Assoluzione per tutti i tredici imputati nella maxi rissa di sassari del 2017

Assoluzione per tutti i tredici imputati nella maxi rissa di sassari del 2017

La maxi rissa del 2017 a Sassari tra giovani di Santa Maria di Pisa e ospiti del centro Pime si chiude con l’assoluzione dei tredici imputati per mancanza di prove, mentre restano le tensioni nel quartiere.
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La maxi rissa del 2017 a Sassari tra giovani locali e ospiti di un centro di accoglienza si è conclusa con l'assoluzione di tutti i tredici imputati per insufficienza di prove, evidenziando le tensioni sociali nel quartiere Santa Maria di Pisa. - Gaeta.it

La vicenda della maxi rissa scoppiata nel 2017 a Sassari si è conclusa stamattina con una sentenza di assoluzione per tutti i tredici imputati coinvolti. Sul banco degli accusati, ragazzi del quartiere Santa Maria di Pisa e ospiti del centro di accoglienza Pime, imputati per le violenze avvenute in piazza Dettori. La giudice del Tribunale di Sassari ha riscontrato carenze nelle prove portate dalla procura, favorendo così la posizione degli imputati difesi da un folto team di avvocati.

La rissa e gli scontri di ottobre 2017 a sassari

L’episodio che ha dato il via al procedimento giudiziario è una rissa di grandi dimensioni scoppiata nell’ottobre del 2017 a piazza Dettori, nel quartiere Santa Maria di Pisa, a Sassari. Circa settanta persone si trovarono coinvolte in uno scontro violento, che vide da una parte un gruppo di giovani locali e dall’altra un gruppo di extracomunitari ospiti nel centro di accoglienza Pime, situato in via Solari, poco distante dal luogo dell’aggressione.

Le due fazioni si affrontarono utilizzando oggetti contundenti come bastoni, cinghie e bottiglie. La violenza causò diversi feriti: due ragazzi stranieri e un giovane sassarese riportarono lesioni che richiesero cure mediche. Uno di loro fu trasferito al pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata con ferite giudicate serie. La tensione nel quartiere rimase alta per giorni, fino all’intervento delle forze dell’ordine.

L’intervento delle forze dell’ordine e clima nel quartiere

La Polizia e i Carabinieri arrivarono rapidamente sul posto, intervenendo per sedare la colluttazione in corso. Gli agenti presidiarono l’area per giorni, sorvegliando il quartiere come se fosse una zona a rischio esplosivo. Le autorità locali furono impegnate nel mantenere la calma, prevenendo ulteriori scontri tra le due comunità.

Oltre agli scontri in strada, alcuni imputati furono accusati di violenza privata per aver accerchiato e colpito l’auto del direttore del centro di accoglienza Pime. L’episodio, che includeva insulti e minacce, contribuì a infiammare ulteriormente i rapporti nel quartiere, già sotto pressione a causa delle tensioni tra residenti e ospiti del centro.

La sentenza e le difese degli imputati

La Procura aveva chiesto condanne per i tredici imputati, con pene che oscillavano fra i 4 e 7 mesi di reclusione, sostenendo la loro partecipazione attiva nella rissa e negli episodi violenti connessi. Questa mattina, però, la giudice Sara Pelicci del Tribunale di Sassari ha deciso in modo diverso.

La sentenza ha assolto tutti gli imputati per insussistenza delle prove. La magistrata ha rilevato che le evidenze raccolte durante il processo erano insufficienti, frammentarie o addirittura contraddittorie, al punto da non permettere di confermare la loro colpevolezza. Sono state ritenute valide le argomentazioni avanzate dal gruppo di avvocati difensori, tra cui Pierluigi Olivieri, Guido Demartis e Letizia Doppiu Anfossi, che hanno sostenuto la mancanza di elementi certi per imputare la responsabilità ai loro assistiti.

L’assoluzione significa che nessuno dei giovani coinvolti verrà perseguito per la maxi rissa e i reati connessi. La decisione riflette le difficoltà che spesso emergono nei processi per violenze di gruppo e conferma la necessità di prove solide e inattaccabili quando si tratta di fatti gravi.

Impatto dell’episodio sul quartiere e la comunità

La maxi rissa del 2017 ha lasciato un segno nel quartiere Santa Maria di Pisa e nella città di Sassari. L’episodio ha portato all’attenzione pubblica la convivenza difficile fra comunità locali e gli ospiti dei centri di accoglienza, creando frizioni che hanno richiesto la presenza continua delle forze dell’ordine nelle settimane successive.

La reazione delle autorità a quel momento ha evitato nuovi scontri, con controlli serrati e monitoraggio della situazione per evitare ulteriori escalation. Questo episodio è diventato un caso simbolo delle problematiche legate alla sicurezza e all’integrazione sociale in aree urbane con presenza di comunità diverse.

Nonostante la sentenza abbia chiuso ufficialmente il procedimento penale, le tensioni all’interno della zona rimangono un tema complesso, che continuerà a coinvolgere amministrazioni locali e forze di polizia nel tentativo di garantire ordine e sicurezza.

Lo scenario resta quindi segnato da dubbi e riflessioni, con un quartiere dove l’episodio della rissa ha aggiunto un capitolo difficile da dimenticare. Gli eventi di ottobre 2017 restano un monito per le sfide sociali che Sassari, come molte altre città, si trova a fronteggiare ancora oggi.

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