Nel cuore del dibattito politico altoatesino emerge una forte presa di posizione del presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher. Al centro, la recente polemica scaturita da un post del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Diego Salvadori, che ha richiamato Joseph Goebbels in un messaggio contro la bandiera arcobaleno. Kompatscher esprime chiaramente il suo dissenso e rilancia la necessità di riflettere sull’impatto delle parole nella politica quotidiana. Intanto, si fa strada una discussione sulla possibile nomina dell’ex sindaco di Brunico Roland Griessmair a sottosegretario per le minoranze linguistiche, un tema che accende ulteriori tensioni nel panorama locale e nazionale.
Il post di diego salvadori e la risposta di kompatscher
Il consigliere comunale di Bolzano, Diego Salvadori, ha scatenato polemiche con un post online in cui ha citato Joseph Goebbels, figura chiave della propaganda nazista, per commentare la bandiera arcobaleno simbolo dei diritti Lgbtq+. La scelta del riferimento è stata subito condannata da più parti. Arno Kompatscher ha definito il gesto “un errore che però accade troppo spesso”. Il governatore ha evidenziato l’importanza di discutere dentro le forze politiche coinvolte per evitare simili uscite in futuro.
Il nazifascismo non ammette giustificazioni
Kompatscher è stato netto nel ribadire che non esiste alcuna giustificazione per sostenere che il regime nazifascista abbia avuto aspetti positivi, come in qualche modo riportato da alcune dichiarazioni isolate, anche in Germania. “Sono stati il male assoluto”, ha detto. Questo richiamo ha lo scopo di sottolineare la linea rossa da non oltrepassare nel confronto pubblico, anche proveniente da forze politiche del centrodestra.
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L’accento si è spostato quindi sull’esigenza di rispettare gli accordi di coalizione in maniera concreta e quotidiana, non solo come parole di facciata. Kompatscher chiede chiarezza e serietà, soprattutto in un contesto locale che si ritiene esempio di convivenza e rispetto reciproco.
Convivenza, giustizia sociale ed evitare il cattivo esempio nella politica locale
Il presidente della Provincia autonoma ha ricordato che l’Alto Adige gode di una fama di terra di convivenza pacifica fra comunità diverse e di benessere diffuso, caratteristica che andrebbe difesa con impegno. “Bisogna concentrarsi su chi sta meno bene – ha detto – invece di alimentare rancori e odio”. Questa osservazione punta a smorzare i toni esasperati e invita a porre attenzione sulle diseguaglianze e sulle questioni sociali.
Kompatscher ha fatto presente che la politica deve incarnare il buon esempio. Se non riesce a farlo, quantomeno non deve trasmettere messaggi negativi che dividono la società. La critica è indirettamente rivolta alla gestione di certe dichiarazioni o comportamenti di esponenti politici che finiscono per soffiare sul fuoco di tensioni sociali già presenti.
Un territorio plurilingue da tutelare
In un territorio segnato da identità plurilingue e culturali, mantenere un clima di rispetto e solidarietà evita che le divisioni si trasformino in autentici conflitti. La politica locale è chiamata a questo compito difficile ma essenziale, se vuole mantenere credibilità e autorevolezza.
Posizioni sul antifascismo e le divisioni all’interno del centrodestra
Durante l’intervista, Arno Kompatscher ha menzionato anche il ruolo di Giorgia Meloni e della sua linea politica. Secondo il presidente, la leader di Fratelli d’Italia “non cade nei tranelli” e avrebbe preso una posizione chiara sul valore dell’antifascismo. Una presa di posizione che aiuta a smascherare l’ambiguità presente in certe parti del centrodestra sulle questioni legate alla memoria storica.
Kompatscher ha ipotizzato che alcuni esponenti politici esiterebbero a prendere posizioni nette per timore di alienarsi elettori con idee nostalgiche del regime fascista o nazista, nonostante queste visioni siano lontane dal governo di uno Stato moderno. L’ammonimento è che l’ambiguità non serve a nessuno, ma favorisce divisioni e malintesi.
Il ruolo delle forze politiche nella condanna storica
La discussione apre un dibattito più ampio sulla capacità delle forze politiche di condannare senza incertezze ogni forma di regime totalitario, affermando con forza i valori democratici.
Il caso rolando griessmair e le tensioni sulle nomine nel governo
Un grande tema di attualità riguarda la possibile nomina di Rolando Griessmair, ex sindaco di Brunico, a sottosegretario per le minoranze linguistiche nel governo Meloni. Arno Kompatscher ha espresso forti preoccupazioni, sottolineando come la Südtiroler Volkspartei da decenni chieda contenuti concreti più che incarichi per garantire i diritti delle minoranze.
Secondo Kompatscher, se Griessmair dovesse accettare questo ruolo, sarebbe opportuno che lasciasse la tessera del partito. Il presidente osserva che l’intera vicenda sta causando danni all’immagine e ai rapporti politici della regione. L’assegnazione del ruolo nasce da rapporti personali, legati in particolare alla vicinanza tra Griessmair e il ministro Lollobrigida.
La preferenza per un tecnico esperto
Il governatore ha poi precisato che il governo ha libertà nelle proprie scelte, ma ha indicato la sua preferenza personale per la nomina di un tecnico con esperienza specifica, piuttosto che di un politico, per seguire al meglio la complessa riforma sulle minoranze.
In questo passaggio si abbassano i toni, ma si evidenziano le frizioni tra rappresentanti locali e Roma, e il peso che le scelte politiche nazionali hanno sugli equilibri territoriali.
Il richiamo ai contenuti più che alle poltrone resta un punto fermo nel discorso di Kompatscher, come monito a evitare personalismi che possano compromettere il lavoro e la coesione in Alto Adige.