Negli ultimi anni si sono delineati con forza numerosi cambiamenti globali, ma pochi riescono a scuotere la coscienza come il superamento di un confine morale legato alle tragedie umane. Anna Badkhen, giornalista e scrittrice, affronta questo tema al centro delle sue riflessioni nel libro “Cronache di un mondo in movimento”. Presentato alla Centrale dell’Acqua di Milano, il volume raccoglie undici reportage che raccontano storie di migrazione, conflitti e fragilità umane, dando voce a chi vive nelle pieghe delle crisi globali.
La migrazione come testimonianza di rotture e di nuove appartenenze
In “Cronache di un mondo in movimento” Badkhen si sofferma su un fenomeno che attraversa il presente: la migrazione di massa generata da guerre, crisi climatiche e instabilità politica. Con precisione e attenzione, la giornalista descrive le condizioni di chi è costretto a lasciare tutto alle spalle, portando con sé la paura ma anche la speranza di una vita diversa. Nel suo saggio i migranti non sono solo vittime ma protagonisti, capaci di creare legami inediti oltre i confini geografici, tessendo nuove reti di solidarietà.
Mappe delle lacerazioni e riscrittura delle comunità
Attraverso le sue corrispondenze di guerra e reportage dal campo, l’autrice evidenzia come la migrazione rappresenti non solo una fuga ma anche una riscrittura delle comunità. Le “mappe delle lacerazioni” da lei citate mostrano un mondo frammentato ma ancora capace di costruire forme di fratellanza. Ogni storia si lega a temi universali, legati alla comune esperienza umana, contrapponendosi alla frammentazione e all’isolamento.
Leggi anche:
I confini etici tra intelligenza artificiale, climate change e crisi umanitarie
Un passaggio decisivo del discorso di Badkhen riguarda il superamento di un confine etico, tema che ritiene centrale nel dibattito attuale. Mentre intelligenza artificiale e cambiamento climatico si affacciano con possibili impatti profondi sulla società, l’autrice richiama l’attenzione sul fatto che il vero limite valoriale è quello che si perde nei confronti delle tragedie umane, come il genocidio a Gaza. In questo senso, si registra una tolleranza inquietante o addirittura sostegno a situazioni di violenza di massa.
Badkhen afferma che questi eventi mettono alla prova la capacità di mantenere un senso di moralità condivisa. Dice di preoccuparsi soprattutto di questo aspetto, senza sminuire le problematiche ambientali o tecnologiche, ma sottolineando la necessità di riaccendere un “cuore morale” capace di proteggere le società da catastrofi future. È un invito a riscoprire quei valori fondamentali che possono evitare derive distruttive e aiutare a preservare la dignità umana in scenari complessi.
Riflessioni sulla memoria e temi ricorrenti nei reportage
Un episodio raccontato da Badkhen durante la presentazione dà uno spunto per comprendere come lavori una giornalista che si confronta con la realtà ogni giorno. Ricorda che un poeta americano, durante una masterclass, ha suggerito ai suoi studenti di rileggere i diari scritti cinque anni prima per capire i loro pensieri profondi. Per Badkhen vale lo stesso metodo: rileggere vecchi appunti la porta spesso a scoprire che molte preoccupazioni, soprattutto legate alla condizione umana, alla violenza, alla bellezza e all’amore, erano già presenti.
Questi temi essenziali attraversano il volume con continuità e rinsaldano il senso di un lavoro giornalistico che non si limita a cronache acute ma tenta di afferrare un quadro più ampio. Le storie raccontate si intrecciano su queste costanti umane che, nonostante tutto, restano centrali nel racconto del mondo. Non a caso Badkhen presenterà il libro anche in altre città, proseguendo un dialogo aperto con i lettori.
L’appuntamento con la libreria ubik di como e la diffusione delle cronache contemporanee
Dopo la tappa milanese, Anna Badkhen ha fissato un incontro per presentare “Cronache di un mondo in movimento” alla libreria Ubik di Como. L’evento rappresenta un’occasione per approfondire i temi del volume, ascoltare le narrazioni dirette di chi ha visto da vicino le crisi globali e riflettere su come questi fatti influenzano la nostra percezione del presente e del futuro.
La scelta della location, oltre che della casa editrice Feltrinelli che cura l’edizione italiana nella collana Gramma, sottolinea l’interesse per un pubblico che cerca spunti concreti da casi di studio giornalistici. Nel 2025, in un momento in cui le dinamiche geopolitiche e ambientali si intrecciano con nuovi dilemmi etici, queste cronache sollevano questioni che restano aperte e urgenti. L’opera di Badkhen si inserisce in un filone di racconti che hanno l’obiettivo di tenere alta l’attenzione su chi vive situazioni al limite, mentre nel mondo si superano limiti tecnologici ma si mettono in discussione i confini della civile convivenza.