A Sanremo, una donna di circa cinquanta anni, originaria della Francia, è finita nei guai dopo essere stata arrestata con l’accusa di tentato furto di uno yacht di lusso. L’imbarcazione, ormeggiata nel porto turistico di Portosole, ha un valore di circa 3 milioni di euro. I fatti sono avvenuti tra la notte del 31 gennaio e il primo febbraio, quando l’accusa sostiene che la donna abbia tentato di rubare lo yacht lungo trentadue metri.
I dettagli del tentato furto
La donna, residente a Nizza, si sarebbe diretta verso lo yacht e, dopo aver sganciato le cime che lo legavano al molo, avrebbe cercato di avviare il motore. Tuttavia, il suo piano non ha dato i risultati sperati, poiché non è riuscita a far partire l’imbarcazione. Il sistema di videosorveglianza dello yacht ha ripreso la scena, fornendo così elementi decisivi per le indagini della polizia locale, che ha prontamente arrestato la donna sul luogo dei fatti.
Secondo le prime ricostruzioni, la donna avrebbe agito da sola e, al momento del tentato furto, tutti gli altri yacht ormeggiati nel porto erano stati lasciati incustoditi. La prontezza della polizia ha permesso di intervenire rapidamente, evitando che il furto potesse completarsi. La sua scelta di tentare di rubare un’imbarcazione così costosa ha sollevato interrogativi sulla sua motivazione e sul contesto dietro questo atto criminale.
Il processo e le accuse alle quali dovrà rispondere
Dopo l’arresto, la donna è comparsa davanti al giudice monocratico Eleonora Billeri presso il tribunale di Imperia, dove si è svolta l’udienza per il giudizio direttissimo. Durante l’udienza, il giudice ha convalidato l’arresto, ma ha anche disposto la scarcerazione della donna, imponendo un divieto di dimora nella provincia di Imperia. Questo provvedimento le vieta di tornare nella zona in cui ha commesso il reato, una misura di sicurezza tesa a prevenire ulteriori incidenti simili.
Oltre all’accusa di tentato furto, la donna dovrà fronteggiare un’altra accusa riguardante l’uso di false generalità. Questo aspetto della vicenda aggiunge un ulteriore livello di complessità e rende la sua posizione legale ancora più fragile. La difesa e l’accusa si preparano ora alla prossima udienza, prevista per il 14 febbraio, dove si potrebbero chiarire ulteriormente i dettagli di questa insolita vicenda criminale.
L’interesse suscitato dalla notizia ha portato a interrogativi più ampi sulle misure di sicurezza adottate nei porti turistici, in particolare per quanto riguarda la protezione di imbarcazioni di valore elevato. Sarà quindi interessante seguire l’evoluzione di questo caso e le eventuali conseguenze per le politiche di sicurezza nel settore nautico nel futuro immediato.