Un’operazione della direzione distrettuale antimafia di Napoli ha portato all’arresto di 45 persone coinvolte in una rete per favorire l’immigrazione clandestina. Tra gli arrestati c’è anche una vigilessa di Dobbiaco, in Alto Adige, che avrebbe usato la sua posizione per facilitare l’ingresso di cittadini extracomunitari. L’indagine ha rivelato un’organizzazione guidata da tre avvocati nel Nolano, uno dei quali ha accumulato guadagni tali da acquistare una Ferrari.
La vigilessa di Dobbiaco e l’uso illecito dei dati comunali
Tra le persone finite nei guai per questa inchiesta spicca una vigilessa di 39 anni di Dobbiaco, comune altoatesino noto in Trentino-Alto Adige. Secondo quanto riportano i quotidiani Alto Adige e Dolomiten, la donna sfruttava il suo ruolo all’interno dell’amministrazione per accedere al portale della Prefettura dedicato alle richieste di ingresso per cittadini extracomunitari. Questo accesso illecito permetteva all’organizzazione di monitorare le domande di ingressi nuovi e orientare le pratiche a favore dell’immigrazione irregolare.
Un mezzo per fornire dati riservati
Il suo lavoro, apparentemente legato alle funzioni di polizia locale, si è trasformato in un mezzo per fornire dati riservati a chi operava nell’ombra per consentire ingressi illegali. Lo sfruttamento di un ruolo pubblico in ambito locale è un aspetto che mostra come la rete di complicità si estendesse oltre il territorio campano, coinvolgendo anche figure insospettabili in regioni lontane.
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Il ruolo centrale degli avvocati del Nolano
L’operazione ha permesso di mettere a nudo un sistema criminale radicato nella provincia di Napoli, in particolare nell’area del Nolano. Tre avvocati sono stati identificati come i principali capi dell’organizzazione. Questi professionisti legali utilizzavano la loro posizione per agevolare l’ingresso di immigrati irregolari, coordinando una serie di attività illecite che comprendevano falsificazioni e manovre amministrative.
Guadagni ingenti e una Ferrari
Uno di questi avvocati si è distinto per il volume d’affari ottenuto grazie alla rete di illegalità. Il guadagno, talmente ingente, gli ha consentito di acquistare una Ferrari, dettaglio emerso nel corso della conferenza stampa tenuta dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Questo particolare sottolinea l’enorme portata economica dell’organizzazione e mette in luce come reati legati all’immigrazione clandestina possano generare profitti ingenti.
L’indagine ha evidenziato dunque un’organizzazione gerarchica, con ruoli ben definiti e strutture solide, capaci di incidere sul sistema delle autorizzazioni amministrative per facilitare ingressi illegali. L’intervento degli inquirenti ha interrotto questa catena, che purtroppo capitava di mettere a risorse pubbliche per coprire operazioni criminali.
L’intervento della dda di Napoli e la conferenza stampa di Nicola Gratteri
Il procuratore Nicola Gratteri ha spiegato pubblicamente nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri a Napoli che l’indagine è il risultato di un lavoro lungo e articolato, contro un fenomeno che coinvolge più regioni italiane. L’operazione ha portato all’arresto di 45 persone tra cui figure pubbliche e professionisti, confermando l’estensione capillare della rete criminale.
Gratteri ha rimarcato l’importanza di queste azioni per smantellare gruppi che trovano nell’immigrazione clandestina una fonte di profitto e potere. L’indagine ha messo in evidenza come questa forma di criminalità coinvolga anche soggetti insospettabili, particolarmente in ruoli pubblici o amministrativi, capaci di assicurare accesso a dati e procedure necessarie per condurre attività illegali.
La pressione della dda permetterà di monitorare meglio i meccanismi di controllo degli ingressi sul territorio nazionale, riducendo i margini per abusi. Il caso della vigilessa di Dobbiaco rappresenta un esempio concreto di come il sistema di controllo possa essere compromesso dall’interno, con conseguenze che travalicano i confini locali.
Contrasto al fenomeno a livello nazionale
Le indagini dimostrano come la criminalità organizzata abbia messo in piedi un sistema per sfruttare le debolezze del controllo amministrativo in materia di immigrazione. L’intervento in più regioni indica un fenomeno diffuso, che necessita di attenzione e interventi coordinati per limitare gli effetti.
L’arresto di più di quaranta persone copre diverse posizioni, da figure pubbliche come la vigilessa a professionisti come gli avvocati, tutti coinvolti nella facilitazione di ingressi irregolari. I guadagni ottenuti hanno permesso investimenti anche vistosi, elementi che confermano l’entità della rete.
Questa operazione rappresenta un esempio di come sia possibile scoprire e fermare sistemi criminali nascosti tra pratiche amministrative: la collaborazione tra forze dell’ordine e autorità giudiziaria si è rivelata fondamentale per raggiungere questi risultati. Le indagini continueranno per verificare eventuali ulteriori implicazioni e soggetti coinvolti.