Artem di mare fuori parla della sorella in Ucraina e del possibile viaggio dopo la guerra

Artem di mare fuori parla della sorella in Ucraina e del possibile viaggio dopo la guerra

Artem, attore di Mare fuori, racconta in un’intervista a Ciao Maschio il legame virtuale con la sorella ucraina e il conflitto che lo ha segnato profondamente tra Italia e Ucraina.
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L’attore Artem, noto per la serie *Mare fuori*, racconta in un’intervista il difficile legame a distanza con la sorella ucraina mai incontrata, segnato dalla guerra e dal desiderio di un ritorno impossibile. - Gaeta.it

L’attore Artem, volto noto della serie tv Mare fuori, si è raccontato in un’intervista esclusiva a Ciao Maschio, programma in onda sabato 7 giugno in seconda serata su Rai 1. Nato in Ucraina e ora residente in Italia, ha parlato della scoperta recente di avere una sorella che non ha mai incontrato di persona. Il racconto, profondo e personale, apre uno squarcio sulle difficoltà legate alle radici e a una guerra che lo ha segnato da vicino.

La scoperta di una sorella e il contatto tramite i social

Artem ha rivelato di aver conosciuto la sorella solo da circa un anno, un fatto che lo ha colto di sorpresa. Il rapporto tra loro è, per ora, virtuale. Gli scambi avvengono in gran parte su Instagram, dove l’attore segue con attenzione la sua famiglia d’origine, a cui è legato nonostante la distanza. Questa nuova presenza nella sua vita gli è stata segnalata indirettamente dal fatto di essere diventato zio: la sorella, infatti, ha un figlio. La sua situazione personale è difficile, il marito è coinvolto nel conflitto armato e lei si trova sola.

A più riprese Artem le invia messaggi di sostegno, prova a far sentire la sua vicinanza, anche se resta l’amarezza di non averla mai vista dal vivo. Racconta di avere notizie solo attraverso i social, un mezzo che, in un’epoca di distanze crescenti, diventa essenziale per mantenere vivo un legame che altrimenti potrebbe perdersi.

Il legame a distanza e la realtà sociale

Il peso della guerra e il desiderio di un ritorno

La guerra in Ucraina ha avuto un impatto profondo su Artem, tanto da portarlo a mettere in discussione la sua vita in Italia. All’inizio del 2025 ha attraversato momenti difficili, di grande nostalgia e smarrimento. Ha considerato la possibilità di tornare nel suo paese, spinto dalla voglia di non lasciare in balia del conflitto i suoi affetti, in particolare la sorella e il nipote.

Ha addirittura comprato i biglietti per partire, motivato dall’idea di condividere con loro il presente incerto che stanno vivendo. Tuttavia, il ritorno avrebbe comportato conseguenze serie: in quanto residente, potrebbe essere arruolato per la guerra. Questo rischio lo ha fermato, bloccandolo in un conflitto interiore.

La scelta difficile e i rischi del ritorno

Un momento di crisi personale e la scelta di restare

Artem ha definito quel periodo “un momento molto intimo”, dove la voglia di tornare si scontrava con la paura delle possibili conseguenze. Un “angelo custode” invisibile l’ha fermato all’ultimo momento, evitandogli un passo che avrebbe potuto essere definitivo. L’attore ha descritto uno stato mentale di “loop”, preso tra l’obbligo di proteggere sé stesso e il legame con la famiglia lontana.

Non nasconde che avrebbe preferito morire lì, in Ucraina, piuttosto che in Italia, un segno della profondità del suo legame con la sua terra d’origine, nonostante i rischi e i dolori che comporta affrontarla da vicino. Questo racconto rappresenta una testimonianza netta di come la guerra tocchi la vita delle persone comuni, anche chi ha costruito una vita altrove.

L’impegno quotidiano nel mantenere il legame con la famiglia

Anche se lontano e in una condizione complicata, Artem dedica tempo e pensieri alla sorella con piccoli gesti quotidiani. Le scrive, cerca di offrire un sostegno morale a distanza, consapevole che quel rapporto è fragile ma importante. Questi momenti di comunicazione si svolgono spesso nei messaggi, nelle parole e negli sguardi virtuali, ma per l’attore valgono come un modo per non perdere il contatto con una realtà che lo accompagna sempre.

La decisione di aspettare la fine della guerra per andare a trovare la sorella resta aperta. Quel viaggio – che costituisce per lui qualcosa di più di un semplice spostamento geografico – potrebbe rappresentare una forma di ritorno alle origini, un passo verso la riconciliazione con il passato e il presente di una famiglia spezzata da eventi più grandi.

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