Nei primi mesi del 2025, il settore della tessitura in Italia mostra segnali variegati dopo un 2024 segnato da valori negativi. La produzione e le esportazioni presentano differenze nette tra le varie tipologie di tessuto, con alcune filiere in ripresa e altre ancora in sofferenza. L’analisi arriva in un momento cruciale per il mercato, proprio mentre si svolge a Milano un evento di riferimento per il comparto.
Milano unica 2025: focus sulle adesioni e sulle tendenze del mercato tessile
Milano Unica, la 41ª edizione, si conferma un momento rilevante per il settore tessile italiano. Dal 7 al 10 luglio alla Fiera Milano Rho si mostrano le collezioni per l’autunno/inverno 2026/27. Il presidente Simone Canclini ha sottolineato una partecipazione in crescita rispetto agli anni scorsi. Sono 735 gli espositori, con un +2,6% nei saloni Ideabiella, Moda In e Shirt Avenue, che ospitano 584 operatori, di cui 459 italiani e una crescita dell’8,7% degli espositori europei. Accanto a questi, si contano 134 espositori provenienti da aree speciali e dai rappresentanti di Korea e Japan, oltre a 17 case editrici. Anche la superficie espositiva ha registrato un aumento del 3,3%.
Questo trend indica un interesse ancora forte verso il settore dei tessuti e accessori d’alta gamma, nonostante i risultati economici sofferti dell’ultimo anno.
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Risultati economici del 2024 e primo trimestre 2025 nel settore tessile italiano
Il 2024 si è chiuso con dati poco confortanti per la tessitura italiana. Il fatturato totale ha raggiunto i 7 miliardi di euro, ma ha segnato una diminuzione significativa pari a quasi il 9%. A pesare sono state soprattutto le esportazioni, che hanno subito una contrazione oltre il 10%, attestandosi a 3,8 miliardi di euro. Questi numeri sottolineano una fase complessa per le aziende italiane attive nel settore.
Nel primo trimestre del 2025 si osserva un andamento disomogeneo. La produzione di tessuti ortogonali cala ancora, con un -6,9%, mentre i tessuti a maglia mostrano una crescita del +11%. Questo divario evidenzia che non tutte le aree del comparto tessile risentono allo stesso modo delle difficoltà di mercato. Le esportazioni continuano a scendere, seppure meno drasticamente . Il calo interessa soprattutto i tessuti di lana e quelli a maglia , mentre cresce la domanda di tessuti di cotone , lino e seta .
Andamento delle esportazioni e importazioni nei primi mesi del 2025
Le esportazioni italiane nel tessile mostrano due facce. Le vendite verso l’Unione Europea, che assorbono il 45,8% del totale, registrano un calo del 5%. Al contrario, le esportazioni destinate a mercati extra-UE, pari al 54,2%, avanzano lievemente dello 0,1%. La differenza si spiega anche con la riduzione delle esportazioni verso la Cina, scese del 16,5%, uno dei partner asiatici più importanti per il settore.
Negli Stati Uniti, invece, si osserva un andamento opposto, con un netto aumento del 18,4% delle vendite nonostante le incertezze legate alle politiche tariffarie introdotte dall’amministrazione precedente. Questo mercato resta strategico e in grado di offrire nuove opportunità al tessile italiano.
Importazioni in crescita da paesi extra-ue
Riguardo le importazioni, il primo trimestre del 2025 indica una crescita a doppia cifra per i tessuti provenienti dall’estero. Circa il 68,6% del valore totale delle importazioni arriva da paesi extra-UE, con un contributo significativo della Cina, che cresce del 40%. Questi dati segnalano una forte presenza dei prodotti esteri nel mercato nazionale e una dinamica di approvvigionamento che si concentra su mercati extraeuropei.