La città di Roma si prepara ad accogliere una nuova linea tranviaria che promette di rivoluzionare il modo di visitare i luoghi storici più significativi dell’antica città. L’archeotram, con il suo percorso ricco di monumenti e siti archeologici, dovrebbe iniziare l’attività entro la fine di giugno 2025. Un progetto nato decenni fa che, dopo vari ritardi, sembra finalmente pronto a prendere vita tra i binari cittadini.
L’origine e la genesi del progetto archeotram
L’idea di un mezzo di trasporto che colleghi direttamente i principali punti d’interesse dell’antica Roma risale almeno agli anni Novanta. Nel 1994, l’assessore alla mobilità Walter Tocci, oggi coordinatore del progetto Carme , promuoveva una linea tranviaria dedicata all’itinerario storico. Da allora il progetto ha attraversato diverse fasi e modifiche, ma ha mantenuto un filo diretto con la valorizzazione del patrimonio archeologico.
Lo scorso 10 giugno, durante la presentazione della riqualificazione del parco del Celio, è stato confermato che il tram attraverserà questa area verde, scandagliando per la prima volta uno spazio normalmente riservato al verde pubblico con un mezzo di trasporto. Questo dettaglio segna una svolta, perché inserisce il tram direttamente nel tessuto storico e naturalistico della città, anziché relegarlo alle vie più trafficate.
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L’iniziativa si ispira all’urbanista Italo Insolera, che già aveva ipotizzato un collegamento tra i monumenti storici di Roma tramite un tram. L’archeotram vuole concretizzare quella visione, offrendo non solo un servizio di trasporto ma un’esperienza capace di ripercorrere la storia urbana.
Alcune fasi importanti del progetto
Il percorso dettagliato e le caratteristiche tecniche
Il tragitto del nuovo tram sarà la linea 7, che coprirà il tratto da piramide fino a termini, attraversando tappe fondamentali. Partendo da piramide, passerà accanto al circo massimo, al colosseo, alla domus aurea e a palazzo massimo, per poi giungere allo snodo principale di termini. Anche il parco del Celio sarà incluso nel percorso, un elemento che aggiunge un richiamo naturalistico a un tragitto sostanzialmente archeologico.
Il progetto sfrutta infrastrutture già presenti: la linea 3 sarà utilizzata da piramide a porta maggiore, mentre la parte finale del percorso avrà come base i binari delle linee 5 e 14, diretti verso termini. In futuro, si pensa di estendere la corsa di circa 220 metri fino a piazzale dei partigiani, dove potrebbe sorgere un nuovo capolinea. Questo ampliamento incrementerebbe la capillarità del servizio e lo renderebbe ancora più accessibile a chi arriva in città da diverse direzioni.
L’archeotram sarà una linea nuova ma differente rispetto a quelle tradizionali. L’attenzione al contesto storico si rifletterà anche nella scelta e nella cura del mezzo e dell’ambiente di trasporto.
Dettagli tecnici e collegamenti
I tram stanga come simbolo della storia tranviaria romana
A monte della scelta dei mezzi per questa linea, è arrivato il deciso richiamo alle origini della rete tranviaria di Roma. L’archeotram userà vecchi tram Stanga, costruiti nel dopoguerra e tra i primi articolati prodotti in Italia. Questi mezzi hanno segnato un’epoca, diffondendosi con successo anche in altre città europee.
I tram Stanga, che torneranno a circolare con una livrea rossa rinnovata, rappresentano un ricordo tangibile della tradizione dei trasporti pubblici romani, che per oltre cinquant’anni persero i binari progressivamente a partire dagli anni trenta. La decisione di riportarli in servizio non è casuale: s’intende riaprire un capitolo di mobilità urbana legato a strumenti già noti e apprezzati nel passato.
Questi mezzi, pur mantenendo un aspetto vintage, saranno adeguati alle esigenze moderne di sicurezza e funzionalità, così da garantire una circolazione sicura e consona al contesto storico attraversato.
Tempistiche e problemi affrontati prima del debutto
L’archeotram avrebbe dovuto entrare in servizio già a Pasqua 2025, ma una serie di difficoltà ha rallentato l’avvio. Le problematiche non erano solo economiche, ma coinvolgevano anche aspetti tecnici. Le fermate, infatti, necessitavano di adeguamenti per rispondere alle normative attuali e garantire sicurezza e accessibilità ai passeggeri.
Anche la disponibilità dei mezzi si rivelò un ostacolo, perché recuperare e rimettere in funzione i tram storici richiedeva tempi e competenze specifiche. Con il passare dei mesi, però, tutte queste criticità sono state risolte e il calendario punta oggi a una partenza entro fine giugno 2025.
Il servizio inizierà in maniera sperimentale, per testare il funzionamento e raccogliere dati reali sulle esigenze di passeggeri e gestione.
Date chiave e svolte
Costi del biglietto e frequenze durante la fase iniziale
L’archeotram sarà integrato nel sistema di trasporto pubblico della città. Per salire a bordo basterà acquistare un biglietto da 1,50 euro valido per la corsa, che durerà poco più di un’ora attraversando dieci fermate. I viaggiatori potranno anche usare gli abbonamenti già in uso per gli altri mezzi pubblici.
Durante la fase di prova, la frequenza sarà di una corsa ogni 30 minuti, un ritmo pensato per accompagnare i primi mesi di attività e permettere un adeguato controllo dell’andamento. In questa fase, il flusso dei passeggeri sarà monitorato, così da calibrare tempi e numeri in vista di un possibile potenziamento.
Questo sistema mira a offrire un servizio accessibile alla cittadinanza e ai turisti, soprattutto a chi vuole visitare Roma con una nuova modalità di spostamento che unisce efficienza e contenuto culturale.
Le prospettive future e le tecnologie per migliorare l’esperienza
Sul medio termine, gli sviluppatori del progetto vogliono arricchire l’esperienza del viaggio integrando app per smartphone che forniscano informazioni sui monumenti e i siti attraversati. Questi strumenti digitali aiuteranno passeggeri e turisti a comprendere meglio il valore storico del percorso mentre si spostano nella città.
Non manca un piano per estendere ulteriormente la linea. L’idea è di raggiungere Ostiense e proseguire su binari che collegano alla stazione, per arrivare fino all’Appia Antica. Questo allungamento del percorso risponderebbe all’interesse di connettere altri luoghi di interesse e ampliare la rete di trasporto dedicata al patrimonio archeologico.
La messa in servizio dell’archeotram rappresenta un passo verso una visione più integrata dei trasporti romani, specificamente orientati a valorizzare il ricco patrimonio della città, mantenendo un legame con la tradizione urbana e la storia locale.