Arrestato geremia orlando barbuto a chivasso: nuova prova dell'infiltrazione della 'ndrangheta nel nord italia

Arrestato geremia orlando barbuto a chivasso: nuova prova dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel nord italia

L’arresto di Geremia Orlando Barbuto a Chivasso svela la presenza radicata della ‘ndrangheta nel Piemonte, evidenziando il ruolo chiave dell’organizzazione nella politica, economia e società locali attraverso l’operazione Millennium.
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L’arresto di Geremia Orlando Barbuto a Chivasso svela la presenza radicata e discreta della ‘ndrangheta nel nord Italia, evidenziando il legame tra mafia, politica ed economia locale nell’operazione antimafia “Millennium”. - Gaeta.it

Un appartamento anonimo di via sandro pertini a chivasso nascondeva una figura chiave della ‘ndrangheta al centro della maxi operazione antimafia “millennium”. L’arresto di geremia orlando barbuto, inserito in una rete criminale che opera su scala nazionale, rimette sotto i riflettori le radici mafiose nel territorio piemontese. La vicenda illumina aspetti inediti della presenza criminale nelle piccole città del nord e spiega come la mafia riesca a mantenere il controllo nascosto dietro un’apparente normalità.

L’arresto di geremia orlando barbuto e la localizzazione a chivasso

All’alba del 21 maggio 2025, i carabinieri hanno bussato in un palazzo privo di insegne e segni particolari nel quartiere di via sandro pertini a chivasso. Dietro a quella porta, nascosto nell’ombra di un appartamento anonimo, viveva geremia orlando barbuto. Quest’uomo non figurava tra volti noti della città di 27 mila abitanti alle porte di torino, ma si è rivelato uno dei 97 soggetti arrestati nell’ambito dell’operazione “millennium”. Quest’ultima ha smantellato una rete della ‘ndrangheta che si muove tra diverse regioni: calabria, piemonte, lombardia, lazio, emilia-romagna, sicilia e sardegna.

Un ruolo chiave nell’organizzazione mafiosa

Barbuto, secondo gli inquirenti, rappresentava un anello fondamentale nel caos criminale che muove traffici internazionali di droga, estorsioni, sequestri e manipolazioni economiche con risvolti mafiosi. La sua condotta quotidiana si mimetizzava nella banalità del vivere comune a chivasso, ma il suo ruolo ha dimostrato come la ‘ndrangheta sappia utilizzare la discrezione come scudo. La sua presenza nel nord non è casuale: si inserisce in una rete che punta a stabilire un “ecosistema mafioso” parallelo, dove il controllo passa per il silenzio e la discrezione.

La storica presenza della ‘ndrangheta a chivasso e l’eredità dell’operazione minotauro

Chivasso non è estranea all’infiltrazione mafiosa. Già nel 2011 fu protagonista di una vasta operazione chiamata “minotauro” che coinvolse più di 140 arresti in piemonte. L’inchiesta rivelò legami stretti tra boss calabresi e pezzi della classe politica locale. Tra gli arrestati spiccò il nome di bruno trunfio, ex assessore comunale di chivasso.

Quell’episodio fece tremare le fondamenta della città, tanto che si prospettò un possibile commissariamento per mafia, ipotesi poi esclusa, ma che lasciò profonde tracce nella politica e nella vita quotidiana della popolazione. La ripresa della cronaca legata alla ‘ndrangheta con un nome e un indirizzo precisi, rinfocola una ferita che non aveva ancora trovato rimedio. La presenza mafiosa si è adattata, cambiata, ma non debellata. Il caso barbuto testimonia che la città resta un punto di passaggio e radicamento per le cosche.

L’operazione millennium e il ruolo delle forze dell’ordine nel contrasto alla ‘ndrangheta

L’operazione “millennium” ha visto lo schieramento congiunto di diversi reparti specializzati dell’arma dei carabinieri: il ROS, lo squadrone eliportato cacciatori, il nucleo cinofili, il battaglione “calabria” e i reparti elicotteristi insieme all’unità ICAN. Le indagini hanno permesso di mettere a fuoco una struttura mafiosa fluida, capace di muoversi tra sud e nord con frequenti influenze su appalti pubblici, politiche e consensi.

Un’organizzazione elastica e radicata

Questa organizzazione è risultata estremamente elastica nel modo di operare: capace di stringere alleanze tra cosche differenti, cooperare nel voto di scambio e gestire affari illeciti. L’attività ha evidenziato come la mafia abbia acquisito un ruolo consolidato nell’economia illegale, con ramificazioni nelle regioni centrali e settentrionali d’Italia. La presenza di società di edilizia e ristorazione sotto controllo mafioso, sequestrate nel corso dell’indagine, dimostra la strategia di investimento e copertura delle attività criminali.

Connessioni politiche e economiche nell’inchiesta millennium

Tra le persone indagate spiccano diverse figure di rilievo della politica calabrese. Pasquale tripodi, già assessore regionale, si trova ai domiciliari. L’inchiesta coinvolge anche sebastiano romeo, ex capogruppo del PD in consiglio regionale, e alessandro nicolò, ex consigliere regionale di forza italia passato a fratelli d’italia, già indagato in precedenti inchieste come “libro nero”. Questa presenza di esponenti politici nella stessa rete criminale dimostra come la ‘ndrangheta pervada non solo l’economia illegale ma riesca a condizionare spazi istituzionali.

L’azione del sistema mafioso si estende fino a influenzare gare d’appalto e gestioni amministrative, spesso attraverso società di facciata che occultano attività illecite. Questo intreccio conferma la capacità della criminalità organizzata di trasformare territori e cariche pubbliche in strumenti di potere e controllo.

Un appartamento senza nome che racconta la mafia invisibile

Il particolare che colpisce maggiormente è proprio la scelta dell’abitazione di geremia barbuto. Nessuna insegna né nome sul citofono: una porta anonima in un palazzo qualunque. Questo dettaglio racconta la strategia della mafia di nascondersi nel quotidiano, di vivere al riparo da occhi indiscreti. La discrezione diventa un’arma, la silenziosa presenza un controllo altrettanto efficace di una presenza visibile.

Il volto oscuro dell’organizzazione non si svela con clamori ma si infiltra nei tessuti sociali, nelle relazioni comuni. Chivasso così diventa un esempio emblematico della trasformazione della criminalità organizzata: lontana dalle immagini mitiche e plateali, eppure concreta nel condizionare città e comunità piccole come grandi. La mafia non ha bisogno di farsi vedere, basta che resti presente.

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