Arresti domiciliari per il sindaco di Molfetta tommaso minervini e funzionari comunali coinvolti nell’inchiesta

Arresti domiciliari per il sindaco di Molfetta tommaso minervini e funzionari comunali coinvolti nell’inchiesta

Il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini e altri funzionari sono agli arresti domiciliari per presunte irregolarità e corruzione nella gestione delle gare d’appalto, indagate dalla procura di Trani.
Arresti Domiciliari Per Il Sin Arresti Domiciliari Per Il Sin
Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è stato posto agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della procura di Trani su presunte irregolarità e corruzione nella gestione degli appalti pubblici comunali. - Gaeta.it

Nel comune di Molfetta, in provincia di Bari, il sindaco Tommaso Minervini è stato posto agli arresti domiciliari a seguito di un provvedimento emesso dal gip del tribunale di Trani. L’operazione riguarda un’indagine coordinata dalla Guardia di finanza su presunte irregolarità nella gestione delle gare d’appalto per opere pubbliche. Diverse persone sono sotto inchiesta per reati gravi, legati a possibili pratiche illegali collegate a favoreggiamenti e sostegni elettorali.

Le indagini sulla gestione delle opere pubbliche e la richiesta di arresto

Le indagini, avviate dalla procura della Repubblica di Trani e affidate alla Guardia di finanza, si concentrano sul modo in cui sono state gestite alcune gare d’appalto relative a opere pubbliche nel territorio comunale di Molfetta. Secondo le accuse, alcune procedure avrebbero subito delle interferenze e alterazioni per favorire imprenditori in cambio di sostegno politico. Già il 2 maggio Tommaso Minervini aveva affrontato un interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, in seguito alla richiesta di misure cautelari avanzata dalla procura. Il primo cittadino si è sempre difeso respingendo le accuse mosse nei suoi confronti. Nonostante ciò, il gip ha firmato l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari per Minervini e una dirigente comunale coinvolta nella vicenda.

Particolari sull’operazione e il ruolo del gip

L’azione del gip è stata cruciale nel predisporre le misure restrittive a carico di Minervini e dei funzionari coinvolti, segnando una presa di posizione netta sulla gravità delle contestazioni.

I dettagli delle misure cautelari ai funzionari comunali

Oltre al sindaco, la procura ha emesso misure restrittive anche nei confronti di altri funzionari dell’amministrazione comunale. Una dirigente è finita agli arresti domiciliari insieme a Minervini, mentre per altri due dipendenti sono state disposte misure interdittive che ne limitano lo svolgimento di incarichi pubblici. Tali misure vengono adottate per impedire che gli indagati possano influenzare le indagini o reiterare eventuali condotte illecite. I nomi precisi e i rispettivi ruoli non sono stati resi noti nell’immediato, ma si tratta di figure chiave nella gestione degli appalti pubblici del comune. La procura ipotizza diversi reati aggravati, tra cui corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso in atto pubblico.

Reati contestati e impatto sulla gestione pubblica

La presenza di misure differenti dimostra la complessità della vicenda, che coinvolge diversi livelli della gestione comunale e diverse tipologie di abuso.

Ipotesi di reati e contestazioni nei confronti degli indagati

L’accusa principale muove contro il sindaco e gli altri indagati si basa sul presunto scambio di favori con imprenditori locali, in cambio di un sostegno elettorale durante le campagne passate. Le contestazioni riguardano numerosi episodi in cui la gestione delle gare d’appalto sarebbe stata manipolata in modo da favorire determinate ditte, con conseguente danno per l’erario pubblico e per la trasparenza amministrativa. Oltre a corruzione e turbativa, risultano ipotizzati reati come peculato, cioè l’appropriazione indebita di beni pubblici, e falsità materiale o ideologica nei documenti ufficiali. Gli sviluppi della vicenda saranno seguiti con attenzione da autorità giudiziarie e cittadini, considerata la rilevanza delle funzioni pubbliche coinvolte.

Le reazioni e gli sviluppi sotto la lente della procura di Trani

Le misure cautelari scattate in questi giorni rappresentano un episodio di rilievo nella cronaca provinciale pugliese. La procura di Trani ha agito dopo aver raccolto elementi ritenuti sufficienti per bloccare alcune figure chiave nell’amministrazione comunale di Molfetta. La Guardia di finanza prosegue le indagini con acquisizioni documentali e verifiche incrociate per delineare con precisione i comportamenti contestati. La posizione del sindaco resta al centro dell’attenzione, in quanto capo dell’amministrazione comunale e figura pubblica di riferimento. Non è la prima volta che in Puglia emergono situazioni simili, confermando la necessità di controlli stretti sulle procedure di appalto pubblico. Nei prossimi giorni potrebbero arrivare ulteriori dettagli e provvedimenti da parte del tribunale di Trani.

Change privacy settings
×