Arianna Orazi arrestata a Piove di Sacco: chiarimenti sul malinteso legato alla sua cattura dopo la condanna all’ergastolo

Arianna Orazi arrestata a Piove di Sacco: chiarimenti sul malinteso legato alla sua cattura dopo la condanna all’ergastolo

Arianna Orazi, condannata all’ergastolo per l’omicidio della madre a Montecassiano, tenta di costituirsi spontaneamente ma un ritardo burocratico genera un malinteso con le forze dell’ordine a Piove di Sacco.
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Arianna Orazi, condannata all’ergastolo per l’omicidio della madre, ha tentato di costituirsi spontaneamente, ma un ritardo burocratico ha fatto scattare un errore interpretativo delle forze dell’ordine, che l’hanno inizialmente considerata in fuga prima di arrestarla a Piove di Sacco. - Gaeta.it

La vicenda che ha coinvolto Arianna Orazi, condannata all’ergastolo per l’omicidio della madre a Montecassiano nel 2020, ha suscitato confusione subito dopo la sua cattura a Piove di Sacco, in provincia di Padova. Il legale della donna ha ricostruito i fatti, spiegando come il percorso di consegna spontanea di Orazi sia stato frainteso dalle forze dell’ordine. I passaggi della vicenda mostrano uno scenario in cui un errore nelle procedure ha portato a un arresto visto inizialmente come una fuga.

La condanna all’ergastolo e il mandato di arresto

Nel 2023, Arianna Orazi, 53 anni, è stata condannata dalla Cassazione all’ergastolo per il concorso nell’omicidio della madre Rosina Carsetti, avvenuto nel comune di Montecassiano, in provincia di Macerata, nel 2020. Dopo la sentenza definitiva, è stato emesso un ordine di carcerazione che ha costretto la donna a lasciare la sua condizione di libertà.

Il mandato di arresto, tuttavia, non è stato subito eseguito come previsto. I carabinieri si sono recati a casa sua per portarla in carcere, ma non l’hanno trovata. È scattata così una ricerca, signalando la donna come in fuga, fattore che ha complicato ulteriormente la situazione. La sua cattura è avvenuta a Piove di Sacco, nel padovano, e subito dopo è stata trasferita in un carcere di Venezia. Inizialmente, quindi, le autorità avevano interpretato il suo mancato arresto come una fuga.

La versione dell’avvocato: un tentativo di costituirsi saltato

L’avvocato di Arianna Orazi, Olindo Dionisi, è intervenuto il giorno successivo per chiarire la vicenda. Secondo il legale, la donna non stava scappando, ma aveva tentato di presentarsi spontaneamente in carcere per scontare la pena. La sera prima dell’arresto a Piove di Sacco, infatti, Arianna Orazi si era recata al carcere di Bollate, a Milano, per costituirsi.

Il problema si è presentato nel momento in cui il carcere ha potuto registrare i suoi dati personali, ma non aveva ancora l’ordine di carcerazione nella banca dati. Senza il documento ufficiale, il personale d’istituto non poteva formalizzare l’arresto e trattenere la donna. A quel punto, Orazi aveva lasciato la struttura.

L’avvocato Dionisi ha riferito che la donna, dopo essersi trovata impossibilitata a entrare subito in carcere, si è appoggiata a conoscenti nel padovano e si è tenuta in attesa che l’ordine fosse completato e disponibile al carcere di Bollate.

Il malinteso e le reazioni successive a Piove di Sacco

Il giorno seguente, quando i carabinieri hanno eseguito il mandato, hanno trovato Arianna Orazi proprio a Piove di Sacco, dove era ospite di conoscenti. L’arresto è stato eseguito con la convinzione che si trattasse di una cattura in fuga. In realtà, la donna stava per presentarsi ad un’altra caserma vicino a Bollate per consegnarsi come indicato dall’avvocato.

Dionisi ha spiegato di aver comunicato alle forze dell’ordine la reale situazione, sottolineando che la cliente non era latitante né intenzionata a sottrarsi alla giustizia. Questo ha portato anche a un contatto con il carcere di Bollate per verificare la posizione di Orazi e l’ordine pendente.

L’avvocato ha inoltre confermato che la donna era libera dal dicembre 2022 e non avrebbe avuto motivo di scappare, visto il percorso legale intrapreso dopo la condanna. Il malinteso è nato proprio perché il mandato di arresto era stato formalizzato dopo il tentativo spontaneo di presentazione in carcere.

Precedenti e aspetti legali dell’arresto e della costituzione spontanea

Nel diritto penale italiano, costituirsi spontaneamente è un atto che può rientrare tra le attenuanti o comunque manifestare l’intenzione di collaborare con l’autorità giudiziaria. Non rappresenta un reato e spesso dimostra la volontà di assolvere il proprio debito legale.

La vicenda di Arianna Orazi mette in luce eventuali criticità nelle tempistiche della comunicazione e aggiornamento delle banche dati fra autorità e istituti penitenziari. La mancata registrazione immediata dell’ordine di carcerazione ha generato un equivoco che ha complicato la gestione del caso.

L’avvocato Dionisi ha espresso la fiducia che non venga aperta una procedura per dichiarazione di latitanza a carico di Arianna Orazi, perché non vi sono elementi per considerarla tale. La donna si è presentata volontariamente, pur non riuscendo a formalizzare la consegna al primo tentativo.

Questo episodio sottolinea come, nel sistema giudiziario e penitenziario, piccoli ritardi burocratici possano influire in modo significativo sulla percezione pubblica e sull’azione delle forze dell’ordine. Il caso è probabilmente destinato a essere scrutinato per evitare simili malintesi in futuro.

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