Un gruppo di 12 persone è stato catturato a Bari e dintorni con l’accusa di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, oltre che per resistenza a pubblico ufficiale e riciclaggio. L’indagine, condotta dalla Dda di Bari e dalla Guardia di finanza, ha ricostruito un vasto commercio illegale di cocaina, hashish e marijuana che si estendeva tra Bari, Sannicandro di Bari e alcune zone della Basilicata.
Indagini e arresti coordinati dalla dda di bari
L’operazione ha preso forma grazie a un’intensa attività investigativa condotta dalla Dda di Bari, che ha portato all’arresto di 12 persone nei giorni successivi agli interrogatori preventivi del 19 e 20 maggio 2025. Il gip Giuseppe Battista ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare. La procura aveva chiesto inizialmente 17 arresti, ma in questa fase sono stati fermati 12 indagati, in parte legati al clan Parisi di Bari. Il presunto capo dell’organizzazione è Sabino Pace. I reati contestati si riferiscono ad attività svolte tra il 2022 e il 2023.
Un sistema ben organizzato
L’indagine ha svelato un sistema ben organizzato per gestire un traffico ingente di droga, partendo dalla produzione e passando per la distribuzione in diverse città pugliesi e lucane. Il gruppo, oltre a spacciare sostanze stupefacenti, avrebbe tentato di ostacolare le attività degli inquirenti, motivo per cui sono stati contestati anche reati come la resistenza a pubblico ufficiale e il riciclaggio.
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Modalità di stoccaggio e distribuzione degli stupefacenti
Le sostanze destinate alla vendita venivano nascoste in due casolari in stato di abbandono nelle campagne di Sannicandro di Bari e in un appartamento nella zona San Paolo di Bari. Secondo la Guardia di finanza, queste strutture fungevano da punti di contrattazione e stoccaggio, utilizzati per tenere la merce a disposizione e trattare con altri gruppi criminali interessati.
Le operazioni di distribuzione seguivano due modalità principali: il “delivery” e il “meet you”. Nel primo caso la consegna della droga avveniva direttamente al cliente, con corrieri che usavano auto prese a noleggio per non destare sospetti, soprattutto nel centro di Bari. Nel secondo metodo la consegna avveniva in incontri fissati telefonicamente, organizzati su Whatsapp e piattaforme simili.
Comunicazione digitale
Il gruppo impiegava anche canali digitali per comunicare e promuovere la vendita: su Telegram pubblicava “menù”, offerte, pacchetti con immagini e video e i relativi prezzi. Questo sistema rendeva più semplice il contatto con i clienti e coordinava le consegne in modo più efficace, riducendo rischi e tempi di attesa.
Sequestri e arresti in flagranza
Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati 15 chili di droga tra cocaina, hashish e marijuana e sono stati trovati oltre 132mila euro in contanti, probabile provento dell’attività illecita. Cinque corrieri sono stati colti in flagranza di reato e arrestati sul momento durante le consegne o il trasporto della droga.
Questa azione delle forze dell’ordine ha inferto un colpo consistente al traffico di sostanze stupefacenti nel territorio barese e nelle zone limitrofe della Basilicata. La gestione dell’organizzazione e la sua struttura sono emerse chiaramente dalle intercettazioni, dalle perquisizioni e dai pedinamenti effettuati durante le indagini.
Il ruolo delle forze dell’ordine
L’indagine rappresenta un esempio di come il crimine organizzato continui a utilizzare spazi nascosti e strumenti digitali per gestire il mercato degli stupefacenti, ma anche di come le forze dell’ordine riescano a individuare e smantellare queste reti con operazioni mirate e puntuali sul territorio. “Un approccio moderno per contrastare un fenomeno complesso”, commentano gli investigatori.