Una violenta aggressione avvenuta a Torino lo scorso 5 maggio ha trovato un primo sviluppo con l’arresto di un cittadino egiziano di 20 anni nel quartiere di San salvario. L’uomo, accusato di aver usato il proprio cane come arma contro un coetaneo, è stato fermato dopo una fuga tra i vicoli affollati e l’intervento decisivo di un carabiniere libero dal servizio. Il caso solleva questioni sulla sicurezza in alcune zone della città e la gestione di animali pericolosi.
La dinamica dell’aggressione e la gravità delle lesioni
L’aggressione si è verificata in circostanze ancora in fase di chiarimento, ma gli agenti del commissariato Barriera Milano hanno raccolto informazioni importanti. La vittima, giovane torinese, è stata attaccata da un gruppo di ragazzi tra cui il ventenne egiziano. Secondo le ricostruzioni, l’uomo avrebbe istigato il proprio pitbull a mordere il ragazzo, provocandogli ferite profonde e permanenti al volto.
Il pitbull ha causato danni fisici tali da deformare l’aspetto della vittima, che ha dovuto affrontare cure mediche urgenti per le lesioni da morso e le contusioni. I traumi riportati hanno lasciato segni duraturi e hanno complicato la prosecuzione della vita quotidiana del giovane aggredito. Oltre ai morsi del cane, il gruppo ha colpito la vittima con calci e pugni, aggravando le condizioni.
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Le forze dell’ordine hanno indagato con attenzione sulla presenza e il ruolo degli altri partecipanti alla violenza, mentre il focus principale è rimasto sull’uomo e sul suo pitbull come elementi scatenanti della brutale azione.
Il blitz e la cattura nel quartiere san salvario
Le indagini si sono concentrate sul ventenne egiziano dopo aver collegato il pitbull all’aggressione. I poliziotti lo hanno localizzato nei pressi della stazione di Porta Nuova, zona dove era noto frequentare con altri suoi connazionali.
Il 20 maggio, in via Saluzzo, il ragazzo è stato sorpreso in compagnia di un altro cane di razza diversa, sempre di taglia grande. Quando gli agenti gli hanno ordinato di mettere in sicurezza l’animale, lui si è rifiutato e ha cercato di scappare tra i vicoli. Durante la fuga, in Largo Marconi, ha di nuovo incitato il cane contro un poliziotto, fortunatamente riuscito a schivare il morso.
In quel momento un carabiniere libero dal servizio è intervenuto per bloccare il cane, ma è stato morso a una gamba. Dopo una breve ma concitata caccia, le pattuglie di Barriera Milano e Barriera Nizza hanno fermato il fuggitivo in Largo Saluzzo.
La rapidità dell’intervento e la collaborazione tra le forze di polizia hanno evitato ulteriori pericoli per la comunità in una zona già conosciuta per episodi di degrado.
Le accuse e la custodia cautelare in carcere
A seguito dell’arresto, la procura della Repubblica di Torino ha chiesto e ottenuto dal gip la convalida della misura cautelare in carcere per il giovane. L’indagato dovrà rispondere di lesioni personali aggravate, deformazione del volto tramite lesioni permanenti e resistenza oltre a lesioni a pubblico ufficiale.
L’uomo è ora detenuto in attesa degli sviluppi del procedimento penale, che rimane nella fase delle indagini preliminari. La legge, come sempre in questi casi, tutela la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
Le implicazioni per la città di torino
Questa vicenda ha riacceso il dibattito nella città sulla gestione degli animali potenzialmente pericolosi, sulla violenza giovanile e sulle condizioni di alcune aree cittadine. San salvario e altre zone di Torino risultano spesso teatro di episodi di criminalità e degrado, creando tensioni su più fronti tra cittadini, forze dell’ordine e istituzioni locali.
“La sicurezza nelle nostre strade è una priorità”, hanno commentato fonti della polizia locale, sottolineando la necessità di un maggiore controllo e prevenzione.