L’artigianato in Calabria rappresenta una fetta importante del mercato del lavoro regionale, con numeri che mostrano un equilibrio quasi perfetto tra lavoratori dipendenti e indipendenti. Le micro e piccole imprese del territorio hanno un ruolo centrale nell’occupazione, specialmente tra i giovani. Al contempo, emergono problemi nella ricerca di personale specializzato, aggravati dalle nuove sfide legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità ambientale.
Distribuzione degli occupati nell’artigianato calabrese e peso economico sul territorio
Secondo i dati forniti da Confartigianato Imprese Calabria, aggiornati all’aprile 2025, gli occupati del settore artigiano nella regione ammontano a 53.301. Questi si dividono in modo quasi identico tra lavoratori dipendenti, che sono 26.646, e indipendenti, pari a 26.655. Questa distribuzione mostra come il settore artigiano mantenga un equilibrio tra formalizzazione del lavoro e autonomia produttiva.
Il contributo economico di questo comparto non è trascurabile. Gli artigiani rappresentano quasi un quinto della forza lavoro della Calabria, incidendo per il 6,4% sul valore aggiunto regionale. A livello nazionale, la quota produttiva calabrese nel settore raggiunge l’1,8%. Questi dati rivelano il peso dell’artigianato nell’economia locale, riflettendo un tessuto imprenditoriale ancorato al territorio e capace di garantire occupazione.
Dinamiche occupazionali 2024 e ruolo delle piccole imprese per i giovani
L’anno 2024 ha aperto con una lieve crescita occupazionale nell’area, pari allo 0,4% . Questo aumento è legato esclusivamente all’incremento dei lavoratori dipendenti, che sono cresciuti di 8.000 unità, mentre gli indipendenti hanno segnato un calo di 7.000. Si tratta di una tendenza che si inserisce in un quadro più ampio, che dal 2021 ha portato a un incremento del 3,9% dell’occupazione nell’artigianato, con 20.000 posti di lavoro aggiuntivi in Calabria, contribuendo alla crescita del Mezzogiorno del 8%.
Le micro e piccole imprese, fino a 49 dipendenti e comprensive del settore artigiano, si confermano il luogo più accessibile per i lavoratori giovani. La quota di dipendenti sotto i 30 anni raggiunge il 20,1% in queste imprese, contro il 10% nelle medie e grandi realtà. Il dato cresce ulteriormente nelle micro imprese con meno di 9 lavoratori: qui i giovani sono il 22,9% della forza lavoro. Questo indica una forte dipendenza del mercato calabrese dai piccoli operatori per offrire lavoro e esperienze professionali ai giovani.
Le difficoltà nel reperire personale qualificato: dati e professioni richieste
Nonostante l’incremento occupazionale, emerge una criticità significativa: la difficoltà a trovare personale qualificato nelle imprese artigiane calabresi è alta e in crescita. Nel 2024, il 52,9% delle imprese del settore segnala problemi nel reperire lavoratori, una percentuale superiore di 7,7 punti a quella media delle altre imprese . Rispetto al 2023, il tasso è aumentato di 6 punti.
Il problema riguarda soprattutto le micro e piccole imprese, dove la difficoltà arriva al 47,8%, con un incremento di 2,6 punti rispetto alla media delle realtà più grandi. Tra le professioni più difficili da coprire ci sono tecnici programmatori , montatori di carpenteria metallica , disegnatori industriali e vari mestieri legati a falegnameria, idraulici, elettricisti e artigiani alimentari. La mancanza di questi profili limita la capacità delle imprese di rispondere alle richieste di mercato e di ampliare la propria attività.
L’impatto della digitalizzazione e della transizione green sulle competenze richieste
Le sfide moderne si amplificano con la rivoluzione digitale e gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Nel 2024, le micro e piccole imprese calabresi prevedono di assumere 13.000 lavoratori con competenze digitali avanzate. Quasi la metà di questi lavoratori risulta difficile da trovare, mentre nel comparto artigiano la difficoltà sale al 50,8%.
Sul fronte ambientale, sono richiesti 49.000 lavoratori con competenze green nelle piccole imprese della regione. Per oltre la metà di questi posti non si riesce a trovare personale adeguato. Nel settore artigiano, su 7.100 figure attese con conoscenze ecologiche, il 56,8% è considerato difficile da reperire. Questi dati segnalano un ritardo nell’offerta formativa rispetto alle nuove richieste del mondo produttivo e sottolineano la necessità di aggiornare capacità e strumenti.
Urgente esigenza di formazione tecnica e professionale per le imprese artigiane
Davanti a queste sfide, le imprese artigiane calabresi vedono nel rafforzamento della formazione tecnica un elemento decisivo. La carenza di competenze specializzate rischia di frenare lo sviluppo e l’innovazione nelle attività tradizionali e nelle nuove richieste digitali e green. Le realtà locali chiedono un maggior raccordo tra scuole, università, enti formativi e imprese per ridurre il divario tra domanda e offerta di lavoro.
In sintesi, la situazione attuale mette in evidenza un mercato del lavoro che offre possibilità ma deve migliorare nell’adattarsi ai cambiamenti tecnologici e ambientali. La crescita dell’occupazione nell’artigianato calabrese è frenata dalla difficoltà nel reperire figure qualificate. Le prospettive dipendono dalla capacità di sviluppare percorsi formativi adeguati e di attrarre giovani competenti, per mantenere viva una parte rilevante dell’economia regionale.