Nella mattinata del 27 aprile 2025, la Striscia di Gaza è stata colpita da nuovi raid aerei israeliani che hanno provocato vittime tra la popolazione civile, in particolare in zone dove si erano rifugiate famiglie sfollate. Le fonti ospedaliere locali, riportate dall’emittente Al Jazeera, confermano almeno 14 morti tra bambini, donne e uomini. Gli attacchi si sono concentrati soprattutto nel nord e nel sud dell’enclave, colpendo anche strutture di accoglienza temporanea.
Attacco al nord di Gaza: la scuola osama bin zaid distrutta, vittime tra i rifugiati
L’episodio più grave si è verificato nella zona di as-Saftawi, a nord di Gaza. Qui una bomba ha colpito la scuola Osama bin Zaid, trasformata in un centro di accoglienza per i palestinesi sfollati dopo i precedenti combattimenti. Almeno otto persone sono morte sotto le macerie dell’edificio, tra cui due bambini e una donna. Testimoni raccontano di scene di panico e disperazione: molte famiglie avevano cercato proprio qui un riparo sicuro. L’attacco ha messo in evidenza i rischi a cui sono sottoposti i centri di raccolta dei civili.
Difficoltà nei soccorsi e condizioni feriti
Le autorità mediche nella Striscia di Gaza fanno sapere che i feriti trasportati dagli ospedali mostrano ustioni, fratture e lesioni da schiacciamento. Procedono senza sosta i soccorsi, che trovano difficoltà a raggiungere alcune aree a causa dei raid ripetuti. L’episodio rilancia il dibattito internazionale sulla protezione dei civili in zone di conflitto, visto che strutture come scuole e ospedali risultano spesso colpite.
Leggi anche:
Raid nel sud di Gaza, colpiti i tendoni degli sfollati a al-mawasi di khan younis
In un altro raid poco dopo, un attacco israeliano ha preso di mira le tende dove si erano rifugiati sfollati palestinesi nella zona di al-Mawasi, a ovest di Khan Younis. Qui sono morte almeno sei persone, tutte residenti che avevano perso le abitazioni a causa delle ostilità. I soccorritori hanno recuperato i corpi tra le lamiere e i tessuti distrutti, mentre la popolazione locale denuncia l’impossibilità di trovare ripari sicuri.
Condizioni drammatiche per gli sfollati
Questa parte del sud della Striscia di Gaza, già duramente colpita dai mesi di conflitto, resta esposta a pericoli continui. Le condizioni di vita per gli sfollati peggiorano di giorno in giorno, con accesso limitato ad acqua potabile, cibo e cure mediche. Le organizzazioni umanitarie lanciano appelli per fermare gli attacchi e garantire almeno i corridoi umanitari.
Impatto sui civili e risposta internazionale agli attacchi a Gaza
I raid di oggi mostrano la fragilità della popolazione civile nella Striscia di Gaza. Nonostante l’incessante conflitto, le famiglie continuano a cercare riparo in luoghi considerati meno vulnerabili, come scuole o campi improvvisati. Il bilancio delle vittime tra i più deboli, inclusi bambini e donne, sottolinea la gravità della situazione.
La comunità internazionale osserva con timore l’escalation in corso. Organizzazioni delle Nazioni Unite e Ong ribadiscono la necessità di rispettare le norme internazionali che tutelano i civili e le infrastrutture fondamentali. A quel punto si attende una reazione diplomatica o aperture per negoziati che evitino ulteriori perdite di vite innocenti.
I centri di raccolta: luoghi protetti o obiettivi militari?
L’ultimo episodio colpisce infatti in profondità: i centri di raccolta di sfollati dovrebbero rappresentare luoghi protetti e non obiettivi militari. Negli ultimi mesi, report confermano che molti di questi siti sono stati più volte oggetto di bombardamenti, causando un aumento della sofferenza tra la popolazione palestinese.