Un uomo di 63 anni, di nazionalità argentina, è stato posto ai domiciliari a roma con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica e truffa aggravata. L’indagine, diretta dalla procura della repubblica di roma, ha portato alla luce un’attività fraudolenta legata a cure non autorizzate, rivolte specialmente a pazienti con patologie particolari. I dettagli raccontano di un percorso terapeutico costoso, basato su metodi inesistenti e sostanze scadute o vietate.
Il punto di partenza delle indagini e le accuse contro il sedicente medico
L’indagine ha avuto origine da una denuncia presentata dai genitori di un ragazzo quindicenne affetto da disturbi neurologici. La famiglia si era rivolta al medico argentino convinta di trovare un esperto, considerato un riferimento sanitario di rilievo, a partire da proprie autorevoli affermazioni. Il sessantatreenne sosteneva di aver seguito e curato per anni papa Giovanni Paolo II, insieme a oltre cinquanta cardinali in carica. Tuttavia, questa dichiarazione è stata smentita dagli accertamenti investigativi, che non hanno trovato riscontri alle sue parole.
Il professionista doveva curare il ragazzo con una terapia sperimentale basata sul presunto “trapianto di cellule staminali”. Secondo lui, questo trattamento avrebbe migliorato aspetti importanti come il comportamento e il linguaggio del giovane paziente, oltre a ridurre i costi delle cure. La famiglia ha versato quasi 30 mila euro in contanti per un programma che è durato due anni, senza alcun beneficio reale.
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I metodi di cura e i materiali rinvenuti durante la perquisizione
Durante il percorso terapeutico, il sedicente medico ha continuato a somministrare al ragazzo sostanze che si sono rivelate non solo inutili, ma complesse da definire regolari. Le indagini della polizia hanno evidenziato la somministrazione di prodotti olezzanti scaduti da tempo e dichiarati vietati. La loro composizione è stata sottoposta a verifica da parte delle autorità sanitarie competenti.
La polizia postale ha effettuato una perquisizione nell’abitazione del finto medico, trovando una quantità significativa di materiali utili alle indagini. Sono state sequestrate circa 400 cartelle di pazienti con dati personali, che probabilmente suggeriscono un’attività irregolare e ampia. Sono state trovate inoltre numerose provette contenenti campioni biologici come esami di sangue e urina, insieme a confezioni di medicinali scaduti da anni e ancora sigillati.
L’azione della polizia e le conseguenze per la comunità locale
L’arresto è stato eseguito dalla polizia di stato di roma, coordinata dalla procura della repubblica locale. L’attività investigativa ha coinvolto il centro operativo per la sicurezza cibernetica, segnalando la complessità e la pericolosità dell’abuso di una professione delicata come quella medica. Non si tratta soltanto di un caso isolato, ma di un fenomeno che mette in pericolo la salute delle persone più vulnerabili.
Il coinvolgimento di minorenni e pazienti con problemi di salute gravi sottolinea la gravità dell’inganno. L’uso di sostanze scadute e di terapie fasulle rischia di compromettere condizioni già delicate, aggravando la situazione invece di migliorarla. L’arresto del finto medico rappresenta un intervento necessario per evitare ulteriori danni e per sensibilizzare la popolazione sui rischi legati a cure non certificate.
Le indagini tematiche saranno probabilmente approfondite per scoprire se ci siano altre vittime o casi simili, anche in altre zone della città o della regione. Il lavoro della polizia e della procura si concentrerà sull’analisi delle situazioni cliniche seguite dal falso specialista, per chiarire l’estensione della sua attività e i danni provocati.
Questo episodio è un avvertimento per chi cerca soluzioni rapide o miracolose, spesso rivolgendosi a figure non riconosciute da alcun albo professionale. Le autorità ribadiscono la necessità di rivolgersi a strutture e medici certificati per evitare situazioni analoghe e proteggere la propria salute.