Assolta docente di medicina a Catania dopo accuse di violenze e molestie tra il 2010 e il 2014

Assolta docente di medicina a Catania dopo accuse di violenze e molestie tra il 2010 e il 2014

Un professore dell’università di Catania è stato assolto dal tribunale di Catania per insufficienza di prove riguardo accuse di violenze e molestie all’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto tra il 2010 e il 2014.
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Un professore dell’università di Catania è stato assolto dall’accusa di violenze sessuali e molestie verbali per insufficienza di prove, nonostante comportamenti inappropriati riconosciuti dalla sentenza. - Gaeta.it

Un professore dell’università di Catania è stato assolto dall’accusa di violenze sessuali e molestie verbali, a seguito di episodi avvenuti tra il 2010 e il 2014 all’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto. Il processo, iniziato nel 2016, ha visto il docente difeso dalla quarta sezione del tribunale di Catania, composta da due donne e un uomo. Le motivazioni della sentenza di primo grado, emesse il 25 febbraio, sono state da poco rese pubbliche.

Il contesto dei fatti e le accuse contro il professore

Gli episodi contestati risalgono a un periodo di quattro anni, durante i quali il docente avrebbe avuto comportamenti inappropriati nei confronti di alcune studentesse dell’università di Catania, nel distaccamento ospedaliero di Vittorio Emanuele Ferrarotto. Le accuse coinvolgono presunte violenze e molestie verbali, che avrebbero avuto luogo all’interno dell’ambiente accademico e ospedaliero. Le denunce sono state presentate da sette studentesse, facendo partire una lunga indagine e il successivo processo.

Abusi di potere e il tentativo di bacio

Le vicende ruotano intorno a comportamenti che, secondo le vittime, rappresentano un abuso della posizione di potere detenuta dal professore sul piano didattico e lavorativo. Tra gli episodi più dibattuti vi è un tentativo di bacio all’interno di un ascensore, evento che risulta però caduto in prescrizione, risultando quindi non più perseguibile penalmente. Questo particolare fatto ha inciso sulla valutazione complessiva da parte del tribunale, anche se ha contribuito al quadro delle accuse.

La decisione del tribunale e la valutazione delle prove

Il collegio giudicante, formato da due donne e un uomo, ha esaminato con attenzione tutti gli elementi emersi durante il processo, iniziato esattamente nove anni fa, nel giugno 2016. Dal dibattimento è emerso un quadro di comportamenti parecchio criticati, ma i giudici hanno ritenuto che le prove presentate non fossero sufficienti per una condanna. L’assoluzione risponde quindi a un criterio di insufficienza probatoria, nonostante la presenza di elementi che segnalano un contegno inaccettabile del docente.

La sentenza e il comportamento del professore

Nel testo della sentenza, depositata a distanza di mesi dalla pronuncia, si riconosce che il comportamento del professore non è stato esemplare dal punto di vista etico e professionale. Nonostante questo, gli episodi segnalati non hanno raggiunto la soglia per qualificarsi come reati penali, almeno con la dovuta certezza richiesta dal diritto. Questo spiega perché la giustizia ha preferito ribadire la presunzione di innocenza, piuttosto che procedere a una condanna.

I riflessi sulla comunità universitaria e la sensibilità verso le molestie

Le accuse rivolte a un docente di una delle principali università italiane hanno suscitato attenzione e dibattiti. La vicenda, comunque, testimonia le difficoltà di gestire in ambito giudiziario casi di presunte molestie sessuali in contesti accademici e professionali. Le denunce di sette studentesse hanno dato voce a una problematica seria, che coinvolge dinamiche di potere e tutela della dignità.

La necessità di interventi e regole chiare

Il caso richiama l’esigenza di regole chiare e di interventi tempestivi da parte delle istituzioni scolastiche per prevenire abusi e sostenere le vittime. Nel frattempo, questo processo ricorda anche quanto sia complesso dimostrare certe condotte davanti ai tribunali, dove il principio di prova costituisce un vincolo stringente. La sentenza mostra come le leggi e la loro interpretazione possano condurre a risultati diversi da quelli attesi dal pubblico o dalle parti coinvolte.

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