Astronomi individuano sette possibili sfere di dyson nella via lattea grazie all’intelligenza artificiale

Astronomi individuano sette possibili sfere di dyson nella via lattea grazie all’intelligenza artificiale

Un team dell’università di Uppsala ha individuato sette nane rosse nella Via lattea con emissioni infrarosse anomale, potenzialmente legate a megastrutture come le sfere di Dyson nel progetto Hephaistos.
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Un team dell’università di Uppsala ha identificato sette stelle nella Via Lattea con emissioni infrarosse anomale, potenzialmente indicative di megastrutture aliene come le sfere di Dyson, nell’ambito del progetto Hephaistos che utilizza intelligenza artificiale per cercare segni di civiltà avanzate, pur mantenendo prudenza verso spiegazioni naturali. - Gaeta.it

Un gruppo di ricercatori dell’università di Uppsala ha portato avanti uno studio nel 2025 che ha portato all’identificazione di sette stelle nella nostra galassia, la Via lattea, con caratteristiche particolari. Questi oggetti potrebbero mostrare tracce di megastrutture ipotetiche chiamate sfere di Dyson, teorizzate da Freeman Dyson negli anni ’60. Lo studio fa parte del progetto Hephaistos, che si concentra sulla ricerca di segnali di civiltà aliene avanzate attraverso i dati raccolti dall’osservazione delle stelle.

Cosa sono e come funzionano le sfere di dyson

Una sfera di Dyson è un concetto teorico di ingegneria spaziale. Si tratta di una struttura enorme che circonda completamente o in parte una stella, con lo scopo di catturare la sua energia luminosa ed elettromagnetica. La civiltà aliena che costruisse una tale struttura potrebbe sfruttare questa energia per alimentare tecnologie molto avanzate. L’idea nacque quando il fisico Freeman Dyson immaginò che civiltà altamente sviluppate avrebbero potuto arrivare ad utilizzare tutte le risorse energetiche di una stella.

Emissione infrarossa come segnale chiave

Queste sfere, se realizzate, emettono calore sotto forma di radiazione infrarossa. Questo dettaglio è fondamentale perché gli astronomi possono cercare segnali nell’infrarosso per individuare strutture di questo tipo. In pratica, una emissione infrarossa superiore al normale potrebbe indicare la presenza di una megastruttura attorno a una stella. Tuttavia i fenomeni naturali come dischi di polvere stellare o sistemi binari complicano la lettura di questi segnali.

Il progetto Hephaistos e la ricerca di segnali extraterrestri

Il progetto Hephaistos è un’iniziativa dell’università di Uppsala con un approccio alternativo rispetto alle ricerche tradizionali di vita extraterrestre come il SETI. Invece di ascoltare segnali radio, questo progetto analizza dati astronomici alla ricerca di possibili opere di ingegneria spaziale come le sfere di Dyson, sistemi di propulsione avanzati o tracce di inquinamento in atmosfere di esopianeti.

Per scoprire questi segni, hanno utilizzato intelligenza artificiale applicata a un database di circa 320.000 stelle, concentrandosi sui segnali infrarossi. Questo strumento può scovare emissioni fuori dal normale, che potrebbero essere sospette. I ricercatori hanno individuato sette nane rosse con emissioni più intense del previsto nell’infrarosso, oggetti giovani o sistemi complessi che potrebbero spiegare queste anomalie, oppure, ipoteticamente, megastrutture aliene.

Analisi dei dati e possibili spiegazioni alternative

I sette oggetti individuati sono nane rosse di dimensioni inferiori rispetto al Sole, con massa intorno al 10%. La radiazione infrarossa emessa da questi corpi appare superiore alle aspettative per stelle di questo tipo. Questo fatto attiva un campanello d’allarme tra gli astronomi, che sanno come la presenza di una struttura artificiale possa lasciare tracce proprio in questo spettro.

Nonostante questo, la comunità scientifica mantiene prudenza. Le cause naturali, come dischi di polveri circondanti stelle giovani – dove si formano pianeti – o binarie strette, possono causare emissioni simili. Inoltre, rarità di stelle nella loro fase iniziale o altre condizioni astrophisiche potrebbero produrre segnali che assomigliano a quelli di megastrutture.

L’progetto Hephaistos continua a raccogliere dati e sviluppare modelli per distinguere con maggiore certezza le diverse cause. Le domande sui limiti delle civiltà tecnologiche nello spazio sono strettamente legate a questi studi, che restringono il campo della ricerca dimostrando quanti segni di attività avanzata non si sono ancora trovati.

Prudenza nelle interpretazioni

“La presenza di emissioni infrarosse anomale non implica necessariamente una tecnologia aliena,” avvertono i ricercatori, sottolineando l’importanza di escludere tutte le spiegazioni naturali prima di trarre conclusioni affrettate.

Impatto e sviluppi futuri della ricerca sulle sfere di dyson

Finora il progetto Hephaistos ha pubblicato quattro articoli scientifici nei quali si descrivono i metodi e gli esiti delle indagini. Anche se nessuna delle sette sorgenti è stata confermata unanimemente come prova di megastrutture aliene, queste scoperte aprono scenari nuovi su come cercare segni di civiltà oltre la Terra.

L’unione di intelligenza artificiale e grandi quantità di dati astronomici cambia il modo in cui si esplora lo spazio. La crescente disponibilità di fotografie e misurazioni permette di riconoscere segnali che sfuggirebbero a osservazioni tradizionali. Non a caso, si punta a integrare questi strumenti con osservazioni nei prossimi anni per eliminare dubbi sulle origini di ogni emissione.

Ipotesi sfere di dyson e prossimi passi

L’ipotesi di una sfera di Dyson rimane tra le più affascinanti per la ricerca di vita intelligente ma richiede riscontri molto precisi e ripetibili. Vedere sette candidati nella Via lattea è un punto di partenza per approfondire e analizzare con cura ogni possibile spiegazione naturale prima di accettare quella extraterrestre.

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