Ambiente e giovani: come il cambiamento climatico ha spostato 250mila minorenni nelle città europee nel 2023

Ambiente e giovani: come il cambiamento climatico ha spostato 250mila minorenni nelle città europee nel 2023

Il cambiamento climatico nel 2023 ha costretto 250.000 minorenni in 43 paesi dell’Ue e dell’Ocse a lasciare casa, interrompendo istruzione e benessere; Unicef Italia promuove un concorso fotografico per i giovani.
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L’articolo evidenzia l’impatto crescente del cambiamento climatico su bambini e adolescenti in Europa, con sfollamenti, interruzioni scolastiche e rischi per la salute, e presenta l’iniziativa di Unicef Italia che coinvolge i giovani attraverso un concorso fotografico per sensibilizzare e promuovere l’educazione ambientale. - Gaeta.it

Negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico si sono fatti sentire in modo più frequente e drammatico sulle persone più vulnerabili, soprattutto sulle bambine, bambini e adolescenti. Nel 2023, secondo i dati raccolti dall’Unicef, almeno 250.000 minorenni sono stati costretti a lasciare le loro case a causa di eventi naturali legati al clima in 43 paesi dell’Ue e dell’Ocse. Questo fenomeno ha ripercussioni non solo sulla sicurezza abitativa, ma anche sul diritto all’istruzione e al benessere nelle città europee.

L’impatto delle catastrofi naturali sui giovani in europa e oltre

Il rapporto Unicef evidenzia come le catastrofi naturali, sempre più frequenti, abbiano costretto centinaia di migliaia di giovani a spostarsi dalle loro case nel 2023. Questi sfollamenti si sono verificati in 43 paesi europei e dell’Ocse, colpendo in modo diretto bambini, bambine e adolescenti. Le cause principali sono eventi climatici estremi come ondate di calore intense, siccità prolungate, piogge torrenziali e alluvioni. Per queste persone perdere la casa significa anche interrompere abitudini quotidiane, relazioni sociali e percorsi scolastici.

Condizioni climatiche urbane e scuole a rischio

Oltre alla perdita della casa, negli ambienti urbani le condizioni climatiche stanno peggiorando la qualità della vita. Circa la metà delle scuole in città europee si trovano in zone definite “isole di calore”, aree dove la temperatura è più alta a causa dell’asfalto, degli edifici e della scarsa vegetazione. Questi microclimi elevano la temperatura interna degli edifici scolastici, mettendo a rischio la salute e il rendimento scolastico di migliaia di studenti durante i periodi di caldo estremo. Inoltre, quasi il 10% delle scuole si trova in aree soggette a inondazioni, esponendo bambini e adolescenti a pericoli concreti e frequenti sospensioni delle attività didattiche.

Interruzioni scolastiche e disagio nelle comunità colpite da eventi climatici

Gli effetti degli eventi climatici si ripercuotono anche sull’istruzione: nel 2024, oltre 25 milioni di studenti in 17 paesi analizzati hanno visto interrotti i loro percorsi di apprendimento. Questi disagi sono legati soprattutto a situazioni di emergenza che impediscono la frequenza regolare delle lezioni. L’Italia, solo per citare un caso specifico, ha subito forti piogge e inondazioni nel settembre 2024 che hanno costretto alla sospensione delle lezioni per quasi 916.000 studenti.

Le interruzioni hanno complicato la routine scolastica, aggravando le differenze educative tra studenti che vivono in zone più vulnerabili rispetto ad altre aree. La mancanza di accesso continuativo a scuola incide non solo sulle competenze ma anche sul benessere psico-sociale degli studenti. Le famiglie coinvolte in queste crisi spesso devono gestire problemi abitativi, sanitari ed economici, mentre le scuole devono ricostruire le strutture danneggiate e riprogrammare le attività di insegnamento.

L’impegno dell’unicef italia e il concorso fotografico rivolto ai giovani

In questo clima di emergenze e sfide, l’Unicef Italia ha deciso di mettere al centro il punto di vista dei giovani attraverso un’iniziativa concreta. Per la Giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno 2025, l’Unicef ha lanciato il concorso fotografico “Uno scatto per il clima: ambiente e futuro visti da me”. Il bando è rivolto a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni e invita i partecipanti a documentare con immagini come il cambiamento climatico sta modificando il loro mondo.

Raccontare il clima attraverso gli occhi dei giovani

Il concorso vuole raccogliere fotografi in erba che raccontano tre aspetti precisi: l’impatto diretto sugli adolescenti e la loro vita quotidiana, le possibili soluzioni che i giovani propongono per affrontare il problema e il ruolo dell’educazione nel promuovere consapevolezza e azione. Nicola Graziano, presidente di Unicef Italia, ha sottolineato l’importanza di dare voce ai ragazzi per coinvolgerli attivamente nella lotta al cambiamento climatico.

I premi per i primi tre classificati comprendono attrezzature fotografiche e libri specifici, ma soprattutto l’opportunità di farsi sentire su un tema cruciale per il loro futuro. I partecipanti avranno tempo fino al 30 novembre 2025 per inviare le loro fotografie e aderire alle regole delineate dal concorso.

Il ruolo dell’educazione e della partecipazione attiva dei giovani nelle sfide climatiche

L’educazione al cambiamento climatico si conferma uno degli strumenti principali per dare ai giovani gli strumenti per intervenire e adattarsi. I programmi scolastici e le attività extrascolastiche dedicano sempre più spazio a tematiche ambientali, con l’obiettivo di formare cittadini responsabili e consapevoli. In Italia e nell’Unione europea, diverse iniziative puntano a promuovere un dialogo diretto con i ragazzi, chiedendo loro di proporre soluzioni concrete e di raccontare come vivono il cambiamento.

Educazione e partecipazione si intrecciano in progetti come quello di Unicef, che offre occasioni di espressione creativa e confronto. Questo approccio facilita la diffusione di conoscenze e la sensibilizzazione verso comportamenti sostenibili, ma serve anche a creare attenzione verso chi subisce maggiormente le conseguenze ambientali. In questo quadro, i giovani si trovano a essere protagonisti di una sfida complessa, ma anche a una risorsa diretta per costruire risposte efficaci.

La giornata del 5 giugno ha quindi un significato particolare: spingere società e istituzioni a riconoscere il peso del cambiamento climatico sulle nuove generazioni e a includerle nelle decisioni sulle politiche ambientali. Lo sappiamo, difendere l’ambiente serve anche a proteggere chi ha davanti il futuro più lungo.

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