Approvato il dl sicurezza al senato tra scontri, polemiche e nuove norme contro manifestazioni e criminalità

Approvato il dl sicurezza al senato tra scontri, polemiche e nuove norme contro manifestazioni e criminalità

Il senato approva il decreto legge sulla sicurezza con 109 voti, tra tensioni e proteste di Pd, M5S e Avs; nuove norme contro terrorismo, criminalità organizzata e occupazioni abusive suscitano forti critiche.
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Il Senato ha approvato il decreto legge sulla sicurezza, introducendo nuove norme contro terrorismo, criminalità e occupazioni abusive, tra forti tensioni e accuse di limitazioni alle libertà da parte dell’opposizione. - Gaeta.it

Il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto legge sulla sicurezza, con 109 voti a favore, 69 contrari e un astenuto. La seduta è stata segnata da tensioni molto forti tra maggioranza e opposizione, che si sono tradotte in accese contestazioni e proteste già all’inizio dei lavori. Il dl introduce nuove fattispecie di reato e inasprimenti per reati esistenti, con l’obiettivo di ampliare gli strumenti contro il terrorismo, la criminalità organizzata e le occupazioni abusive. Mentre la maggioranza rivendica il provvedimento come una necessità per la tutela dell’ordine pubblico, l’opposizione denuncia pesanti limitazioni alle libertà e accuse di autoritarismo.

Tensione in aula e occupazione simbolica contro il dl sicurezza

La giornata sul decreto sicurezza al Senato si è aperta con un gesto dimostrativo da parte dei gruppi di opposizione Pd, M5S e Avs, che hanno occupato per qualche minuto il centro dell’aula. L’azione è stata ispirata ai cortei eco-ambientalisti, un modo per manifestare il dissenso da subito e puntare i riflettori sulle critiche al decreto. Durante tutta la seduta gli animi sono rimasti molto accesi, con continui scontri verbali tra parlamentari della maggioranza e quelli dell’opposizione. I toni si sono spesso avvicinati al conflitto fisico, segno delle profonde divisioni sul tema.

I gruppi di minoranza hanno accusato la maggioranza di limitare il dibattito parlamentare e di voler imporre norme “autoritarie” che restringono spazi di espressione e protesta. Le critiche più forti hanno riguardato soprattutto le norme che, secondo l’opposizione, prevederebbero il carcere per bambini figli di madri detenute, studenti che manifestano e lavoratori che scioperano. Il capogruppo del Pd Francesco Boccia ha definito il provvedimento una “destra da regime”, sottolineando che la maggioranza collega il concetto di sicurezza solo alla repressione e all’uso della forza.

Difese e accuse incrociate tra relatore balboni e leader di opposizione

Il relatore Alberto Balboni, deputato di Fratelli d’Italia, ha respinto con forza le accuse, spiegando che per quanto riguarda la custodia delle madri detenute con i figli si tratta di istituti a custodia attenuata, dove i bambini vivono in condizioni più sicure rispetto alla strada. Balboni ha detto che confondere questa misura con il carcere è fuorviante e ha criticato l’opposizione, arrivando a un paragone che ha fatto schizzare la tensione in aula: ha paragonato retoricamente la minoranza alla criminalità organizzata, citando le loro visite in carcere a mafiosi e terroristi.

Le parole di Balboni hanno scatenato una pioggia di reazioni dagli avversari politici. Tra i più duri il leader di Azione Carlo Calenda e il senatore Peppe De Cristofaro di Avs. Calenda, che inizialmente aveva criticato l’occupazione in aula, ha perso la pazienza e ha urlato al collega riferimenti a “fare il fascista” e “ci vediamo a Colle Oppio”, quasi arrivando a un confronto diretto, fermato dai commessi. Anche Roberto Scarpinato, parlamentare del M5S, ha mosso accuse pesanti contro il governo, ricordando la recente nomina a questore di Monza di Filippo Ferri, condannato per i fatti del G8 di Genova.

La seduta ha visto momenti di grande confusione, con la presidenza che ha dovuto intervenire più volte per reprimere le proteste e ha censurato Alberto Balboni per il suo linguaggio. Nel clima infuocato è arrivato il voto finale che ha dato il via libera al decreto, ottenuto con la fiducia poco dopo mezzogiorno, alla presenza di ministri come Nordio, Salvini, Ciriani e Calderoli.

Contenuti chiave del dl sicurezza e le reazioni alla nuova legge

Il decreto approvato introduce 14 nuovi reati e diverse aggravanti, varati tramite decreto d’urgenza. Tra i punti principali figurano misure per contrastare terrorismo e criminalità organizzata, per combattere le occupazioni abusive di immobili e per reprimere le manifestazioni violente in piazza. Vengono rafforzati i poteri delle forze dell’ordine, oltre a essere previste norme per limitare la diffusione della cannabis light.

Per la maggioranza, rappresentata in aula da Fratelli d’Italia, Lega e alleati, si tratta di una stretta necessaria per garantire ordine pubblico e proteggere i cittadini. Nei fatti, il provvedimento mira a rendere più severi strumenti che il governo giudica indispensabili per prevenire reati gravi e disordini in piazza.

Le forze di opposizione invece vedono in queste norme un attacco alle libertà fondamentali, con limiti al diritto di manifestare e una deriva verso misure che ricordano uno “stato di polizia”. Peppe De Cristofaro in particolare ha commentato con preoccupazione l’impatto che il decreto potrebbe avere sulle garanzie democratiche. La legge aprirà dibattiti intensi nelle prossime settimane, anche in vista di futuri interventi parlamentari e iniziative politiche sul tema della sicurezza e delle proteste sociali.

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