Andamenti delle principali piazze finanziarie in asia e pacifico

Andamenti delle principali piazze finanziarie in asia e pacifico

Le borse asiatiche e pacifico scendono dopo la tregua sui dazi tra Stati Uniti e Cina, mentre tensioni geopolitiche in Ucraina, Medio Oriente e Asia influenzano negativamente i mercati globali.
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Le borse asiatiche calano dopo la tregua sui dazi USA-Cina, frenate dalle tensioni geopolitiche globali e incertezze economiche. - Gaeta.it

borse asiatiche in calo dopo la tregua sui dazi tra usa e cina: tensioni geopolitiche frenano i mercati

Le borse in Asia e nella regione Pacifico hanno registrato cali diffusi, seguendo un periodo di euforia scaturito dall’accordo tra Stati Uniti e Cina sui dazi, siglato lo scorso weekend. Gli operatori finanziari sono tornati a mantenere un atteggiamento prudente, con lo sguardo rivolto alle tensioni geopolitiche ancora accese in diverse aree del mondo. La situazione in Ucraina, le instabilità in Medio Oriente e i contrasti tra India e Pakistan continuano a influenzare negativamente il sentiment degli investitori, che riducono le operazioni di rischio per evitare nuovi shock sui mercati.

Tra le borse più penalizzate si segnalano Tokyo, che ha perso quasi un punto percentuale , Seul con una flessione dello 0,69% e Taipei in calo moderato dello 0,24%. Sydney si è invece mossa in controtendenza con un leggero rialzo dello 0,22%. Altri mercati come Hong Kong, Shanghai e Mumbai sono rimasti in territorio negativo, rispettivamente con perdite dello 0,88%, 0,54% e 0,23%. Singapore, invece, ha registrato una variazione positiva dello 0,37%. Questi dati confermano un clima generale di cautela nell’area, nonostante resti viva la speranza di una stabilizzazione dopo l’accordo sui dazi.

I future europei e americani in rosso nonostante dati economici positivi dal regno unito

I contratti future legati ai mercati europei e statunitensi hanno aperto la settimana in calo. L’annuncio di un PIL britannico migliore del previsto non è bastato a invertire la rotta degli indici, che risentono delle incertezze globali. Nel corso dei prossimi giorni sono attesi indicatori chiave per valutare lo stato dell’economia europea: in Francia verranno diffusi i dati sull’inflazione di aprile, mentre l’Eurozona presenterà i numeri relativi a PIL e produzione industriale di marzo. Dagli Stati Uniti arriveranno le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, insieme all’indice manifatturiero di New York, agli indicatori Fed di Filadelfia e alle vendite al dettaglio di aprile, valori che potrebbero fornire segnali utili sulla direzione dell’economia americana.

Andamento delle valute e delle materie prime nei mercati internazionali

Il dollaro si è mostrato debole questa mattina, scambiandosi a 0,89 euro, 145,71 yen e 0,75 sterline. La domanda di dollari risulta limitata da una serie di fattori esterni e interni, mentre sono diminuiti i prezzi di diverse materie prime. Il petrolio greggio, indicato dal benchmark West Texas Intermediate , ha ceduto il 2,34% attestandosi a 61,67 dollari al barile. Anche l’oro ha perso terreno, scendendo del 2,7% a 3.147,36 dollari l’oncia. Al contrario, il gas naturale ha mostrato un rialzo dello 0,88%, raggiungendo i 35,32 euro al megawattora. I mercati obbligazionari europei segnano un aumento del differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi decennali, a quota 101,5 punti. Il rendimento del decennale italiano si è ridotto di 0,9 punti al 3,69%, mentre quello tedesco ha perso l’1,2% fermandosi al 2,68%.

Azioni giapponesi in rosso spingono verso la debolezza di tokyo

Sul listino di Tokyo sono risultati particolarmente penalizzati i titoli legati al settore automobilistico e tecnologico. Honda ha lasciato sul terreno il 3,9%, Toyota è scesa del 3,36% e Suzuki ha ceduto il 2,98%. Tra i produttori di semiconduttori, Screen Holdings e Disco Corporation hanno registrato ribassi rispettivamente del 3,49% e 3,24%. Anche il comparto bancario ha sofferto la pressione, con Nomura in calo del 2,88% e Sumitomo Mitsui che ha perso il 3,17%. Questi movimenti confermano una generale tendenza negativa legata alle incertezze macroeconomiche, che si riflettono soprattutto sui titoli più sensibili ai cicli di mercato e ai conflitti internazionali.

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