Astronomi captano segnale radio da galassia lontana usando lente gravitazionale in india

Astronomi captano segnale radio da galassia lontana usando lente gravitazionale in india

astronomi intercettano un segnale radio dalla galassia sdssj0826+5630 a 9 miliardi di anni luce grazie alla lente gravitazionale e al radiotelescopio indiano specializzato in basse frequenze
Astronomi Captano Segnale Radi Astronomi Captano Segnale Radi
Un gruppo di astronomi ha rilevato un segnale radio proveniente da una galassia distante quasi 9 miliardi di anni luce, sfruttando la lente gravitazionale e un radiotelescopio indiano a bassa frequenza, aprendo nuove prospettive nello studio dell’universo primordiale. - Gaeta.it

Un gruppo di astronomi ha intercettato un segnale radio proveniente da una galassia collocata a quasi 9 miliardi di anni luce dalla Terra. Per mettere a fuoco questa emissione, hanno sfruttato una tecnica chiamata lente gravitazionale, che sfrutta l’effetto della gravità di un corpo celeste più vicino per piegare la luce provenienti da un oggetto più distante. A guidare l’osservazione è stato un radiotelescopio situato in India, specializzato nel captare onde a bassa frequenza. Questo risultato apre nuove strade per lo studio delle galassie molto antiche, ampliando la capacità di analizzare l’universo primordiale attraverso segnali radio.

La scoperta del segnale radio lontano e la galassia sdssj0826+5630

Il segnale è stato rilevato dalla galassia chiamata SDSSJ0826+5630. Questa si trova a una distanza di circa 8,8 miliardi di anni luce dalla Terra, il che vuol dire che la sua luce, o meglio le sue onde radio, hanno viaggiato quasi 9 miliardi di anni prima di raggiungere i telescopi terrestri. Va ricordato che, a causa dell’espansione dell’universo, la distanza attuale tra la Terra e quella galassia è ancora maggiore rispetto a quella calcolata in anni luce.

Il segnale in questione è stato emesso quando l’universo aveva all’incirca 4,9 miliardi di anni, cioè poco più della metà della sua età attuale stimata. Ciò permette agli astronomi di osservare informazioni provenienti da un’epoca in cui il cosmo era ancora in una fase di formazione e sviluppo delle sue prime grandi strutture, come le galassie. Questa osservazione fornisce dati preziosi sull’evoluzione di quegli ambienti a distanze e tempi che fino a poco tempo fa erano difficili da studiare con una tale definizione.

Come funziona la lente gravitazionale nella captazione del segnale

La lente gravitazionale è un fenomeno previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein. Quando una massa molto grande, come quella di una galassia o di un ammasso di galassie, si trova tra un osservatore e una sorgente lontana, la sua gravità deforma lo spazio-tempo attorno a sé. Questa deformazione piega la luce o le onde radio che passano nelle vicinanze, facendo da lente capace di immettere nella direzione degli strumenti una versione amplificata e distorta delle immagini originali.

Nel caso specifico, la galassia SDSSJ0826+5630 è molto lontana, ma una galassia più vicina si trova lungo la linea di vista, creando questa piegatura nello spazio-tempo. Grazie a questo effetto, il segnale radio emesso dalla galassia lontana riesce a raggiungere il radiotelescopio con un’intensità maggiorata. Questo facilita le osservazioni di oggetti con emissioni molto deboli o distanti, rendendo possibile lo studio di parti dell’universo altrimenti quasi invisibili.

Questo meccanismo viene sfruttato da decenni in astronomia per osservare galassie o quasar molto remoti. La novità di questa osservazione, però, è la combinazione con radiotelescopi a bassa frequenza, che finora hanno avuto meno applicazioni in questo campo rispetto ai telescopi ottici o agli osservatori spaziali.

Il ruolo dei radiotelescopi a bassa frequenza nella radioastronomia

Il radiotelescopio utilizzato per questa scoperta si trova in India ed è progettato per captare segnali a bassa frequenza. La radioastronomia esplora l’universo attraverso onde radio invece della luce visibile. Le onde radio sono una forma di radiazione elettromagnetica, come i raggi X o la luce, ma hanno caratteristiche molto diverse che permettono di vedere fenomeni e oggetti invisibili agli strumenti ottici.

Questi telescopi riescono a rivelare emissioni provenienti da nubi di gas, regioni di formazione stellare o oggetti con segnali radio deboli. In questo caso, si è dimostrato che è possibile usare la tecnica della lente gravitazionale per “ingoiare” segnali di frequenze basse, ampliandone la portata e ottenendo così dati preziosi su galassie molto lontane.

Il successo di questa osservazione apre alla possibilità di monitorare altri oggetti dell’universo remoto sfruttando sempre più i radiotelescopi a bassa frequenza. Questi strumenti permettono di aggiungere informazioni inedite sul comportamento di galassie antiche e sugli eventi cosmici avvenuti in un passato molto lontano. Continuare a investigare il cielo con questi metodi arricchisce la comprensione del cosmo e integra le osservazioni provenienti da altre forme di radiazione elettromagnetica.

Le implicazioni scientifiche dell’osservazione e le prospettive future

Rilevare segnali radio così antichi serve a completare il quadro sull’evoluzione delle galassie e sui processi che governano la formazione delle strutture cosmiche. Questo tipo di dati aiuta a definire le proprietà fisiche e chimiche delle galassie in fasi primitive e a capire come si sono evolute nel tempo.

L’osservazione ottenuta con il radiotelescopio indiano e la lente gravitazionale può diventare modello per altre ricerche, estendendo l’uso dei radiotelescopi anche in contesti dove finora si è puntato principalmente su altri tipi di onde o tecniche. Con l’aumento di potenza e miglioramento tecnico degli strumenti, sarà possibile captare segnali da distanze ancora maggiori e con dettaglio più fine.

La radioastronomia si conferma quindi come un settore fondamentale per esplorare il cosmo. La combinazione con fenomeni naturali come la lente gravitazionale crea opportunità che esulano dai limiti pratici di singoli telescopi. Lo sviluppo di nuove campagne osservative sarà utile per verificare altre sorgenti distanti e comprendere le condizioni del cosmo che ha dato origine alle galassie moderne.

Change privacy settings
×