La squadra Mobile di Padova ha fermato un uomo di 39 anni, cittadino lituano, accusato di aver messo a segno diversi furti di componenti su auto di lusso. L’attività illecita prevedeva lo smontaggio delle vetture e la rivendita dei pezzi ricavati. L’operazione ha coinvolto anche la madre 64enne dell’uomo, denunciata per aver affittato una villetta a Cittadella, nelle vicinanze di Padova, usata come base per l’organizzazione dei furti. Nel corso dell’intervento la polizia ha recuperato materiale rubato per un valore stimato superiore ai 200.000 euro.
Modalità e tempistiche dei furti su auto di lusso tra le province di padova e venezia
Il 39enne è arrivato nel Veneto lo scorso 6 maggio con uno scopo preciso: compiere una serie di furti mirati a sottrarre componenti di alto valore da auto parcheggiate nelle province di Padova e Venezia. Per dare corpo al suo piano ha affittato una villetta a Cittadella, dove si è stabilito per circa quindici giorni. Le indagini della Mobile hanno rivelato che il lituano, residente in patria, è coinvolto in attività sportive legate alle supercar e gare di auto da corsa in Lituania.
Le notte erano il momento prediletto per mettere a segno i colpi, con furti ai danni di veicoli di marchi noti come Audi, BMW e Mercedes. Venivano sottratti paraurti, volanti, sensori elettronici e fanali, lasciando le auto parzialmente smontate. L’intensità degli episodi aveva spinto diverse vittime a presentare denunce nei giorni precedenti l’arresto, fornendo alla polizia elementi cruciali sull’andamento delle operazioni.
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Indagini, telecamere e scoperta del furgone carico di pezzi di ricambio
Fondamentale per l’avanzamento delle indagini si è rivelato l’uso delle telecamere di videosorveglianza pubbliche distribuite in zona. Dai filmati, gli agenti hanno identificato un veicolo sospetto che circolava quasi sempre di notte, con targhe false o clonate. Nonostante i movimenti sembrassero casuali, le riprese hanno mostrato continue rotazioni attorno all’area di Cittadella.
Il 13 maggio la polizia ha raggiunto la villetta dove risiedevano il 39enne e sua madre. In un cortile adiacente gli agenti hanno trovato un furgone con targa danese, pieno di pezzi di ricambio per auto di lusso, tutti imballati e pronti per il trasporto all’estero. L’auto del sospettato, rinvenuta nei pressi della villetta, risultava priva dei sedili posteriori, soluzione adottata per facilitare il carico rapido di parti sottratte.
All’interno del veicolo sono inoltre state scoperte diverse cassette di attrezzi professionali, dimostrando capacità specifiche di smontaggio e manutenzione su vetture prestigiose. Questi elementi hanno consentito agli investigatori di confermare la natura preparata e organizzata dell’operazione.
Recupero della refurtiva e dettagli sull’organizzazione dei ricavi online
Durante le perquisizioni sono stati recuperati 14 paraurti completi di accessori, un centinaio di volanti, fanali, sensori elettronici e altri componenti di veicoli di alta gamma. Le analisi hanno evidenziato che i pezzi smontati venivano messi in vendita attraverso un sito internet gestito direttamente dall’indagato. L’attività commerciale illegale permetteva di ricavare profitti dal mercato degli accessori per auto di lusso, un lavoro che richiede conoscenze tecniche e capacità di movimentare merce di valore.
La madre dell’uomo ha avuto un ruolo logistico collegato all’affitto della villetta che ha fornito rifugio e centro operativo per la durata dell’attività . Entrambi sarebbero dovuti ritornare in Lituania il 16 maggio, ma sono stati bloccati grazie alle indagini della Mobile.
Disposizioni giudiziarie e conseguenze per il 39enne e la madre
A seguito del fermo, il tribunale di Padova ha convalidato l’arresto del lituano. Per l’uomo è stata disposta la custodia cautelare in carcere, considerata la gravità dei reati e il rischio di fuga. La madre, invece, è stata denunciata e risulta coinvolta nelle responsabilità relative alla gestione della base per i furti.
L’operazione conferma l’attenzione delle forze di polizia sulle attività criminali legate ai furti di auto di lusso, che spesso coinvolgono reti organizzate e colpi anche in zone diverse. Il recupero della refurtiva per un valore superiore ai 200.000 euro dimostra l’entità del danno subito dai proprietari, ma al contempo il lavoro investigativo ha permesso di bloccare questa catena di reati poco prima del ritorno degli indagati all’estero.