Nel giugno 2025 un intervento congiunto tra le forze di polizia greche e italiane ha portato all’arresto di un cittadino americano sospettato in un grave caso di cronaca. La vicenda ruota attorno al ritrovamento del corpo di una neonata e di sua madre, avvenuto nel parco di villa Pamphili a Roma. Le indagini, coordinate dalla procura capitolina, hanno condotto gli agenti a intervenire sull’isola di Skiathos, dove è stato individuato e fermato il presunto responsabile. Questo episodio segna un momento importante nella collaborazione internazionale contro reati gravi.
La scoperta dei corpi nel parco di villa Pamphili
Il 7 giugno 2025 le autorità italiane hanno trovato all’interno del parco di villa Pamphili, a Roma, i corpi senza vita di una madre e della sua neonata. La scena ha immediatamente attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, segnalando un episodio di forte impatto emotivo e di rilevanza giudiziaria. Gli accertamenti sul posto sono stati rapidi e hanno portato alla raccolta di elementi utili per aprire un’indagine alla ricerca della verità su quanto accaduto.
La madre e la neonata, ritrovate in condizioni tali da far sospettare un omicidio e un occultamento, sono state presto al centro delle indagini coordinate dalla procura di Roma. Gli esperti forensi hanno avviato accertamenti sulle cause della morte e sulle modalità con cui sarebbero stati nascosti i corpi nel parco cittadino, uno spazio pubblico frequentato abitualmente da residenti e turisti.
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Indagini e collaborazione internazionale
A pochi giorni dal ritrovamento, le forze di polizia greche, in collaborazione con la polizia italiana, hanno individuato a Skiathos un cittadino americano ritenuto gravemente indiziato per l’omicidio della neonata e per l’occultamento del corpo della madre.
L’arresto sull’isola di Skiathos
Il 13 giugno 2025, gli agenti del dipartimento di polizia locale, insieme agli investigatori del servizio centrale operativo della polizia di stato italiana e della squadra mobile di Roma, hanno condotto l’operazione che ha portato al fermo dell’uomo.
All’azione ha partecipato anche il personale dell’ufficio dell’esperto per la sicurezza dello SCIP presente in Grecia, una figura chiave nella cooperazione tra forze dell’ordine di diversi paesi. L’arresto è avvenuto in un contesto complesso che ha richiesto coordinamento e rapidità per non perdere traccia dell’indagato, individuato dopo una serie di accertamenti incrociati tra le autorità italiane e greche.
Il mandato di arresto europeo e quindi l’estradizione
Dopo l’identificazione del sospettato, la polizia greca ha notificato il mandato di arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria italiana. Quel documento rappresenta oggi uno strumento fondamentale per garantire la collaborazione tra stati nel contrasto a reati che superano i confini nazionali.
In questo caso, il mandato è stato emesso a seguito delle indagini svolte dalla procura di Roma, la quale ha avviato un procedimento punito dalla legge italiana per omicidio e occultamento di cadavere. L’intervento internazionale, che ha unito le forze di polizia di due paesi, evidenzia l’importanza dei canali di comunicazione e delle procedure condivise per assicurare che chi commette reati gravi sia assicurato alla giustizia, indipendentemente dal luogo in cui si trovi.
La notifica di quel mandato segna una tappa essenziale nel percorso giudiziario, aprendo la strada al trasferimento del sospettato in Italia per rispondere delle accuse a suo carico secondo l’ordinamento nazionale.