La fiera wmf 2025 di bologna ha riunito esperti e professionisti per confrontarsi sul ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nel turismo, un settore in rapida trasformazione. Tra riflessioni sul rapporto tra tecnologia e autenticità, il panel “Le emozioni fanno check-in” ha messo in luce nuove strategie per gestire i flussi turistici, migliorare la comunicazione e mantenere il rapporto umano con i viaggiatori.
Come l’intelligenza artificiale può gestire i flussi turistici in modo più sostenibile
Claudiana Di Cesare, giornalista e consulente di destination marketing, ha parlato di un utilizzo consapevole dell’intelligenza artificiale capace di supportare la sostenibilità nel turismo. Secondo lei, la tecnologia non riduce la qualità del rapporto con il visitatore ma può renderlo più diretto e mirato. Attraverso l’analisi di dati e modelli predittivi, gli operatori turistici possono spostare i flussi dai periodi di picco, evitando il sovraffollamento che danneggia le destinazioni.
La destagionalizzazione come punto chiave
La destagionalizzazione, in effetti, è uno dei punti chiave su cui si concentra la strategia. I dati suggeriscono infatti quali mete emergenti hanno potenziale e vanno valorizzate. È possibile così intercettare i viaggiatori più consapevoli, quelli che cercano esperienze autentiche, piuttosto che affollare le mete tradizionali nei momenti di maggiore affluenza. L’idea porta a un turismo più equilibrato e rispettoso del territorio, con benefici sia per gli ospiti sia per le comunità locali.
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Di Cesare ha ribadito che l’intelligenza artificiale deve essere vista come uno strumento che amplifica la comunicazione umana, non la sostituisce. Il coinvolgimento emotivo resta centrale, ma la tecnologia aiuta a proporre contenuti personalizzati e tempi adatti per ogni tipo di turista.
La comunicazione strategica come infrastruttura del turismo contemporaneo
Belinda Bortolan, consulente di comunicazione strategica, ha messo al centro del dibattito l’importanza del racconto condiviso tra enti pubblici e operatori privati. Nel turismo oggi la comunicazione non è più soltanto uno strumento promozionale ma diventa una vera e propria infrastruttura.
Attraverso una narrazione coordinata si costruisce l’identità della destinazione capace di parlare ai desideri specifici dei viaggiatori. Il racconto gestito da più soggetti mira a consolidare l’esperienza prima, durante e dopo il viaggio. Lo scambio tra pubblico e privato diventa quindi imprescindibile e, con l’ausilio di tecnologie digitali, può raggiungere un pubblico sempre più segmentato.
L’ascolto come base della comunicazione
Bortolan ha sottolineato che il turista moderno cerca coinvolgimento e riconoscimento delle proprie aspettative. Per questo le strategie comunicative devono fondarsi su ascolto e conoscenza approfondita dei bisogni. La capacità di connettere emozioni e informazioni rappresenta oggi un passaggio fondamentale per attirare viaggiatori e garantirne la soddisfazione.
Big data, profilazione e personalizzazione nel marketing turistico digitale
Daniele Manetti di Sojern ha raccontato come i big data e la profilazione valoriale permettono di costruire relazioni digitali più autentiche con i turisti. L’intelligenza artificiale apre la strada a una comunicazione mirata che non si basa solo sulle destinazioni o sulle offerte, ma su ciò che davvero interessa chi viaggia.
Il marketing digitale evolve verso una personalizzazione che considera motivazioni, interessi e comportamenti. Così diventa possibile proporre contenuti più pertinenti e tempestivi, migliorando l’esperienza complessiva del viaggiatore. Manetti ha messo in evidenza che questa precisione evita sprechi e migliora l’efficacia delle campagne.
Nuovi segmenti di viaggiatori attraverso la profilazione
Inoltre la profilazione integrata favorisce l’identificazione di nuovi segmenti di viaggiatori. Questo consente alle aziende di adattare prodotti e servizi a formati più flessibili, adatti a piccoli gruppi o esperienze di nicchia. L’uso combinato di dati e intelligenza artificiale apre nuove strade nel marketing turistico, più rispondenti alle esigenze individuali.
Automatizzare senza sacrificare il rapporto umano: il caso del check-in
Paolo Zennaro, amministratore delegato di Wiisy, ha evidenziato un aspetto operativo cruciale: l’automazione nel rapporto con il cliente non deve sostituire la relazione umana. Zennaro ha illustrato come le tecnologie per il check-in, sia online che in loco, possano integrare l’accoglienza senza toglierle calore.
Secondo i dati raccolti da Wiisy, alcune categorie di viaggiatori, in particolare giovani e business traveler, preferiscono velocità e autonomia nelle procedure. Le famiglie e gli ospiti senior invece cercano l’interazione diretta e un’accoglienza personalizzata. La possibilità di offrire entrambe le opzioni rappresenta un valore aggiunto concreto per le strutture ricettive.
Soluzioni ibride per una migliore esperienza
Questa flessibilità permette agli operatori di posizionarsi meglio sul mercato, rispondendo a più territori di domanda senza rinunciare alla qualità dell’esperienza. L’alternativa tra tecnologia e umanità lascia spazio a soluzioni ibride che mettono al centro la scelta del cliente.
Autenticità turistica: una risorsa da gestire tra rischio di omologazione e valore dell’imprevisto
Domenico Palladino, direttore di Qualitytravel, ha sollevato un interrogativo sui rischi legati alla diffusione delle piattaforme digitali nel turismo. Secondo lui il realismo turistico rischia di perdere autenticità, perché l’esperienza diventa qualcosa di standardizzato e replicabile.
Palladino ha sottolineato che l’essenza del viaggio resta spesso legata a eventi inattesi e momenti “fuori programma”. L’automatizzazione è utile per le attività ripetitive ma non può coprire tutto il rapporto umano che rimane alla base dell’esperienza autentica. Per questo l’host deve decidere se aderire a modelli già definiti oppure mantenere l’unicità dello scambio con l’ospite.
Calibratura tra tecnologia e spontaneità
Il confronto su questo tema invita a non perdere di vista ciò che rende ogni destinazione e ogni viaggio diverso. Si tratta di calibrare interventi tecnologici con la spontaneità degli incontri e le differenze culturali, evitando di trasformare il turismo in una serie di procedure uguali ovunque.
Il futuro del turismo tra tecnologia e relazione umana
Il confronto al wmf 2025 ha chiarito che il turismo del prossimo futuro non si baserà su una scelta tra intelligenza artificiale e rapporti umani. Piuttosto, le due dimensioni dovranno trovare un equilibrio dinamico. La tecnologia può aiutare a organizzare flussi, personalizzare il viaggio e sostenere la promozione delle destinazioni.
Allo stesso tempo, la relazione umana resta il perno dell’esperienza turistica, la fonte di emozioni, scoperte e anche piccole imperfezioni che rendono il viaggio memorabile. La sfida sarà usare la tecnologia per valorizzare queste relazioni invece di uniformarle, aprendo così spazi per nuovi modi di viaggiare e accogliere.