Anna foglietta si è aperta durante la puntata di “da noi… a ruota libera” con Francesca fialdini, raccontando diversi aspetti della sua vita privata e professionale. Nel dialogo, l’attrice ha affrontato temi che spaziano dal suo impegno sociale al rapporto con i social network, passando per le trasformazioni della scena lavorativa dopo la pandemia. Ecco una sintesi dettagliata delle sue parole.
La donna e l’artista: tra impegno personale e attivismo
Anna foglietta si definisce una persona che non teme di mostrarsi in maniera autentica, sia come donna sia come artista. Il suo atteggiamento si riverbera in un forte coinvolgimento nelle cause sociali e nelle battaglie civili di cui si sente parte. Ha spiegato di aver trovato un senso profondo nell’attivismo, un modo per dare voce alle proprie convinzioni e per mettere a frutto la propria visibilità pubblica. L’attrice non nasconde che questo ruolo la spinge a esporsi, e che lo fa con consapevolezza e responsabilità .
La scelta di schierarsi contro certe ingiustizie rappresenta per lei un terreno sul quale costruire un’identità coerente, capace di abbracciare non solo l’aspetto artistico ma anche quello umano. Questo impegno contribuisce a definire il suo percorso e a dare una direzione precisa alla sua vita, creando un legame stretto tra ciò che fa sul palcoscenico o sul set, e ciò che sostiene fuori dal lavoro. Foglietta ha ribadito come l’attivismo non si limiti a un atteggiamento passeggero ma si è trasformato in una parte integrante della sua persona.
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La carriera e i nuovi equilibri del lavoro dopo la pandemia
Nel corso dell’intervista, foglietta ha dedicato spazio anche alla sua esperienza professionale, soffermandosi sui cambiamenti portati dalla crisi sanitaria degli ultimi anni. Ha detto di aver saputo ritagliarsi degli spazi nel mondo del cinema e della televisione, riuscendo a mantenere una certa autonomia nella gestione del proprio tempo e dei propri progetti. Questo, ha detto, è stato fondamentale per non perdere la propria identità di artista.
Nonostante questo, l’attrice ha osservato che oggi il mercato sembra orientarsi molto verso i gusti del pubblico, con un’attenzione marcata ai risultati più facilmente consumabili. Lo scenario post-covid quindi appare per lei più frammentato e condizionato da logiche di mercato, meno capace di lasciare spazio all’approfondimento o alla sperimentazione. Ciò rende più complicato trovare ruoli che permettano di esprimersi liberamente o di raccontare storie complesse.
La pandemia ha inoltre modificato i ritmi e le modalità di lavoro. Attori e professionisti si sono confrontati con nuove forme di produzione e distribuzione che, se da un lato hanno aperto opportunità , dall’altro hanno introdotto dinamiche più frenetiche e meno prevedibili. Foglietta ha raccontato di aver affrontato questi cambiamenti con una certa tenacia, anche se ammette che il passaggio non è stato semplice per tutti.
Il rapporto critico con i social e la tutela dei figli
Un passaggio importante dell’intervista ha riguardato i social network e il loro impatto sulla vita personale. Anna foglietta si è dichiarata cauta, soprattutto per quanto riguarda i suoi figli. Ha spiegato di cercare di limitare l’esposizione dei ragazzi a queste piattaforme, convinta che fino ai 14 anni rappresentino un rischio serio per la loro crescita. Dà molta importanza al ruolo di filtro che i genitori devono assumere per proteggere i più giovani dall’uso indiscriminato e spesso invasivo di questi strumenti.
Per lei, da adulta, i social restano una fonte continua di stimoli negativi, capaci di alimentare ansie o alimentare polemiche. Nonostante ciò, l’attrice ne riconosce anche il valore comunicativo, ma lo sguardo rimane severo rispetto agli effetti che possono avere sulla mente e sul quotidiano delle persone, specialmente dei più piccoli. Questa posizione emerge da una consapevolezza profonda delle dinamiche sociali contemporanee e dalla volontà di mantenere una distanza critica da certi meccanismi.
La scelta di arginare questo fenomeno testimonia una volontà di responsabilità genitoriale che affianca quella professionale, in un quadro di protezione e di attenzione che Foglietta ritiene indispensabile per il benessere della famiglia.
Interpretare la perdita nel film “storia di una notte”
Anna foglietta ha toccato anche il tema delicato della perdita mostrato nel suo ultimo film, “storia di una notte”. Nel lungometraggio interpreta una madre che attraversa il dramma di perdere un figlio, una prova che non trova parole per essere descritta. L’attrice ha sottolineato la difficoltà di affrontare un tema così doloroso, evidenziando come non esista un termine che possa racchiudere la sofferenza di genitori che restano senza figli.
Il suo ruolo richiede di avvicinarsi a un’umanità fragile e complessa, portando sullo schermo emozioni crude e vere. Questo rende il film un racconto intenso, dedicato a mostrare una realtà spesso taciuta o evitata. Attraverso la sua interpretazione, foglietta cerca di restituire dignità a quel dolore, farlo emergere nel pubblico e stimolare una riflessione.
Il lavoro sul personaggio ha richiesto un impegno emotivo profondo e una grande attenzione ai dettagli, con l’obiettivo di non banalizzare una vicenda così dura. Il film si configura quindi come un momento di confronto con il lutto e con i modi in cui lo si vive nella società contemporanea.
La riflessione sulla fortuna di vivere in questa parte del mondo
Nel corso dell’intervista, l’attrice ha voluto condividere anche una riflessione più ampia sulle condizioni di vita attuali. Ha ricordato che vivere in una certa parte del mondo rappresenta un privilegio, una condizione che va riconosciuta e non dimenticata. Per lei, questa consapevolezza si accompagna a un senso di responsabilità : raccontare e condividere questa fortuna è un dovere verso chi affronta situazioni di disagio e difficoltà .
Questo pensiero si intreccia con il suo attivismo, facendo emergere l’importanza di non dare nulla per scontato e di mantenere uno sguardo attento sulle disparità esistenti. La prospettiva di vivere in un contesto che offre opportunità e protezioni deve tradursi in azioni che sostengano chi è meno fortunato.
L’idea di condivisione, qui intesa come impegno sociale e culturale, chiude il racconto di foglietta con una nota che sollecita a guardare oltre se stessi. Un invito a non perdere di vista la realtà più ampia in cui si inseriscono le sfide personali e professionali di ciascuno.