Arrestati tre sindaci in campania in due giorni per corruzione e concussione

Arrestati tre sindaci in campania in due giorni per corruzione e concussione

Tre sindaci campani di Santa Marina, San Vitaliano e Sorrento arrestati per corruzione, concussione e altri reati; indagini della Guardia di finanza e Procura di Lagonegro svelano un sistema illecito tra amministratori e imprenditori.
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In Campania, tre sindaci di Santa Marina, San Vitaliano e Sorrento sono stati arrestati per corruzione, concussione e altri reati legati a tangenti e favori illeciti, con coinvolgimento di imprenditori e staff amministrativi. - Gaeta.it

In pochi giorni, la Campania ha visto finire agli arresti tre sindaci. Gli ultimi sviluppi riguardano i primi cittadini di Santa Marina, San Vitaliano e Sorrento, coinvolti in diversi reati legati a corruzione e concussione. Le indagini sono state condotte tra luglio 2023 e i primi mesi del 2025 dalle forze dell’ordine locali, con misure cautelari eseguite dalla Guardia di finanza e dalla polizia giudiziaria. Tra gli arrestati anche imprenditori e membri dello staff amministrativo.

Arresto del sindaco di santa marina e le accuse di corruzione

Il 58enne sindaco di Santa Marina, Giovanni Fortunato, è stato messo agli arresti domiciliari per il presunto coinvolgimento in un episodio di corruzione. Secondo le autorità, avrebbe ricevuto una tangente da 100mila euro da due imprenditori napoletani per autorizzare il rilascio di un permesso a costruire in assenza del piano urbanistico previsto. I 100mila euro, consegnati tramite il tecnico incaricato della progettazione, sono finiti sotto la lente degli investigatori. La corruzione avrebbe alterato le procedure amministrative, favorendo gli interessi di specifici operatori immobiliari.

Indagini e modalità operative

Le indagini, iniziate nel luglio 2023, hanno fatto emergere come Fortunato non si sia limitato a dare indirizzi politici, ma abbia influenzato direttamente la gestione degli uffici comunali. Ha orientato le scelte su quali progetti approvare e quali tecnici coinvolgere, richiedendo inoltre che fossero scelti professionisti a lui vicini, attraverso i quali ottenere vantaggi personali e denaro. Questi comportamenti compromettevano il corretto funzionamento dell’ente e danneggiavano la trasparenza amministrativa del Comune.

Accanto a Fortunato, è stato arrestato anche un imprenditore napoletano di 59 anni, accusato dello stesso reato. L’attività degli investigatori includeva intercettazioni telefoniche e ambientali, esami di dispositivi elettronici e perquisizioni domiciliari e locali. Durante una delle operazioni, è stato sequestrato oltre 160mila euro in contanti, somma ritenuta collegata alle attività illecite. Il caso evidenzia un sistema di tangenti e compromessi tra alcuni professionisti, imprenditori e pubblici amministratori.

I reati e le misure cautelari legate alla vicenda san vitaliano

Nel comune di San Vitaliano, nel napoletano, le indagini hanno colpito otto persone, tra cui la sindaca dimissionaria Rosalia Masi e il marito, ex responsabile delle Politiche sociali del Comune. I sospetti riguardano concussione tentata, corruzione, turbativa d’asta e depistaggio. L’inchiesta ha rivelato una presunta associazione tra Masi, il marito, il comandante della polizia municipale e l’allora capo dell’ufficio tecnico, finalizzata alla perpetrazione di reati contro la Pubblica amministrazione.

Diverse misure cautelari sono state eseguite: due persone sono finite in carcere, altre due ai domiciliari, due hanno ricevuto il divieto di dimora, mentre un indagato è stato sospeso da incarichi pubblici per un anno. È stato anche imposto a un soggetto di non poter contrattare con amministrazioni pubbliche nello stesso periodo. La nota della Procura di Lagonegro firmata dal procuratore Marco Del Gaudio – specifica che gli indagati avrebbero dimostrato un coinvolgimento diretto nelle attività illecite, coordinandosi per influenzare procedimenti amministrativi e favorire interessi personali o di terzi.

Svolta nella gestione del comune

L’arresto di Rosalia Masi rappresenta una svolta per la gestione del Comune, da tempo coinvolto in problemi legati a mala gestione e presunte irregolarità. I provvedimenti hanno bloccato l’attività politica della sindaca e del marito, avviando un procedimento penale che potrebbe portare a condanne per i coinvolti.

Arresto del sindaco di sorrento e il coinvolgimento dello staff

Anche il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, è finito in carcere per inducente indebita a dare o promettere utilità. Le forze dell’ordine hanno eseguito l’arresto in flagranza insieme a un suo collaboratore, Francesco Di Maio, giornalista inserito nel suo staff. Nel corso dell’operazione è stato sequestrato un video in cui si vede uno degli assistenti del primo cittadino contare i soldi di una mazzetta appena ricevuta.

L’indagine ha portato alla luce un meccanismo di favori e corruzione legati alla gestione di incarichi e concessioni nel territorio. Coppola e Di Maio sono accusati di influenzare procedure e decisioni pubbliche in cambio di vantaggi economici. Le autorità sono particolarmente attente nella verifica dei comportamenti del gruppo dirigente di Sorrento, una città con un forte valore turistico che richiede trasparenza e regolarità. La vicenda evidenzia la vulnerabilità di alcune amministrazioni locali alle pressioni di interessi privati che compromettono la fiducia dei cittadini.

Relazioni illecite tra amministratori e imprenditori

La rete di relazioni tra amministratori pubblici, tecnici, imprenditori e operatori esterni emerge come un fattore cruciale nelle recenti vicende giudiziarie. Le tre situazioni coinvolgono territori diversi della Campania, ma tutte mostrano dinamiche simili di scambi illeciti e abuso di potere. Le forze dell’ordine continuano a monitorare i comportamenti sospetti per impedire ulteriori interventi illegali nelle pubbliche amministrazioni locali.

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