Arrestati tre uomini per rapina e sequestro in ufficio postale di villastellone, indagini ancora aperte

Arrestati tre uomini per rapina e sequestro in ufficio postale di villastellone, indagini ancora aperte

Tre arresti nella prima cintura torinese per rapine e sequestro all’ufficio postale di Villastellone, grazie alle indagini dei carabinieri di Chieri che hanno ricostruito i due assalti del 2023.
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Tre persone della prima cintura torinese sono state arrestate per due rapine all’ufficio postale di Villastellone, con sequestro di persona e uso di strumenti intimidatori. Le indagini dei carabinieri hanno portato alla custodia cautelare in carcere. - Gaeta.it

Tre persone residenti nella prima cintura torinese sono state arrestate l’8 luglio dai carabinieri della compagnia di chieri con l’accusa di rapina aggravata, tentata rapina e sequestro di persona. I fatti risalgono ad agosto 2023 e riguardano due assalti all’ufficio postale di villastellone, paese a sud-est di torino. La complessa attività investigativa ha permesso di ricostruire in dettaglio le modalità del gruppo criminale, evidenziando una preparazione meticolosa durante il primo colpo e un secondo tentativo fallito per la presenza delle forze dell’ordine. In questa cronaca si descrivono le fasi delle rapine, le indagini e i risultati raggiunti.

Il primo colpo all’ufficio postale e il sequestro della direttrice

Agosto 2023. Due uomini fanno irruzione nell’ufficio postale di villastellone. Sono armati e indossano maschere per non farsi identificare. Una volta dentro immobilizzano la direttrice con fascette di plastica, legandola alla sedia per impedirle ogni tentativo di fuga o segnalazione. L’azione è rapida e decisa: i malviventi arraffano oltre 40.000 euro in contanti, denaro da diverso tempo accumulato per pagamenti e operazioni postali. Il fatto che venga effettuato un sequestro di persona all’interno di un luogo pubblico come un ufficio postale colpisce per la gravità e la freddezza dei rapinatori. L’obiettivo, evidentemente, è assicurarsi una via di fuga sicura e senza interruzioni. Non a caso, l’episodio ha causato forti disagi al personale e anche choc tra la popolazione locale.

Il secondo tentativo fallito e il ritrovamento di oggetti sospetti

Un mese e mezzo dopo la prima rapina, i due uomini tentano di nuovo l’assalto, questa volta affiancati da un terzo complice. La tecnica e la meta restano le stesse: violare l’ingresso dell’ufficio postale di villastellone per mettere a segno un bottino. Ma qualcosa va storto. Questa volta la porta dell’ufficio non cede all’effrazione. Di fronte all’impossibilità di entrare, i tre decidono di ritirarsi. Durante la fuga, lasciano dietro di sé diversi oggetti: coltellacci, fascette di plastica, mascherine, occhiali da sole e un piccolo ordigno artificiale. Gli inquirenti ritengono che questi materiali fossero destinati a intimidire e minacciare il personale nel tentativo di violare nuovamente lo stabile. Il fatto che un falso ordigno venga portato con sé dimostra una strategia di pressione e pericolo psicologico verso le vittime. Quella seconda azione ha però subito attirato l’attenzione dei carabinieri, pronti a intervenire e ad avviare un’indagine serrata.

Le indagini e il lavoro dei carabinieri per collegare i sospetti

I carabinieri della compagnia di chieri, supportati dal nucleo operativo e radiomobile, hanno passato mesi a ricostruire gli eventi attraverso l’analisi delle telecamere di sorveglianza del territorio. Le immagini sono state incrociate con rilevamenti sul campo che hanno permesso di seguire i movimenti dei sospettati. Grazie a questa attività, sono emersi dettagli importanti: i volti dei rapinatori, le loro abitudini e gli spostamenti prima e dopo i colpi. Tutti e tre gli arrestati risultano conosciuti alle forze dell’ordine per precedenti penali. La presenza di un quarto uomo, indicato come autista durante le azioni, è stata confermata. Per lui però non sono stati raccolti elementi sufficienti per emettere una misura cautelare. Il lavoro investigativo ha consentito di isolare il gruppo e fornire prove valide per la procura di torino che ha ordinato la custodia cautelare in carcere.

Il contesto delle rapine agli uffici postali nelle province piemontesi

Il caso di villastellone ha attirato l’attenzione su fenomeni criminosi che sembravano attenuarsi nel territorio piemontese. Le rapine agli uffici postali in provincia, un tempo frequenti, si sono ridotte negli ultimi anni anche per l’aumento della sicurezza e dei sistemi di controllo. Tuttavia, la modalità con cui sono stati organizzati i due tentativi a villastellone evidenzia una minaccia che non va sottovalutata. La presenza di un sequestro di persona e la presenza di strumenti atti a intimidire mostrano un livello di pianificazione non sporadico, bensì organizzato. Rimane da valutare se lo stesso gruppo abbia svolto altre attività illecite nelle vicinanze o se abbia scelto villastellone come unico obiettivo. La procura insieme ai carabinieri mantiene la vigilanza aperta per eventuali nuovi sviluppi sull’inchiesta.

La situazione attuale degli arrestati e l’esito del procedimento

Gli arrestati sono stati condotti presso il carcere torinese “lorusso e cutugno” dove attendono le valutazioni della magistratura. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa in fase preliminare, con tutti i diritti riconosciuti e la presunzione di innocenza fino a sentenza. Le autorità mantengono una stretta riservatezza sui dettagli del procedimento, anche per proteggere eventuali altre indagini sul gruppo. Il ritrovamento degli oggetti abbandonati durante il secondo assalto sarà comunque elemento importante nel processo. La popolazione di villastellone segue con attenzione gli sviluppi, considerata la gravità degli eventi e gli effetti sulla sicurezza territoriale.

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