Le indicazioni operative sull’irpef per il 2025 sono contenute in una recente circolare dell’agenzia delle entrate, che dettaglia le modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2025. Le novità riguardano principalmente la nuova struttura degli scaglioni e delle aliquote, e le modifiche apportate alle detrazioni previste per i redditi da lavoro dipendente. Questi aggiornamenti arrivano in vista della presentazione della precompilata 2025, fornendo un quadro aggiornato per contribuenti e datori di lavoro.
Nuove aliquote e scaglioni irpef previste per il 2025
La legge di bilancio 2025 ha riorganizzato completamente gli scaglioni irpef. Prima erano quattro, ora sono tre, con aliquote distinte e più concentrate. Per i redditi fino a 28mila euro l’aliquota è fissata al 23%. Per quelli superiori a 28mila euro e fino a 50mila euro si applica il 35%. Al di sopra dei 50mila euro, l’aliquota sale al 43%.
Questo cambiamento punta a ridurre la complessità del sistema, offrendo una classificazione più snella delle fasce reddituali. Questi nuovi valori si applicano ai redditi percepiti a partire dal primo gennaio 2025. La riduzione del numero degli scaglioni potrebbe influire sul carico fiscale complessivo, soprattutto per le fasce medie, modificando la pressione fiscale su molte famiglie e lavoratori.
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Scala progressiva e impatto per i contribuenti
Nel dettaglio, la soglia di 28mila euro segna il passaggio da un’aliquota bassa a una media, mentre il salto al 43% interessa invece soprattutto i contribuenti con redditi più elevati. Questo rimodellamento si inserisce in una più ampia revisione del sistema tributario, che accompagna anche l’introduzione di nuovi meccanismi di detrazione e agevolazioni.
Variazioni nelle detrazioni per lavoro dipendente
Le detrazioni per i lavoratori dipendenti subiscono alcune variazioni importanti rispetto al passato. La detrazione base per redditi fino a 15mila euro passa da 1.880 a 1.955 euro. A questo si aggiunge un meccanismo correttivo che evita l’esclusione dal trattamento integrativo per chi beneficia dell’aumento della detrazione per lavoro dipendente.
La circolare precisa che per i lavoratori con reddito complessivo fino a 20mila euro viene riconosciuta una somma che non entra nel calcolo del reddito imponibile. Questo importo si calcola applicando una percentuale variabile al reddito da lavoro dipendente rapportato all’intero anno. In presenza di più rapporti di lavoro dipendente, i periodi si considerano una sola volta, evitando sovrapposizioni.
Detrazioni su redditi medi e alti
Per chi ha un reddito superiore a 20mila ma inferiore a 40mila euro, è prevista un’ulteriore detrazione che parte da 1.000 euro per redditi fino a 32mila euro e scende progressivamente fino ad azzerarsi oltre i 40mila euro. Questi benefici vengono riconosciuti automaticamente dai sostituti d’imposta, cioè i datori di lavoro, senza necessità che il lavoratore presenti domanda. L’eventuale conguaglio si effettua durante la dichiarazione dei redditi, compensando gli importi in credito con quelli a debito.
Questi aggiornamenti mirano a trovare un equilibrio più preciso nella modulazione delle detrazioni in base alla fascia di reddito, permettendo una distribuzione più mirata dei benefici fiscali. Andrebbero così a favore delle fasce di reddito medio-basse, cercando di limitare gli effetti sulle fasce più elevate.
Limiti e criteri per le detrazioni relative a carichi famiglia
Dal primo gennaio 2025 cambiano anche le regole per le detrazioni legate ai familiari a carico. In particolare, la detrazione per figli di età compresa tra 21 e 30 anni resta valida solo se i figli non sono disabili. Viene inoltre estesa ai figli affiliati e a quelli del coniuge deceduto, purché convivano con il contribuente.
Per gli altri familiari conviventi, la detrazione si limita agli ascendenti conviventi, come genitori o nonni. In pratica non si potrà più usufruire di detrazioni per generi, nuore, suoceri, fratelli o sorelle che convivano, ma non rientrino nella categoria degli ascendenti.
Esclusione per familiari non residenti e stranieri
Un altro aspetto riguarda i cittadini non italiani, né comunitari né dello Spazio economico europeo. Per loro non spettano detrazioni per familiari residenti all’estero. Le stesse restrizioni si applicano nei casi di misure di welfare erogate dal datore di lavoro, escluse per i familiari residenti fuori dall’Italia per questi contribuenti.
Queste modifiche tracciano un quadro più definito e restrittivo sull’ambito delle detrazioni per familiari a carico, limitando quel tipo di agevolazioni soprattutto per le famiglie con componenti non conviventi o residenti fuori dal territorio nazionale.
Welfare aziendale e detrazioni per i figli dei lavoratori
Per le misure di welfare riconosciute dal datore di lavoro in favore dei figli dei dipendenti si conferma la possibilità di escluderle dal reddito da lavoro dipendente. Restano valide anche le detrazioni e deduzioni per spese sostenute per i figli fiscalmente a carico.
Questa esclusione, già valida per i figli sotto i 30 anni con disabilità, si estende anche ai figli oltre questa età ma senza disabilità, purché rispettino i requisiti reddituali previsti per beneficiare delle agevolazioni. Ciò consente di mantenere inalterata la tutela fiscale per alcune categorie, anche quando i figli superano una certa età anagrafica.
Requisiti reddituali e convivenza
Le norme definiscono con precisione i requisiti reddituali e di convivenza che devono sussistere per questi benefici. Viene quindi tracciato un confine chiaro sul trattamento fiscale dei benefit aziendali e sulle agevolazioni fiscali per le famiglie, nel contesto più ampio della revisione delle detrazioni e aliquote.
Il quadro normativo aggiornato rende necessaria una nuova attenzione da parte di lavoratori e datori di lavoro nella gestione di buste paga e dichiarazioni fiscali, tenendo conto dei cambiamenti e delle nuove soglie fiscali stabilite per il 2025.