Attesa a Napoli per la decisione del gip sulla richiesta di archiviazione nel caso Angela Celentano

Attesa a Napoli per la decisione del gip sulla richiesta di archiviazione nel caso Angela Celentano

La procura di Napoli chiede l’archiviazione della pista turca nel caso di Angela Celentano, scomparsa sul Monte Faito nel 1996, mentre il gip Federica Colucci deciderà il futuro delle indagini.
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Il caso della scomparsa di Angela Celentano nel 1996 sul Monte Faito resta aperto: la procura di Napoli ha chiesto l’archiviazione della pista turca per mancanza di prove, ma il gip dovrà decidere il futuro delle indagini, mentre la famiglia continua a chiedere ulteriori accertamenti. - Gaeta.it

Il caso di Angela Celentano, la bambina scomparsa il 10 agosto 1996 sul Monte Faito a Castellammare di Stabia, resta al centro dell’attenzione in Campania. La procura di Napoli ha chiesto l’archiviazione per la cosiddetta “pista turca”, ma ora spetta al gip Federica Colucci prendere una decisione definitiva su questa fase delle indagini, che hanno attraversato fasi di forte tensione e incertezze legate a testimonianze e risposte dalle autorità estere.

Il contesto della scomparsa e l’indagine aperta nel 2009

Angela Celentano sparì a soli tre anni durante una gita con la famiglia sul Monte Faito, zona collinare a pochi chilometri da Napoli. Da allora, i familiari non hanno mai smesso di cercarla, alimentando speranze e indagini che si sono riaccese più volte. Nel 2009 la procura di Napoli aprì una nuova linea investigativa, dopo una testimonianza emersa da una blogger locale, Vincenza Trentinella.

Dettagli sulla testimonianza e reazioni investigative

Trentinella riferì di aver ricevuto informazioni da un sacerdote, il quale le avrebbe confidato che una sua parrocchiana avrebbe ammesso che Angela era ancora viva e viveva in Turchia. Questo dettaglio spinse le forze dell’ordine a concentrarsi su questa pista, nonostante gli anni trascorsi e la delicatezza delle indagini.

In molti episodi di casi simili, solo indizi concreti hanno consentito di proseguire verifiche oltre i confini nazionali. Le autorità giudiziarie napoletane provarono a coinvolgere le controparti turche per fare accertamenti, ma non ottennero risposte che chiarissero la posizione della bambina. Questa mancanza di collaborazione risultò un ostacolo considerevole per chi cercava una soluzione definitiva.

La richiesta di archiviazione e la decisione del gip

Dopo più di un decennio di indagini, la procura di Napoli ha avanzato una richiesta di archiviazione sulla pista turca, basandosi sull’assenza di conferme attendibili e sulle difficoltà a ottenere riscontri concreti da parte delle autorità straniere. Il sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta ha motivato la proposta evidenziando proprio la scarsità di prove che potessero mantenere aperto quel filone investigativo.

La decisione adesso spetta al giudice per le indagini preliminari, Federica Colucci, chiamata a valutare se accogliere o meno tale richiesta. La posizione del gip sarà decisiva per il prosieguo del caso e per le speranze dei familiari di Angela.

In situazioni come questa, il giudice valuta con attenzione se l’iter investigativo ha prodotto elementi sufficienti a giustificare un processo o se le indagini devono considerarsi concluse per la mancanza di prove utili. L’esito, perciò, avrà un peso cruciale.

Reazioni dei familiari e intervento degli avvocati

La richiesta di archiviazione ha incontrato la netta opposizione dei legali che rappresentano la famiglia Celentano. Gli avvocati Luigi Ferrandino ed Enrica Visconti hanno espresso la volontà di proseguire nella ricerca di verità alternativa, ritenendo che non siano stati approfonditi tutti i possibili elementi investigativi.

Il supporto legale ai genitori e alle sorelle di Angela riflette una convinzione forte: né la famiglia, né i loro rappresentanti si rassegnano all’idea di archiviare una vicenda così complessa e dolorosa senza nessuna certezza definitiva. Vengono sollevati dubbi sulla completa estraneità della pista turca e sulla necessità di ulteriori accertamenti.

Confronto con la procura e margini di indagine

Questa posizione ha portato a un confronto serrato con la procura, sottolineando come in casi di scomparsa, soprattutto di minori, il margine per nuove investigazioni non dovrebbe essere chiuso troppo rapidamente. Il dialogo tra magistratura e parti coinvolte si annuncia intenso nelle prossime settimane.

Difficoltà investigative e rapporti con la turchia

Il mancato riscontro da parte delle autorità turche rappresenta una delle principali difficoltà emerse nel corso delle indagini sulla pista turca. Le verifiche in ambito internazionale richiedono spesso la cooperazione tra diversi ordinamenti giudiziari, la quale non sempre arriva, specie quando si tratta di casi complessi o legati a confini diversi.

Nel caso di Angela Celentano, la procura ha più volte sollecitato le autorità turche per permettere controlli e accertamenti sui soggetti potenzialmente collegati alla segnalazione emersa nel 2009, ma le risposte sono state scarse o inesistenti.

L’assenza di collaborazione ha rallentato o bloccato l’accertamento di informazioni che avrebbero potuto confermare o smentire la presenza della bambina in quel paese. La situazione mette in luce le difficoltà che si incontrano quando l’ambito investigativo oltrepassa i confini nazionali e si muove in territori soggetti a normative differenti.

Questa situazione ha alimentato inchieste e richieste di chiarimenti, ormai diventate parte integrante del lungo cammino giudiziario intrapreso da oltre vent’anni.

La lunga attesa per una decisione che coinvolge la scomparsa a monte faito

La città di Napoli e la provincia di Napoli seguono con attenzione l’attesa della decisione del gip Federica Colucci sul futuro della pista turca nel caso di Angela Celentano. La vicenda, che da quasi tre decenni tiene svegli molti familiari, giornalisti e cittadini, rischia di chiudere o di aprire nuovi scenari investigativi.

La complessità di questa vicenda nasce dalla mancanza di prove tangibili, da testimoni che si sono fatti avanti molti anni dopo, e da un contesto internazionale difficile da affrontare. A oggi la campagna di ricerca si è incrociata con accuse, dubbi e richieste formali senza esito.

Napoli resta comunque il fulcro delle iniziative giudiziarie e culturali legate alla memoria di Angela, con associazioni e gruppi che da anni si impegnano per mantenere viva l’attenzione su questa scomparsa. La scelta del gip sarà quindi un momento decisivo per capire quale strada prenderà il caso da questo punto in avanti.

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