Al porto di Manfredonia, in provincia di Foggia, è stata scaricata una nave con 28mila tonnellate di grano proveniente dal Canada. Il carico, dopo gli sbarco, ha raggiunto un centro di stoccaggio nella stessa area, dove sono stati effettuati controlli sanitari e amministrativi. L’episodio ha attirato grande attenzione e proteste da parte degli agricoltori di Coldiretti, che hanno manifestato con gommoni e motoscafi. Le tensioni sono nate per il timore legato alla qualità e alla provenienza del grano, considerato un possibile rischio per le produzioni italiane.
La proposta di legge europea per l’obbligo dell’etichettatura di origine
In risposta al fenomeno chiamato “Italian Sounding”, che riguarda i prodotti alimentari italiani riprodotti all’estero o con ingredienti stranieri, Coldiretti ha avviato una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare europea. L’obiettivo è imporre l’obbligo di indicare chiaramente l’origine di tutte le materie prime presenti nei prodotti in commercio nell’Unione europea.
L’iniziativa mira a tutelare le aziende agricole italiane e i consumatori, evitando che prodotti che non rispettano le normative italiane possano entrare nel mercato con etichette ingannevoli. Tale proposta prevede di rivedere il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale, di solito utilizzato per definire l’origine. I sostenitori della legge ritengono che così si possa impedire che piccole modifiche siano sufficienti per far passare un prodotto straniero come italiano.
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Il blocco degli agricoltori: l’azione a tutela del grano nazionale
La protesta a Manfredonia è stata coordinata dai rappresentanti di Coldiretti Puglia e Coldiretti Basilicata. Gli agricoltori hanno seguito i camion che trasportavano il grano fino al deposito, partendo dal presidio all’ingresso del porto. Le operazioni di scarico non si sono svolte senza difficoltà, a causa dell’intervento degli stessi agricoltori in acqua, molto vicino alla banchina. La mobilitazione riflette il disagio e la preoccupazione per la crescente importazione di cereali esteri, che possono influire negativamente sul mercato locale e sulla qualità dei prodotti destinati al consumo.
Gli agricoltori sottolineano come l’aumento degli arrivi da oltreoceano metta a rischio le coltivazioni nazionali. Il tema va oltre la semplice importazione, coinvolgendo anche aspetti ambientali e sanitari legati al trattamento del grano durante la coltivazione. I mezzi impiegati per la protesta hanno reso visibile il disagio e richiamato l’attenzione di istituzioni e cittadini sulla questione.
Il grano canadese e le criticità sul trattamento con glifosato
Coldiretti ha puntato il dito contro una pratica comune in Canada, ma vietata in Italia: l’uso del glifosato nel trattamento del grano. Questo erbicida è giudicato pericoloso e nocivo dalle normative italiane, che ne proibiscono l’impiego sui cereali destinati al consumo alimentare. Nel solo gennaio 2025, le importazioni di grano canadese sono cresciute dell’82% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, facendo emergere un problema di regolamentazione e sicurezza alimentare.
La questione riguarda anche la trasparenza nelle etichette dei prodotti derivati dal grano. Coldiretti insiste sulla necessità di assicurare regole simili tra i diversi Paesi e di garantire al consumatore informazioni precise sull’origine del prodotto. L’etichettatura è vista come lo strumento principale per evitare che prodotti trattati con sostanze vietate in Italia vengano etichettati come “italiani” tramite lavorazioni marginali o di ultima trasformazione.