La vicenda della rapina avvenuta nell’abitazione della poetessa gemma bracco, vedova dell’ex ministro paolo baratta, ha subito una svolta significativa. La polizia ha fermato un uomo, ritenuto il complice della truffa che, poi, è degenerata nel furto in casa della donna ottantenne. L’arresto arriva a distanza di alcuni mesi da quello del primo sospettato, ricostruito grazie alle prove video e al lavoro della squadra mobile di napoli.
Dettagli sull’arresto del secondo complice e legami con l’hinterland napoletano
L’ultima operazione della polizia ha portato all’arresto di un uomo residente nell’area dell’hinterland di napoli. Secondo le indagini, questa persona avrebbe affiancato il primo sospettato nelle fasi precedenti alla rapina. Le forze dell’ordine sono giunte a lui attraverso una serie di accertamenti incrociati che hanno permesso di tracciare collegamenti precisi tra il luogo di residenza e il crimine commesso.
Il ruolo di questo soggetto si sarebbe consolidato nella fase della truffa, che poi ha bloccato la vittima nell’appartamento, scatenando la rapina che ha portato alla sottrazione di effetti di valore. È significativo che quest’arresto sia avvenuto solo dopo un lungo lavoro di raccolta indizi e testimonianze raccolte dagli agenti, che hanno mantenuto alta l’attenzione su tutti i soggetti che ruotavano intorno alla vittima.
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Arresto di febbraio e ruolo della squadra mobile di napoli con il procuratore giovanni conzo
Il primo arresto si data invece a febbraio 2025. Gli agenti della squadra mobile di napoli, sotto la guida del procuratore aggiunto giovanni conzo, erano giunti al sospettato grazie alle immagini di videosorveglianza raccolte nello stabile dove si è consumata la rapina. Le registrazioni video si sono rivelate decisive per ricostruire la dinamica dell’episodio.
Queste immagini hanno permesso agli inquirenti di identificare il primo individuo coinvolto nell’inganno, che consisteva nell’ingannare la vittima fingendo di essere un maresciallo e un avvocato. L’operazione della polizia è stata condotta con attenzione ai dettagli, e si è sviluppata a partire dalle riprese ottenute dai sistemi di sorveglianza elettronica di palazzo, utili a comprendere i movimenti e le azioni dei sospettati.
Modalità della truffa e i danni subiti dalla poetessa gemma bracco
Grazie alla mascherata ben studiata, i due arrestati si sono presentati alla poetessa gemma bracco con falsi ruoli istituzionali, fingendosi un maresciallo e un avvocato. Questo escamotage ha permesso loro di guadagnarsi la fiducia della vittima, un’ottantenne rimasta sorpresa e confusa dalla messinscena.
La truffa, in fase conclusiva, è degenerata in rapina vera e propria. I complici hanno arraffato una somma considerevole di denaro e preziosi custoditi nell’appartamento: contanti, monili e lingotti d’oro per un valore complessivo stimato di circa tre milioni di euro. La quantità e la natura degli oggetti sottratti indicano un colpo progettato con attenzione e destinato a colpire un patrimonio consistente.
La vicenda ha scosso l’opinione pubblica locale non solo per la dimensione del furto ma anche per le modalità violente con cui è stato portato a termine. Non è ancora certo se altri complici abbiano preso parte all’azione, ma le forze dell’ordine sembrano avanzare con cautela per non disperdere le varie tracce investigative ancora aperte nel corso dell’interrogatorio dei due coinvolti.