Da lunedì 1 a giovedì 4 aprile 2025, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma sarà teatro di un evento artistico unico. In questa occasione, si realizzerà un’opera d’arte collettiva, utilizzando materiali di plastica riciclata. Questo progetto è il risultato della collaborazione tra Lady Be, artista internazionale conosciuta per il suo impegno nell’arte sostenibile e per l’inclusione sociale, e gli utenti del servizio di salute mentale del distretto 6 dell’ASL Roma 2. L’identità e il soggetto dell’opera rimangono un mistero, il che aumenta l’attenzione e l’aspettativa attorno all’iniziativa.
Il festival RO.MENS e il coinvolgimento della comunità
Il progetto si integra all’interno della quarta edizione del Festival RO.MENS, un’iniziativa mirata all’inclusione sociale e alla lotta contro il pregiudizio nei confronti delle persone con disturbi mentali. Questo festival è organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Roma 2 e dall’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale. La manifestazione, già sostenuta in passato da importanti patrocinatori come la Rai, offre una piattaforma per discutere e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della salute mentale e dell’inclusione sociale.
Il Festival RO.MENS, diffondendo storie e progetti come quello di Lady Be, punta a trasformare la percezione delle persone coinvolte e a promuovere un dialogo costruttivo tra comunità e servizi. Attraverso l’arte, il festival intende creare un legame tra le diverse realtà sociali, sottolineando l’importanza della collaborazione nel superare le barriere del pregiudizio.
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La visione artistica di Lady Be
Lady Be, l’artista dietro questo progetto, ha commentato il significato profondo del suo intervento: «Il mio lavoro con i materiali di riciclo è anche una metafora della possibilità di rinascita e di riscatto». Con il suo progetto invita a riflettere su come anche gli oggetti, considerati rifiuti, possano trovare una nuova vita tramite l’arte. La partecipazione attiva dei giovani utenti del Dipartimento di salute mentale è centrale nel suo approccio, mettendo in luce l’importanza dell’inclusione e del dialogo.
Il mosaico che si andrà a formare non sarà solo un’opera artistica, ma un simbolo tangibile delle potenzialità di trasformazione, sia per le persone coinvolte sia per i materiali utilizzati. Lady Be sottolinea l’importanza di ribadire il valore della seconda possibilità, un concetto che risuona profondamente in un contesto sociale dove la stigmatizzazione è ancora presente.
Un legame tra arte e salute mentale
Il progetto in Galleria Nazionale non si limita a essere un’iniziativa artistica, ma si inserisce in un percorso di integrazione e collaborazione già attivo da tempo tra l’arte e la salute mentale. Isabella De Stefano ed Emanuele Caroppo, coordinatori dell’iniziativa, ribadiscono quanto sia cruciale unire queste due dimensioni: «L’arte e la salute mentale si uniscono nella splendida cornice della Galleria nazionale». Questo approccio sinergico promuove una visione più ampia delle potenzialità artistiche e terapeutiche dell’arte, dimostrando come possa diventare uno strumento di cura e riabilitazione.
Il valore di eventi come quello che si svolgerà ad aprile è duplice: non solo offrono una vetrina per l’arte collettiva ma anche un’opportunità per le persone di riconnettersi con la propria storia e la propria creatività. Attraverso l’esperienza di realizzazione di un’opera condivisa, i partecipanti possono vivere un momento di crescita personale e collettiva, rimodellando la loro esperienza in un contesto che guarda al futuro con speranza.