La notizia si diffonde rapidamente in Sardegna: il Tribunale di Sassari ha assolto tutti i sette dipendenti dell’Università accusati di accesso abusivo a sistema informatico. L’inchiesta è legata alla consultazione della carriera di studi di Christian Solinas, ex governatore della Regione, risalente al 2019. La sentenza di oggi ha messo fine a un caso che ha suscitato l’attenzione dei media e ha alzato polveroni durante la campagna elettorale di Solinas.
La sentenza
Il giudice Antonello Spanu ha emesso la sentenza nel pomeriggio, dichiarando tutti gli imputati non colpevoli. Tra i sette, figurano nomi noti come Luigi Antonio Catogno, Paolo Deledda, Franca Carmela Sanna, Barbara Pes, Laura Mureddu e Liana Carboni. La motivazione “perché il fatto non sussiste” è stata applicata per tutti e sei, mentre Michele Meloni è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato“. Queste affermazioni evidenziano una chiara posizione del Tribunale sulla questione, ritenendo le accuse prive di fondamento.
Il caso aveva preso avvio nel giugno 2022 quando i sette dipendenti furono rinviati a giudizio dalla giudice per l’udienza preliminare di Cagliari, Manuela Anzani. Quest’ultima aveva deciso di procedere nonostante la richiesta di proscioglimento avanzata dal pubblico ministero. La sostanza di queste preoccupazioni legate a una presunta violazione della privacy accusa chiaramente il sistema universitario, ma oggi il Tribunale ha messo in evidenza come non ci siano prove sufficienti a giustificare le accuse.
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Il contesto della vicenda
La questione era emersa durante la campagna elettorale di Christian Solinas, quando si sollevarono dubbi riguardo alla sua carriera accademica. Ancora prima di essere eletto governatore, era stata messa in discussione la sua laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università di Sassari, già in precedenza oggetto di attenzione per una laurea ottenuta all’estero. In quel frangente, presunti accessi ai dati universitari da parte di dipendenti sarebbero stati motivati da questi interrogativi.
Le notizie che si erano propagate su stampa e online facevano riferimento a possibili irregolarità nella carriera universitaria di Solinas. Pertanto, secondo l’accusa, i sette studenti avrebbero abusato della loro posizione interna per consultare dati sensibili in un momento di alta visibilità mediatica. La reazione dell’abituale dinamica politica sarda ha accentuato la tensione, rendendo questa situazione più di un semplice caso giudiziario.
La posizione di Christian Solinas
In questo processo, Christian Solinas si è costituito parte civile, un’azione che evidenzia la sua volontà di tutelare la propria immagine a fronte delle affermazioni di accesso non autorizzato ai dati universitari. Tuttavia, l’assoluzione dei sette dipendenti ha avuto ripercussioni significative sulla sua posizione politica e reputazionale. La questione sull’affidabilità e sulla correttezza delle informazioni accademiche ha costretto Solinas a difendersi su vari fronti, portando alla luce le complessità della sua carriera.
Il fatto che il Tribunale abbia assolto gli imputati ha messo in evidenza l’assenza di prove rilevanti in grado di sostenere l’accusa. Questo solleva interrogativi su quanto sia stata utile la decisione di costituirsi parte civile e sulla reazione della comunità politica. L’assoluzione potrebbe significare che le accuse mosse erano più un’arma nel contesto di una campagna politica piuttosto che un serio problema legale.
La vicenda degli accessi al sistema informatico dell’Università di Sassari ora chiude un capitolo che ha tenuto banco nel dibattito pubblico e politico sardo, mentre gli imputati possono finalmente tornare alle loro attività accademiche con un certo sollievo. Con la sentenza odierna, emerge la necessità di una riflessione sulle modalità di gestione delle informazioni sensibili all’interno delle istituzioni pubbliche e sul modo in cui tali dinamiche possono influire sulla carriera e sulla vita delle persone coinvolte.