La polizia di stato ha chiuso il caso del cosiddetto “rapinatore degli studenti” che aveva messo a segno almeno quattro rapine nel centro di napoli, minacciando giovani con un coltello. L’arresto di giuseppe capasso, 46 anni, è arrivato dopo due mesi di indagini concentrate nei quartieri più frequentati dagli studenti. Ecco tutti i dettagli sull’operazione e il contesto che ha portato alla soluzione del caso.
Le rapine tra il 17 e il 21 aprile: le modalità e le vittime nel centro storico di napoli
Nel corso di due settimane di aprile 2025, il centro di napoli è stato teatro di diversi episodi di rapina ai danni di giovani, in particolare studenti che tornavano a casa nelle ore notturne. Il 17 aprile capasso ha intercettato un ragazzo al quale ha offerto un passaggio in auto. Non appena l’adolescente è salito, è stato minacciato con un coltello e costretto a consegnare il telefono cellulare prima che il rapinatore si dileguasse.
Qualche giorno dopo, il 21 aprile, si sono verificati altri raid in via del Grande Archivio, nel cuore storico della città. Qui tre ragazze e due ragazzi sono stati avvicinati, minacciati sempre con la stessa arma, e privati dei loro effetti personali. Le rapine sono avvenute agli stessi orari, durante la notte, quando le strade si svuotano e diventano più isolate.
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In tutti gli episodi, l’aggressore ha agito con cautela ma senza esitare a usare la minaccia serrata del coltello per ottenere ciò che voleva. Le vittime erano intimorite e non hanno potuto che consegnare tutto ciò che avevano.
Gli interventi delle forze dell’ordine sono stati immediati, con i poliziotti del Commissariato Decumani che hanno raccolto testimonianze e analizzato ogni possibile pista per risalire al colpevole.
La cattura del rapinatore e il ritrovamento dell’arma usata nei colpi
Le indagini serrate della squadra giudiziaria hanno permesso di identificare capasso in tempi rapidi. L’uomo, originario del quartiere Buvero, non era nuovo a questo tipo di reati, infatti aveva già precedenti per rapine e minacce.
Nella perquisizione dell’auto usata per la prima rapina, gli agenti hanno trovato il coltello con cui capasso terrorizzava le vittime. L’arma, nascosta in un vano del veicolo, ha rappresentato una prova decisiva nell’inchiesta.
Ieri mattina, gli stessi investigatori hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice. Capasso è stato portato nel carcere di Poggioreale. In attesa dell’interrogatorio di garanzia, risponde di rapina aggravata e detenzione di arma.
Il caso è un esempio di come i controlli mirati nelle aree più sensibili della città possano portare rapidamente all’identificazione degli autori di azioni criminali che destano allarme sociale e preoccupazione.
I precedenti di capasso: un giro di rapine ai danni di giovani già dieci anni fa
L’arrestato non è nuovo a episodi del genere. Già nel 2015, capasso era finito nelle cronache locali per una serie di rapine ai danni soprattutto di minorenni, che venivano avvicinati e minacciati. La sua tecnica non è cambiata nel tempo: sempre armato di coltello, il rapinatore puntava a studenti e ragazzi nelle zone centrali di napoli.
Nel marzo di dieci anni fa, infatti, fu arrestato dopo un ultimo episodio a largo San Marcellino, dove aveva portato via vari oggetti personali a giovani della zona. Dopo la denuncia delle vittime, le polizie erano riuscite a risalire a lui grazie a foto segnaletiche, fermandolo in via Martiri d’Otranto, sempre nel quartiere Pendino.
Il ritorno alle scene, con analoghi metodi e nelle stesse aree di napoli, ha fatto scattare di nuovo le indagini. Le forze dell’ordine, conoscevano la sua storia e sono andate a fondo per evitare che potesse continuare a mettere in pericolo i ragazzi della città.
Capasso è ora rinchiuso a Poggioreale e dovrà rispondere davanti alla magistratura per i fatti recentemente contestati. Le attività di monitoraggio e sicurezza rimangono alte negli istituti scolastici e nelle vie frequentate dai giovani, per prevenire conseguenze simili in futuro.