestivamente e di prevenire i rischi.
Proposte di intervento del partito democratico abruzzese sulla sicurezza sul lavoro
Il Partito Democratico in Abruzzo ha espresso una posizione netta sui problemi emersi. I suoi rappresentanti chiamano a superare lo stallo con un piano che parta da un’analisi puntuale, lontana da slogan o misure superficiali. La formazione e la cultura della sicurezza sono riconosciute come indispensabili, ma insufficienti da sole. Serve un impegno più concreto verso l’adozione di tecnologie che proteggano i lavoratori, come sistemi di rilevazione di gas pericolosi o sensori per monitorare i movimenti in cantiere, in modo da intervenire preventivamente.
Il partito propone anche una revisione della normativa in tema di sicurezza, basata sull’analisi delle cause principali degli incidenti raccolte da studi autorevoli. In ambito edilizio, va abbandonata la logica del risparmio a scapito della sicurezza, che alimenta una catena di rischio crescente e frammenta la responsabilità.
Tra le richieste avanzate vi sono strumenti che affianchino le sanzioni alle imprese che non rispettano le norme con incentivi concreti per chi investe nella prevenzione. Si parla di agevolazioni contributive e accesso facilitato a fondi, per premiare chi sviluppa una cultura aziendale orientata alla tutela della salute.
Il ruolo della prevenzione e della responsabilità sociale nelle imprese abruzzesi
Si individua un nodo cruciale nel rapporto tra imprese e sicurezza. L’approccio punitivo verso le aziende che violano le norme non basta. Serve un cambio di mentalità che porti a riconoscere la sicurezza come un valore condiviso, insieme a un impegno istituzionale più strutturato nel sostenerla. Le imprese dovrebbero essere messe nelle condizioni di puntare sulla formazione del personale e su dispositivi tecnologici capaci di rilevare tempestivamente situazioni pericolose.
Il principio di premiare chi rispetta e supera gli standard di sicurezza punta a contrastare quelle pratiche di “rischio calcolato” che spesso spingono a tagliare i costi a scapito della vita dei lavoratori. Un sistema che valorizzi chi investe in prevenzione può modificare le dinamiche di mercato e favorire condizioni lavorative più sicure.
Questi interventi richiedono un confronto continuo tra istituzioni, imprese e rappresentanti dei lavoratori, affinché le scelte rispecchino necessità reali e favoriscano un miglioramento tangibile della situazione. Lo stato attuale dell’Abruzzo mette in evidenza il prezzo pagato da una politica ancora incapace di fermare la scia di incidenti gravi.
Il territorio regionale resta sotto stretta osservazione, nelle settimane a venire saranno decisivi gli sviluppi delle iniziative politiche e la concreta attuazione delle misure.