Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha recentemente inviato una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per sottolineare l’importanza di riconsiderare il ruolo delle politiche di coesione europee. Fontana enfatizza come le Regioni e gli attori locali debbano avere un posto centrale in questo dibattito, in quanto tali politiche influenzano direttamente lo sviluppo e il benessere dei territori. La sua richiesta è ancorata alla necessità di un’evoluzione strutturale e operativa della politica di coesione per il nuovo settennio 2028-2035, con un’attenzione particolare alla flessibilità e all’approccio territoriale.
Il dibattito sulla politica di coesione
L’importanza di un gruppo di esperti
Fontana ha evidenziato che la Commissione europea ha avviato un dibattito da tempo in merito alla politica di coesione, costituendo un gruppo di specialisti di alto livello per esaminare il futuro di tali politiche. Questo riconoscimento da parte delle istituzioni europee della necessità di una riforma indica che ci sono divergenze significative nelle pratiche attuali e nelle aspettative per il futuro. Il presidente lombardo fa notare come le politiche di coesione debbano non solo affrontare le esigenze delle aree meno sviluppate, ma anche dare attenzione alle Regioni più avanzate. Questa dualità è fondamentale per garantire un approccio equilibrato e inclusivo, permettendo a tutte le Regioni di affrontare sfide emergenti come la digitalizzazione e la transizione ecologica.
La necessità di una revisione
Fontana sottolinea che la struttura della politica di coesione deve essere rivista non solo a livello di principi generali, ma anche in termini di modalità operative. È imperativo che la politica diventi più agibile e orientata verso riforme strutturali che facilitino l’inclusione degli obiettivi dell’Unione europea. Ciò implica che le modalità di attuazione e monitoraggio siano rinnovate in modo da riflettere un approccio più pragmatista e misurabile, in grado di evidenziare i risultati tangibili e concreti a livello regionale e locale.
Una politica di coesione flessibile e orientata ai risultati
Il bisogno di risultati concreti
In risposta alle sfide complesse cui l’Unione Europea è confrontata, come quelle legate alla sostenibilità e alla digitalizzazione, Fontana richiede una politica di coesione che si concentri su risultati misurabili piuttosto che sulla mera capacità di spesa. È chiaro che i criteri di successo non possono più essere solo quantitativi, ma devono includere una valutazione qualitativa dei risultati ottenuti. Per questo, è essenziale che la politica di coesione diventi sempre più flessibile e agile, in grado di adattarsi rapidamente alle mutate esigenze dei territori.
Importanza dello stanziamento finanziario
Un’altra questione sollevata dal presidente lombardo riguarda le risorse finanziarie disponibili. Fontana ritiene cruciale che l’Unione europea aumenti gli stanziamenti destinati alla politica di coesione all’interno del prossimo quadro finanziario pluriennale. In particolare, Egli esprime preoccupazione per il cofinanziamento nazionale e regionale e richiede il ripristino dei tassi previsti per il ciclo di programmazione 2014-2020. Il sostegno finanziario deve riflettere l’importanza delle sfide attuali, garantendo così un’adeguata risposta alle necessità delle diverse Regioni europee.
Impatti sulle Regioni meno e più sviluppate
Attenzione ai territori
Fontana insiste sul fatto che la politica di coesione deve continuare a privilegiare tutte le Regioni, non solo quelle meno sviluppate. Sebbene sia fondamentale non trascurare le aree con deficit di sviluppo, è altrettanto importante riconoscere che le Regioni più avanzate affrontano sfide proprie e significative, specialmente in un contesto di transizione verso un’economia più digitalizzata e sostenibile. Queste Regioni sono spesso leader in innovazione e possono fungere da modelli per altre aree se adeguatamente supportate.
Equità nelle risorse
Il presidente lombardo richiama quindi l’attenzione sull’equità nella distribuzione delle risorse. Un approccio squilibrato rischia di compromettere la capacità delle Regioni più sviluppate di rispondere adeguatamente alle sfide contemporanee, minando la coesione sociale ed economica all’interno dell’Unione europea. La politica di coesione deve quindi ricevere un trattamento che garantisca rendimenti misurabili, per assicurare che tutti i territori possano prosperare, senza lasciare indietro nessuno nel lungo termine.