Con l’arrivo dell’estate, le autorità di Ascoli Piceno si preparano ad affrontare il rischio incendi boschivi per il periodo che va dal 15 giugno al 15 ottobre 2025. Il prefetto Sante Copponi ha diffuso a tutti gli enti competenti la direttiva del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, che delinea il piano operativo per prevenire e intervenire contro gli incendi nelle zone a rischio. Questo documento punta a rafforzare la collaborazione tra enti pubblici e privati per gestire al meglio una delle emergenze ambientali più critiche del territorio.
Il periodo di riferimento e il ruolo della prefettura di ascoli piceno
Il documento stabilisce ufficialmente l’inizio e la fine della stagione antincendi sul territorio provinciale, fissando il periodo sensibile da metà giugno a metà ottobre. La prefettura di Ascoli Piceno assume un ruolo di coordinamento essenziale, trasmettendo le direttive alle amministrazioni locali e garantendo che tutte le figure coinvolte rispettino scadenze e azioni. Il prefetto Sante Copponi ha ribadito l’importanza di un lavoro congiunto per gestire l’allerta, prevenire il verificarsi di nuovi focolai e intervenire tempestivamente sulle segnalazioni che arriveranno durante quei mesi.
Questa sincronizzazione diventa fondamentale per mettere in campo misure rapide e puntuali. Le amministrazioni comunali, le squadre antincendio, le forze dell’ordine e gli operatori della protezione civile devono attivarsi in sinergia. La minaccia degli incendi boschivi nella zona non è nuova, ma l’aumento delle temperature estive e le condizioni climatiche degli ultimi anni hanno reso il rischio più alto. Il prefetto ha richiamato più volte a non trascurare i primi segnali di fumo o segni sospetti, per evitare che piccoli incendi possano propagarsi rapidamente e causare danni estesi.
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Priorità per le aree di interfaccia urbano-rurale e quaderni operativi
Tra le raccomandazioni più urgenti contenute nella direttiva c’è il focus sulle zone dove terreni boscati si affacciano su abitazioni e infrastrutture. Queste aree di interfaccia urbano-rurale sono particolarmente vulnerabili perché il fuoco può propagarsi con facilità e mettere a rischio vite umane e beni materiali. Il piano invita a gestire in modo integrato il territorio, coinvolgendo più uffici e settori. Riguarda il monitoraggio costante, la manutenzione del verde, la pulizia delle zone di confine, e l’attivazione di sistemi di sorveglianza più capillari.
Viene richiesto agli enti locali di rivedere o aggiornare velocemente i loro piani di protezione civile, anche in versione ridotta, ma comunque funzionale a gestire la minaccia degli incendi. Questi piani devono spiegare in modo chiaro come attivare i sistemi di allarme e come coordinare evacuazioni e interventi sul terreno. La direttiva segnala pure la necessità di aggiornare i quaderni operativi, cioè le raccolte di procedure, contatti e strumenti che aiutano le squadre di intervento a muoversi con prontezza.
Manutenzione di infrastrutture e sensibilizzazione degli enti gestori
L’incolumità del territorio contro gli incendi passa anche attraverso la cura delle infrastrutture stradali e ferroviarie. Il documento evidenzia un’attenzione speciale verso la vegetazione che cresce lungo strade e binari. Gli enti che gestiscono queste vie devono svolgere interventi di potatura e pulizia dei margini, per evitare accumuli di materiale facilmente infiammabile. Una vegetazione trascurata può diventare un vero e proprio veicolo per l’innesco degli incendi, soprattutto negli anni più caldi.
Inoltre sono state lanciate campagne di sensibilizzazione specifiche per questi gestori. Gli enti sono chiamati a riconoscere il proprio ruolo nella sicurezza ambientale e a programmare interventi regolari e tempestivi. Questa linea di lavoro mira a contenere i punti critici in cui il fuoco può partire o espandersi verso gli abitati vicini. La collaborazione tra protezione civile e operatori infrastrutturali diventa essenziale per ridurre un pericolo che ogni anno provoca grossi danni e difficoltà di intervento.
Tutelare siti paesaggistici, archeologici e culturali a rischio incendio
Le aree di interesse storico e culturale, così come quelle di pregio paesaggistico, sono particolarmente vulnerabili agli incendi boschivi, specialmente in estate quando il turismo aumenta e le visite si intensificano. Il documento invita a rafforzare la protezione di questi luoghi. Sono previsti presìdi mirati, con presidii e sistemazioni per garantire la sicurezza di monumenti, aree naturali e complessi archeologici.
Il pericolo di incendi in queste zone non riguarda solo il patrimonio tangibile. La distruzione degli habitat circostanti potrebbe compromettere l’ecosistema, alterare il paesaggio e ridurre l’attrattiva turistica. Le amministrazioni comunali ricevono il compito di aggiornare le strategie di sicurezza, mantenendo sott’occhio i flussi turistici, e attivando sistemi che possano segnalare con anticipo e contenere ogni focolaio. La tutela di queste aree ha anche valore economico e sociale, vista l’importanza che rappresentano per la comunità e per gli ospiti.
La comunicazione sul rischio incendi e la gestione della viabilità
Un aspetto cruciale delle misure riguarda la comunicazione tempestiva fra tutti i soggetti coinvolti e i cittadini. Il documento sottolinea la necessità di un flusso informativo continuativo che raggiunga anche la popolazione, garantendo che ogni emergenza venga rapidamente segnalata e affrontata. Il sistema di protezione civile deve dare informazioni chiare su possibili interruzioni della viabilità stradale e ferroviaria, legate agli incendi in corso.
Ogni volta che un incendio mina la sicurezza delle strade o dei tracciati ferroviari, i responsabili devono avvisare le autorità locali e i cittadini. Questo permette di gestire traffico e spostamenti, evitando pericoli maggiori e riducendo disagi. La gestione delle informazioni diventa quindi un tassello fondamentale, anche per far comprendere agli abitanti quali comportamenti adottare in caso di emergenza. La direttiva stimola un uso coordinato di tutti i canali disponibili, comprese app, siti web e sistemi di messaggistica, per assicurare una comunicazione efficace e tempestiva.
Le misure stabilite per la stagione estiva 2025 ad Ascoli Piceno impongono un lavoro collettivo e dettagliato. Ogni componente del sistema di protezione civile deve essere pronto a rispondere e collaborare. Tra monitoraggi, manutenzioni, aggiornamenti dei piani e comunicazione, si cercano di ridurre al minimo i danni di eventi che negli ultimi anni hanno colpito in modo significativo il territorio e le comunità locali.