La tradizione della transumanza in valtellina rinnova il legame tra territorio e produzioni casearie tipiche. Quest’anno, 45 alpeggi della provincia di sondrio e le aree di lecco accoglieranno più di 11 mila ettari di pascoli, destinati a quasi 3.000 bovini da latte e oltre 300 capre. La montagna lombarda si prepara così alla consueta fase di spostamento degli animali verso i pascoli estivi, che rappresenta un momento centrale per la filiera del bitto dop e del valtellina casera dop.
La tradizione millenaria della transumanza in valtellina e il riconoscimento legislativo
La pratica della transumanza, che in valtellina si tramanda da secoli, è stata inserita nella legge regionale 14 del 2022, riconosciuta ufficialmente come patrimonio culturale e agricolo di rilievo. Si tratta di un sistema che coinvolge due province lombarde, sondrio e lecco, e che si lega strettamente alla produzione di formaggi tipici di alta qualità. I pascoli estivi, che si estendono per oltre 11 mila ettari, ospitano gli allevamenti di bovini e capre durante i mesi più caldi. Questo trasferimento temporaneo permette agli animali di nutrirsi di erbe alpine fresche, essenziali per il sapore e la qualità del latte destinato alla produzione di formaggi dop.
Importanza normativa e impatto economico
L’importanza normativa conferma la rilevanza di queste tradizioni non solo dal punto di vista culturale ma anche economico, con un evidente impatto sulla filiera lattiero-casearia locale. La transumanza rappresenta un passaggio fondamentale che garantisce standard di produzione riconosciuti, molto apprezzati anche sulle tavole nazionali e internazionali.
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L’evento di milano per promuovere le dop valtellinesi e il ruolo dell’assessore beduschi
Lo scorso mese a milano è andato in scena “la montagna in un assaggio”, evento organizzato dal consorzio tutela bitto e valtellina casera, che ha raccolto attenzione per la promozione delle due dop principali della valle. Questa iniziativa ha messo in luce le caratteristiche che rendono unici bitto e valtellina casera, attraverso momenti di degustazione e confronto con operatori del settore e addetti ai lavori. L’assessore regionale all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste, alessandro beduschi, ha partecipato alla manifestazione sottolineando il valore delle dop del territorio.
Beduschi ha ricordato come “la crescita delle produzioni tipiche sia un segnale di vitalità per l’economia locale e per l’immagine della lombardia”. Ha aggiunto che bitto e valtellina casera sono esempi concreti di come tradizione e qualità possono convivere senza rinunciare a uno sviluppo sostenuto. L’assessore ha inoltre collegato il potenziale di valorizzazione alla prossima occasione delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, evento che secondo lui offrirà un palco importante per mettere in luce i prodotti alpini lombardi.
Caratteristiche di produzione e dati aggiornati sulle dop valtellinesi nel 2024 e primi mesi 2025
Il bitto è un formaggio d’alpeggio raro, lavorato direttamente nelle malghe due volte al giorno durante il periodo estivo. La sua stagionatura minima è di 70 giorni, condizione necessaria per ottenere il marchio del consorzio tutela bitto. Nel 2024 sono state prodotte esattamente 15.431 forme di bitto, una quantità che testimonia la continuità e la determinazione degli allevatori e casari impegnati nell’attività di montagna.
Dati di produzione valtellina casera
Il valtellina casera nasce a valle e si presenta come un formaggio semigrasso, molto versatile nelle preparazioni culinarie. Rappresenta il terzo prodotto gastronomico più conosciuto della valtellina, dopo la famosa bresaola e i pizzoccheri. L’anno 2024 ha chiuso con risultati interessanti: +8,9% di produzione in volume, superando le 221.000 forme, e un incremento di valore alla produzione del 10,3%, che ha raggiunto i 13,2 milioni di euro. Nei primi cinque mesi del 2025 la produzione ha mantenuto il ritmo dell’anno precedente, con oltre 99.000 forme marchiate. Si attendono nuove crescite nelle vendite, stimate intorno al 3%, segnale di una buona tenuta del mercato.
Il confronto tra i dati di bitto e valtellina casera evidenzia come le due dop svolgano ruoli complementari nel differenziare l’offerta casearia valtellinese, garantendo un tessuto produttivo variegato e riconosciuto da consumatori e operatori.
Il valore economico e culturale della transumanza nella promozione del territorio
La transumanza non è solo un movimento di animali fra pascoli diversi: è un meccanismo che collega la montagna con l’economia rurale e con il patrimonio culturale della lombardia alpina. I gesti di spostamento, la cura degli animali sui pascoli estivi, le tecniche di lavorazione tradizionale dei formaggi dop raccontano una storia lunga e radicata in questo territorio. La presenza di circa 3.000 bovini e 300 capre testimonia l’attualità di questa pratica oltre che la sua capacità di contribuire alle produzioni di nicchia riconosciute a livello nazionale e internazionale.
Indotto economico e tutela della tradizione
In parallelo all’aspetto culturale, la produzione e vendita di bitto e valtellina casera creano un indotto economico non marginale. Lo sviluppo di canali commerciali per i formaggi dop punta a preservare un equilibrio tra qualità e quantità, mantenendo saldo il legame con l’ambiente alpino. Il lavoro degli allevatori, casari e consorzi assume così una doppia funzione: da una parte tutela la biodiversità e i metodi antichi, dall’altra sostiene le comunità locali.
Negli anni a venire, situazioni come le Olimpiadi Milano Cortina rappresentano una occasione per esportare cultura enogastronomica alpina, facendo conoscere queste produzioni fuori dai confini lombardi e stimolando l’interesse per un modello di sviluppo legato alla montagna.