Nel 2025 due indagini distinte hanno portato alla luce gravi casi di abusi sessuali in ambito medico, coinvolgendo un primario dell’ospedale di piacenza e un medico radiologo pensionato, entrambi arrestati per violenze su donne sotto copertura di ruolo professionale. Le autorità locali e nazionali hanno coordinato le rispettive inchieste per accertare quanto accaduto nelle strutture sanitarie e in una clinica inesistente.
Abusi sessuali nell’ospedale guglielmo da saliceto: il primario accusato di violenza e stalking
Il primario della struttura complessa dell’ospedale guglielmo da saliceto a piacenza è stato arrestato con un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip. Le accuse principali sono violenza sessuale aggravata e atti persecutori verso dottoresse e infermiere, praticati nell’ambiente di lavoro. Secondo le indagini della squadra mobile di piacenza, che si sono basate su intercettazioni telefoniche e registrazioni ambientali, il medico bloccava le porte del suo studio, chiudeva a chiave e costringeva le vittime a subire atti sessuali.
Nel corso di 45 giorni di monitoraggio sono stati ricostruiti 32 episodi, quasi quotidiani, verificatisi durante l’orario di lavoro. La procura ha sottolineato come il primario usasse il suo ruolo per agire senza scrupoli, trattando le dipendenti come se fossero a sua completa disposizione anche sessualmente. Gli abusi avvenivano non solo durante appuntamenti ufficiali o riunioni, ma anche nelle conversazioni relative all’attività professionale. La denuncia iniziale è arrivata da una dottoressa aggredita dopo essere entrata nello studio per discutere di ferie. Il caso è stato segnalato subito alla direzione sanitaria e alla questura di piacenza.
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Pressioni continue e silenzio forzato
Lo scenario emerso dalle indagini parla di una pressione continua sulle vittime, alcune delle quali hanno denunciato di temere ripercussioni sia professionali che personali. In almeno due casi il medico è anche imputato per stalking, per la persistenza e l’insistenza con cui richiedeva silenzio e sottomissione. L’ambiente di lavoro ha mostrato una forte omertà, che inizialmente ha ostacolato gli accertamenti. Alcune donne, all’inizio riluttanti a parlare, hanno poi confermato quanto ripreso nei filmati. La direzione dell’Asl di piacenza ha espresso solidarietà alle vittime e fiducia nella magistratura, ribadendo il valore inderogabile della tutela della persona.
Abusi sessuali e false promesse di lavoro: il caso del medico radiologo e il 42enne ai domiciliari
Parallelamente a piacenza, milano ha visto scattare un’operazione contro un medico radiologo pensionato di 71 anni, arrestato per violenza sessuale di gruppo insieme a un uomo di 42 anni, anche lui ai domiciliari. Le indagini guidate dai carabinieri e dal pubblico ministero antonio pansa hanno svelato un sistema che dal 2016 attirava decine di ragazze attraverso annunci ingannevoli. Le vittime, convinte di partecipare a video promozionali per una clinica che in realtà non esisteva, venivano sottoposte a finte visite mediche durante le quali subivano violenze. Peraltro, uno degli arrestati si fingendo ginecologo, aggravando la truffa e l’abuso.
Materiale pornografico e metodo criminale
Le ragazze venivano filmate contro la loro volontà in materiale pornografico, distribuito senza consenso. Il numero di potenziali vittime coinvolte sfiora le 135, sempre secondo le ricostruzioni giudiziarie. La misura cautelare firmata dal gip mattia fiorentini parla di azioni seriali, condotte con continuità e in modo sistematico per creare una rete di abusi e intimidazioni. Il 42enne, che aveva il compito di riprendere le vittime, riflette l’organizzazione dietro questa attività illecita e dimostra la premeditazione con cui i due uomini agivano.
I carabinieri hanno sottolineato la gravità della situazione, che ha causato danni psicologici importanti a molte giovani. La vicenda ha acceso i riflettori sulla vulnerabilità delle ragazze in cerca di opportunità lavorative e sul rischio di cadere in trappole di questo tipo.
Impatto sociale e reazioni istituzionali alle inchieste
Questi casi, che hanno coinvolto un contesto sanitario e un ambito fittizio, hanno suscitato attenzione sia a livello locale che nazionale. Le autorità hanno messo in evidenza l’importanza di ascoltare le vittime e garantire loro protezione durante tutte le fasi delle indagini. In entrambe le inchieste è emersa una difficile gestione del silenzio e della paura all’interno degli ambienti coinvolti, che ha richiesto tempo e risorse per essere superata.
Le istituzioni sanitarie interessate hanno condannato i fatti, si sono impegnate a collaborare con la magistratura e a sostenere le persone colpite. I pubblici ministeri hanno garantito il massimo rigore nell’approfondimento delle accuse e nella ricerca della verità. Lo stato di custodia cautelare per i medici coinvolti rimane un segnale di attenzione verso fenomeni di abuso che minano la fiducia nel sistema sanitario e nella tutela dei diritti fondamentali.
Riflessioni sul sistema e tutela delle vittime
La portata delle vicende conferma l’esigenza di controlli e verifiche continui, oltre che di ambienti di lavoro trasparenti. Gli episodi hanno indugiato un riflesso doloroso sulle difficoltà di molte donne a far emergere aggressioni sessuali in settori regolamentati come la sanità. Le forze dell’ordine proseguono le indagini per garantire l’accertamento completo dei fatti e la tutela delle vittime.