Appello di 34 ambasciatori in pensione alla premier meloni per il riconoscimento dello stato di palestina

Appello di 34 ambasciatori in pensione alla premier meloni per il riconoscimento dello stato di palestina

34 ex ambasciatori italiani chiedono a Giorgia Meloni il riconoscimento immediato dello stato di Palestina, denunciando le violazioni israeliane a Gaza e sollecitando azioni concrete nella politica italiana ed europea.
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Trentatré ex ambasciatori italiani chiedono a Giorgia Meloni il riconoscimento immediato dello stato di Palestina, denunciando le gravi violazioni dei diritti umani a Gaza e sollecitando azioni concrete della politica italiana ed europea per una soluzione a due Stati. - Gaeta.it

La questione palestinese torna al centro del dibattito internazionale, accompagnata da un appello solenne di 34 ex ambasciatori italiani. Questi diplomatici hanno chiesto alla premier Giorgia Meloni di riconoscere subito lo stato di Palestina, sottolineando la gravità della situazione a Gaza e il fallimento delle operazioni militari israeliane contro la popolazione civile. Il loro intervento arriva in vista di una conferenza internazionale dedicata alla soluzione basata su due Stati.

Il contesto dei conflitti a gaza e la critica alle operazioni militari israeliane

I firmatari della lettera aperta ricordano che gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non giustificano le azioni condotte da Israele nella striscia di Gaza. Dal loro punto di vista, la reazione israeliana ha causato sofferenze immense a civili inerme, in particolare donne, bambini e anziani, che non hanno alcun collegamento con il conflitto armato. Descrivono queste operazioni come violazioni gravi del diritto umanitario, tanto da definirle, senza mezzi termini, episodi che si avvicinano a una pulizia etnica.

Gli ex diplomatici ricordano che la Corte internazionale di giustizia sta valutando i presupposti per riconoscere questi fatti come genocidio. L’effetto delle azioni militari non si limita all’immediato: mina le basi della cooperazione internazionale e contraddice decenni di norme e consuetudini in materia di diritti umani. Secondo loro, la comunità internazionale rischia di perdere terreno prezioso se questi crimini restano impuniti.

L’impatto sulle persone e le condizioni di vita a gaza

La lettera si concentra anche sulle condizioni disastrose in cui versa la popolazione della striscia di Gaza. Le restrizioni all’accesso umanitario hanno raggiunto livelli critici e le organizzazioni impegnate nell’assistenza hanno visto ridotti i loro interventi in modo drastico. I diplomatici segnalano che migliaia di vittime innocenti sono morte o soffrono a causa dei bombardamenti che continuano senza tregua.

Nel corso dei mesi, gli abitanti di Gaza sono stati costretti a spostarsi ripetutamente, senza riuscire a trovare rifugio in zone sicure, poiché le cosiddette aree di protezione internazionale rimangono un’illusione sul terreno. Nelle devastazioni, ospedali, scuole, università e campi profughi sono stati colpiti ripetutamente, paralizzando ogni risorsa indispensabile per la sopravvivenza quotidiana della popolazione.

Le richieste dei diplomatici rispetto alla politica italiana ed europea

I firmatari chiedono al governo italiano di agire con decisione, poiché dichiarazioni formali o appelli di principio non bastano più. In particolare, suggeriscono tre azioni concrete. La prima è la sospensione di ogni tipo di collaborazione militare e difensiva con Israele. La seconda prevede un sostegno a eventuali sanzioni individuali nei confronti di ministri israeliani che promuovono gli insediamenti illegali e le violenze in Cisgiordania, come Bezalel Smotrich e Itamar Ben G’vir.

Infine, invitano a unirsi all’Unione europea per sospendere temporaneamente l’Accordo di associazione con Israele. Queste misure politiche dovrebbero accompagnare e rafforzare il percorso verso una ridiscussione della relazione bilaterale, condizionandola al rispetto dei diritti internazionali e del mandato negoziale in vista di una soluzione a due Stati.

L’appello per il riconoscimento immediato dello stato di palestina

Il punto centrale dell’appello è la richiesta di un riconoscimento nazionale immediato dello stato di Palestina da parte italiana. Questa scelta, spiegano i 34 ex ambasciatori, non sarebbe un semplice gesto simbolico ma una presa di posizione politica forte in vista della conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione dei due Stati.

Un tale riconoscimento confermerebbe l’impegno dell’Italia nei negoziati e ne farebbe un interlocutore credibile. Inoltre, i diplomatici sostengono che eventuali annessioni future di territori palestinesi da parte di Israele dovrebbero portare a una revisione radicale delle relazioni diplomatiche, segnalando così una linea rossa su cui l’Italia e la comunità internazionale dovranno essere molto chiare.

Chi sono i diplomatici firmatari e il richiamo alla costituzione italiana

Tra i firmatari si contano ex ambasciatori in paesi di rilievo come Cina, Regno Unito, Russia, e diversi ex direttori politici. Hanno dedicato anni al servizio diplomatico, sempre con l’obiettivo di sostenere la pace e il dialogo. Citano l’articolo 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra come strumento di offensiva e sostiene soluzioni pacifiche alle controversie internazionali.

Il loro appello alla presidente del consiglio si spiega proprio con la necessità di non restare in silenzio di fronte a quelli che definiscono negazioni sistematiche di principi fondamentali. Invitano il governo italiano a prendere posizione in modo netto e a sostenere un percorso negoziale concreto, in grado di offrire una via d’uscita a un conflitto che dura da decenni e sta provocando sofferenze inaccettabili.

L’appello di questi 34 diplomatici in pensione rimette dunque al centro dell’agenda politica italiana il dossier palestinese, facendo leva su una richiesta precisa e urgente in un momento segnato da tensioni e crisi umanitarie gravi. L’esito di questo appello potrebbe influire sulle strategie diplomatiche e sulla partecipazione italiana agli eventi internazionali sull’area mediorientale.

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