Arrestato uno degli ultras del trento ritenuto responsabile dell’aggressione a un agente in transizione a verona

Arrestato uno degli ultras del trento ritenuto responsabile dell’aggressione a un agente in transizione a verona

Un agente di polizia in transizione di genere è stato aggredito vicino allo stadio bramasco di Trento; arrestato un ultras violento con daspo e domiciliari, indagini della digos proseguono.
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Un agente di polizia in transizione di genere è stato aggredito da ultras vicino allo stadio di Trento; dopo indagini, è stato arrestato il principale responsabile, sottoposto anche a daspo e domiciliari. - Gaeta.it

La notte tra il 14 e 15 febbraio un agente di polizia impegnato nella transizione di genere è stato aggredito nei pressi dello stadio bramasco di Trento. Dopo mesi di indagini, la polizia ha arrestato uno dei tre ultras coinvolti, segnalato come l’autore principale dell’aggressione. L’episodio aveva suscitato forte attenzione, sia per la gravità dell’attacco sia per la particolare condizione della vittima, ora ricoverata con una prognosi di 30 giorni.

Il lavoro investigativo della digos e il provvedimento del gip

Le indagini sono state particolarmente articolate. La digos della questura di Trento ha raccolto diverse testimonianze dirette e ha visionato filmati registrati nelle vicinanze del bar in cui è avvenuta l’aggressione. La combinazione di prove ha permesso di identificare con precisione i soggetti coinvolti. Tra i tre indagati, uno è emerso per un comportamento definito “particolarmente violento”, segnalato anche per altre intemperanze che avevano messo a rischio la sicurezza pubblica.

Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il quadro accusatorio e disposto gli arresti domiciliari con l’applicazione di un braccialetto elettronico per l’uomo arrestato. La misura cautelare è stata adottata in considerazione della pericolosità evidenziata dai comportamenti successivi e dal profilo personale. Una differenza importante con gli altri soggetti implicati, per cui non è stato disposto l’arresto.

Il contesto e la dinamica dell’aggressione

L’aggressione si è verificata in un bar vicino allo stadio bramasco, in occasione di una serata dedicata agli eventi sportivi. Il poliziotto ferito, 53 anni, da tempo lavora a Verona in questura e sta completando il percorso di transizione da uomo a donna. Questa particolare condizione aveva attirato, già in passato, l’attenzione di alcune persone in ambito ultras. La notte dell’attacco il poliziotto è stato colpito con violenza, riportando ferite alle quali sono stati applicati circa venti punti di sutura.

Sono seguite indagini da parte della digos di Trento, che ha raccolto testimonianze e analizzato immagini video della zona. Il movente associa l’aggressione a motivi discriminatori legati alla condizione di genere della vittima. Le ferite hanno richiesto una prognosi di trenta giorni; la vittima ha evitato conseguenze permanenti ma resta sotto osservazione. L’evento ha segnato un episodio grave di violenza con implicazioni per la sicurezza nelle manifestazioni sportive e per il rispetto dei diritti civili.

Le conseguenze per l’arrestato: daspo e divieto di accesso allo stadio

L’uomo arrestato, oltre alla custodia domiciliare, ha ricevuto un daspo che vieta l’accesso agli impianti sportivi per cinque anni. Questa sanzione si applica nel tentativo di prevenire eventuali ulteriori episodi di violenza in contesti calcistici o sportivi associati, specie a spiriti ultra. Il provvedimento cerca di garantire la sicurezza degli eventi e dei tifosi, limitando la presenza di individui riconosciuti per condotte violente.

Il daspo entra in un contesto più ampio di controlli attuati nelle città come Trento durante le partite. Le autorità puntano a prevenire aggressioni e a contenere la violenza che può emergere negli stadi o nei dintorni prima e dopo gli incontri. La misura adottata in questo caso riflette l’attenzione crescente verso comportamenti che mettono in pericolo l’ordine pubblico e la sicurezza personale di agenti o cittadini.

Le indagini restano aperte anche verso gli altri partecipanti all’aggressione, mentre la polizia continua il monitoraggio per garantire che episodi simili non si ripetano nelle manifestazioni future. La vicenda sottolinea la necessità di mantenere alta la vigilanza sulle frange più violente del tifo organizzato, specie quando coinvolge atti discriminatori o violenti.

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