Le famiglie di bambini disabili a Roma si trovano in una difficile situazione in seguito all’inizio dell’anno scolastico, con numerosi ritardi nei servizi di assistenza. I genitori denunciano una mancanza di comunicazione e coordinamento tra la Regione Lazio e i Comuni, che ha portato a un forte disagio per i loro figli. A un mese dall’avvio delle lezioni, le problematiche legate alla Comunicazione aumentativa alternativa hanno costretto i bambini a stare soli in aula, esponendoli a rischi di isolamento e difficoltà nell’inclusione sociale.
Il problema dell’assistenza: famiglie in attesa
“Eravamo un unicum in Italia: avremmo potuto rappresentare un esempio,” esordisce un genitore in un’intervista, sottolineando come i servizi fondamentali per i bambini disabili siano venuti meno. A fronte di questa situazione, molti genitori lanciano un appello per una risoluzione immediata. La Caa, servizio cruciale per i bambini con deficit sensoriali o comunicativi, non è stato ancora attivato come da routine degli scorsi anni. “A ottobre inoltrato, nonostante i tentativi di sollecitare gli uffici competenti, il servizio non è partito come doveva,” spiega uno dei padri coinvolti, descrivendo la frustrazione e la sensazione di impotenza condivisa da molte famiglie.
I genitori non si rassegnano e raccontano come i loro figli, alunni con bisogno di sostegno, siano costretti a vivere momenti di grave difficoltà all’interno delle aule scolastiche. “Non hanno assistenza e si trovano abbandonati a se stessi per beghe istituzionali,” dicono, mentre il tempo per un intervento efficace continua a passare e i bambini restano sempre più ai margini.
La burocrazia in stallo: cosa è andato storto
Le famiglie accusano la Regione e i Comuni di non aver gestito il passaggio del servizio con la dovuta attenzione. “Non c’è stata nessuna comunicazione fra gli enti coinvolti,” afferma Ernesto, padre di uno dei piccoli assistiti. La Regione Lazio, fino allo scorso anno incaricata, ha ceduto il servizio ai Comuni, ma non ha garantito un adeguato passaggio di informazioni o risorse finanziarie. Questo ha creato una situazione di stallo per l’assistenza necessaria ai bambini disabili.
I Comuni, dal canto loro, avrebbero potuto utilizzare le risorse disponibili per garantire una continuità del servizio, ma il risultato è che “non c’è stata progressione” e “l’inerzia è intollerabile“. Alcuni genitori riferiscono che il servizio, in passato attivo per almeno otto ore a settimana, si è ridotto drasticamente a sole due ore. Una situazione che costringe i bambini ad affrontare la quotidianità scolastica senza il supporto di cui necessitano.
Cosa significa la comunicazione aumentativa alternativa
La Comunicazione aumentativa alternativa è un supporto fondamentale per agevolare l’inclusione scolastica di bambini con difficoltà di linguaggio o comunicazione. “Senza questo servizio, i nostri bambini non possono partecipare attivamente alle lezioni,” afferma Giulia, una madre che offre assistenza nella Caa. L’importanza di un intervento tempestivo è cruciale, soprattutto in un contesto educativo che richiede attenzione e competenza da parte degli insegnanti.
Gli anni scorsi avevano visto un funzionamento fluido del servizio, che contribuiva a garantire una esperienza educativa positiva per i bambini. Oggi, gli insegnanti di sostegno si trovano a dover gestire classi intere, senza la presenza dei professionisti formati per le difficoltà specifiche dei piccoli. La mancanza di supporto adeguato rende il percorso scolastico sempre più complesso e faticoso, mentre i genitori si vedono costretti a ricorrere a terapie alternative private per compensare le lacune.
La risposta dei Comuni e della Regione Lazio
La situazione di stallo ha innescato anche reazioni a livello politico. Dalle Commissioni Scuola e Politiche Sociali del Comune di Roma arrivano dichiarazioni dure, evidenziando come la Regione Lazio abbia preso decisioni unilaterali riguardo ai fondi e alla gestione delle risorse. “Le risorse sono state fortemente tagliate, e noi continuiamo a chiedere un confronto aperto per trovare soluzioni,” affermano le presidenti delle Commissioni, facendo eco alle lamentele delle famiglie.
Con budget drasticamente ridotti per l’anno venturo e un contesto di incomprensioni tra gli enti, si fa sempre più difficile immaginare un rapido miglioramento della situazione. Ciò significa che continueranno a esserci ritardi nei servizi essenziali, e i bambini con disabilità rimarranno in una condizione di svantaggio, privi di un sostegno adeguato nel loro percorso educativo, mentre le famiglie rimangono in attesa di risposte.