Un intervento della sezione narcotici della Squadra mobile di Bolzano ha portato all’arresto di un ventenne marocchino, titolare di asilo politico, trovato con grandi quantità di sostanze stupefacenti. Le segnalazioni dei residenti del quartiere Oltrisarco hanno fatto partire le indagini che hanno rivelato un deposito di droga significativo, evidenziando una rete di spaccio più ampia del semplice trasporto di dosi. L’intervento e i dettagli dell’operazione offrono uno spaccato della lotta contro il traffico di droga nel capoluogo altoatesino.
Le segnalazioni e il fermo nel quartiere oltrisarco
Le denunce dei cittadini del quartiere Oltrisarco, a Bolzano, sono state il punto di partenza per l’operazione delle forze dell’ordine. I residenti avevano notato movimenti sospetti in uno stabile, con un continuo via vai di persone che destavano sospetti. Gli agenti della Squadra mobile, concentrandosi su queste segnalazioni, hanno organizzato un appostamento nei pressi dell’edificio.
Nel cortile condominiale è stato individuato un giovane corrispondente alle descrizioni ricevute. L’uomo, ventenne marocchino con status di asilo politico e senza precedenti, è stato subito fermato e sottoposto a perquisizione. In suo possesso sono stati trovati circa 100 grammi di cocaina divisi in due involucri, una quantità già importante, sufficiente per alimentare il mercato di strada locale. Questo primo ritrovamento ha fatto scattare un controllo più approfondito sulla sua abitazione.
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La scoperta di un deposito di droga nel domicilio del sospetto
La perquisizione domiciliare ha rivelato un deposito ben fornito di sostanze stupefacenti: oltre un chilo di hashish, 1,2 kg di cocaina in parte già divisa in dosi e altri 10 grammi di marijuana. Oltre alla droga sono stati sequestrati anche materiali per il confezionamento, indispensabili per la preparazione delle dosi destinate alla vendita. Un elemento importante ai fini delle indagini è stato il sequestro di 4.200 euro in contanti, ritenuti frutto dell’attività di spaccio.
I numeri evidenziano una struttura ben organizzata, in grado di gestire quantitativi rilevanti di sostanze illegali. La presenza di denaro e materiali specifici per l’imballaggio del narcotico conferma una vendita attiva e regolare. La situazione rilevata lascia intendere una responsabilità superiore rispetto al semplice pusher, con il sospetto che il giovane marocchino fosse in realtà un fornitore per pusher locali.
L’ipotesi di una rete di spaccio più ampia e il ruolo dell’arrestato
Le indagini della Squadra mobile non si sono limitate al sequestro della droga e del denaro. Sono stati trovati anche quaderni contabili che riportano annotazioni relative a compravendite di stupefacenti risalenti a gennaio. Questi documenti sostengono l’ipotesi che l’uomo non agisse solo come spacciatore di strada, ma che gestisse una rete di distribuzione più articolata.
I quaderni mostrano ripetute transazioni, con nomi, date e quantità, elementi che rafforzano l’idea di un coordinamento più ampio. Le forze dell’ordine ritengono che il ventenne fosse un punto di riferimento per diversi pusher del territorio, alimentando così il mercato locale della droga con quantitativi significativi.
L’uomo è stato arrestato e accusato di spaccio e detenzione ai fini di spaccio. Dopo l’arresto, è stato condotto nel carcere di Bolzano, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La revoca della protezione e la posizione delle autorità
Dopo l’arresto, il questore di Bolzano, Paolo Sartori, ha immediatamente richiesto alla Commissione territoriale per i rifugiati la revoca della protezione internazionale concessa al giovane. Questa decisione è il primo passo verso un decreto di espulsione che dovrebbe essere eseguito una volta terminata la detenzione in carcere.
Il questore ha sottolineato come questo intervento rappresenti un colpo importante contro il traffico di stupefacenti nella città. Sartori ha rimarcato la necessità di continuare l’azione contro chi alimenta la diffusione di droga, problema che colpisce soprattutto i giovani della comunità. Da parte della polizia c’è la volontà di mantenere alta l’attenzione per arginare il fenomeno e impedire che reti di spaccio si radichino sul territorio.
L’arresto di questo giovane, titolare di protezione internazionale, ha acceso un dibattito sul controllo degli ingressi e sulla vigilanza relativa a chi usufruisce di tali tutele. L’operazione a Bolzano rappresenta un caso particolare che porterà probabilmente a una revisione più attenta delle posizioni e delle condizioni di chi è protetto dallo stato.