La notte tra il 3 e il 4 giugno il centro logistico di Lacchiarella, vicino a Milano, è stato teatro di un’azione criminale che ha sconvolto la zona. Sei uomini armati hanno assaltato la struttura con metodi precisi e violenti, riuscendo a portar via due camion carichi di merce ancora da identificare. Quattro lavoratori sono stati feriti durante l’assalto, mentre i ladri si sono dati alla fuga dopo aver appiccato incendi e disseminato ostacoli lungo le vie di fuga. La questione della sicurezza nei grandi poli logistici torna al centro del dibattito, anche alla luce di questa nuova incursione.
Dettagli dell’assalto al centro logistico di lacchiarella
L’episodio è avvenuto a inizio giugno, poco dopo le 3:20 della notte, quando il centro logistico multiaziendale, ubicato alla periferia di Milano nello comune di Lacchiarella, è stato preso d’assalto da un gruppo di almeno sei persone armate. Gli assalitori hanno bloccato le vie di accesso con mezzi e ostacoli, seminando sul tragitto chiodi artigianali per fermare eventuali inseguitori. Non solo hanno appiccato il fuoco ai camion parcheggiati, ma hanno anche creato un clima di panico tra i presenti. L’azione è durata pochi minuti, ma è bastata per consentire al gruppo di appropriarsi di due tir carichi di merce di valore. La natura del carico è ancora in fase di accertamento.
Intervento delle forze dell’ordine
L’intervento delle forze dell’ordine, pur avvenuto pochi minuti dopo la chiamata, ha trovato i ladri ormai lontani. Sul posto i carabinieri hanno intercettato gli aggressori ed è nata una colluttazione. Non è ancora chiaro se siano stati impiegati armi da fuoco, dettagli su questo sono riservati dagli inquirenti. Le prime indagini sono coordinate dalla Procura di Milano, che sta raccogliendo testimonianze e prove per chiarire i ruoli di ciascuno e ricostruire con precisione le dinamiche dell’assalto.
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Condizioni dei lavoratori coinvolti e clima di paura
Quattro lavoratori che si trovavano nel centro durante il turno notturno sono stati feriti durante l’assalto. Le loro condizioni non sembrano gravi, ma l’episodio ha provocato un senso di paura e insicurezza fra chi svolge mansioni in questo tipo di strutture. L’assalto è stato rapido e violento, senza lasciare spazio a misure difensive o reagire. Molti di questi dipendenti lavorano in ambienti isolati e con orari poco visibili, rendendo più complessa la gestione della sicurezza.
Il fatto che un polo logistico così importante sia rimasto esposto a un attacco di questo tipo ha sollevato molte critiche. La facilità con cui i rapinatori hanno messo in crisi il sistema di sicurezza locale dimostra lacune significative nella protezione di questi centri. L’incendio dei mezzi e lo spargimento di chiodi sull’asfalto non solo hanno bloccato le vie d’uscita, ma rappresentano anche un chiaro deterrente per qualsiasi pronto intervento.
Paura e insicurezza tra i lavoratori
“È stato tutto molto veloce e violento, ci siamo trovati impreparati” hanno raccontato alcuni dipendenti dopo l’episodio, sottolineando come la sensazione di vulnerabilità sia aumentata notevolmente.
Impegno delle autorità e questioni di sicurezza nei poli logistici
Il caso di Lacchiarella non è isolato. Già in passato altri centri logistici erano stati presi di mira da gruppi organizzati di criminali, ma la protezione di queste aree resta spesso inadeguata. Le forze dell’ordine e la prefettura di Milano hanno subito avviato una serie di controlli e verifiche nei principali poli della regione, con l’obiettivo di individuare vulnerabilità e proporre nuove misure.
La vigilanza attuale si basa in molti casi su sistemi di sicurezza poco efficaci o su presidi limitati. I controlli spesso si limitano al perimetro, senza copertura adeguata per le zone interne o i punti nevralgici. Nel frattempo, si lavora anche per rafforzare la presenza delle forze di polizia durante i turni notturni, quando i lavoratori sono più esposti a rischi. Restano in corso invece valutazioni sulla necessità di adottare tecnologie più avanzate, come sistemi antintrusione o videosorveglianza integrata con allarmi immediati.
Criticità strutturali e richieste di intervento concreto
Le strutture come quella di Lacchiarella rappresentano punti chiave per la distribuzione di merci di valore, proprio per questo dovrebbero godere di maggiore protezione. Rimane un nodo la vulnerabilità intrinseca a questi insediamenti: posizionati spesso in aree periferiche, con vasti spazi da coprire, senza una presenza umana costante, diventano facilitatori per i criminali.
Richieste della comunità lavorativa
La comunità lavorativa chiede da tempo interventi più strutturati e modalità di controllo più rigorose. Servirebbero presidi fissi e personale dedicato alla vigilanza interna. Anche le aziende sono chiamate a farsi carico della situazione, aumentando gli investimenti su sistemi di sicurezza e formazione del personale per gestire situazioni di emergenza. Molti segnali indicano un sistema troppo spesso reattivo e poco capace di anticipare le minacce.
Il caso di Lacchiarella riporta alla luce una realtà complessa, fatta di turni isolati, rischi nascosti e una sicurezza fisica tuttora insufficiente nei centri di logistica del nord Italia. Gli accadimenti di queste settimane potrebbero rappresentare un punto di svolta nel modo in cui si affrontano queste problematiche, o un’altra pagina da dimenticare in fretta.