Un’evidente escalation di raggiri colpisce la zona di Pescara. Due giovani, finti agenti delle forze dell’ordine, hanno truffato una coppia di anziani, sottraendo loro beni di grande valore. Un episodio che solleva preoccupazioni in termini di sicurezza per la comunità locale e mette in luce come i truffatori sapientemente sfruttino la vulnerabilità delle persone più anziane. La vicenda si è svolta mercoledì 9 aprile, in un pomeriggio che sembrava ordinario, ma che si è trasformato in un incubo per i due coniugi residenti nelle Marche.
La telefonata ingannevole
Il primo passo nella truffa è avvenuto con una telefonata, ricevuta intorno alle ore 13. Il truffatore, spacciandosi per il nipote della donna, ha messo in atto un abile stratagemma. Ha raccontato una storia carica di urgenza: la figlia della coppia si trovava in grave difficoltà a causa di un’insolvenza. L’anziano coniuge, preoccupato e sorpreso, è stato immediatamente ingannato dalle parole dell’uomo, che ha minacciato che senza un’aiuto immediato, la situazione sarebbe degenerata. È un meccanismo già visto, quello che sfrutta il panico, ma che continua a mietere vittime in molte parti d’Italia.
Dopo questa prima telefonata, la coppia ha ricevuto un ulteriore contatto da un altro individuo. Qui la modalità di azione ha preso una piega ancora più drammatica: il truffatore si è presentato come un ufficiale delle forze dell’ordine, confermando l’urgenza. Ha consigliato alla donna di preparare contante o, meglio ancora, i gioielli di famiglia, affermando che solo in questo modo sarebbe stata possibile la risoluzione del problema riguardante la loro figlia. È in momenti come questo che la fragilità emotiva delle persone anziane viene sfruttata pienamente.
Il colpo e l’intervento della polizia
Dopo aver creduto ciecamente alle due telefonate, la coppia ha incontrato i truffatori. Si sono trovati faccia a faccia con i falsi agenti. Non hanno avuto esitazioni nel cedere una cospicua quantità di oggetti di valore, tra cui oro, gioielli, orologi e denaro contante. Questa operazione ha comportato la perdita di una somma di circa 40 mila euro, un ritratto del risparmio e della vita lavorativa di due persone che non meritavano di subire un tale affronto.
Quando la truffa è stata finalmente realizzata, e la coppia si è accorta dell’inganno subito, non hanno perso tempo e hanno sporto denuncia. Questo passo ha attivato le forze dell’ordine, dando inizio a una rapida indagine. La reazione della polizia è stata tempestiva, e dopo poco i due malfattori, un 30enne e una 18enne di Benevento, sono stati riconosciuti e cercati.
La cattura e i ritrovamenti
La loro fuga, però, è stata breve. Una pattuglia della Polizia Stradale della Sottosezione autostradale di Pescara Nord ha intercettato il veicolo dei sospetti sulla A14. La macchina è stata fermata presso il casello di Città Sant’Angelo. Gli agenti, insospettiti dai movimenti strani dei giovani, hanno effettuato una perquisizione sia personale che del veicolo. E la scoperta è stata sorprendente: all’interno dell’auto, occultati in una scatola, sono stati rinvenuti numerosi oggetti rubati dalla coppia di anziani.
Di fronte a prove schiaccianti, i due sono stati immediatamente deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa. Questo episodio non è solo una notizia locale, ma un monito per le comunità a rimanere vigili. La protezione delle fasce più vulnerabili della società deve essere una priorità per tutti e i cittadini devono essere sempre informati sulle modalità di azione dei truffatori, affinché simili avvenimenti siano evitati in futuro.