Al museo delle arti del XXI secolo il racconto del mediterraneo tra arte, storia e immagini satellitari

Al museo delle arti del XXI secolo il racconto del mediterraneo tra arte, storia e immagini satellitari

Il museo delle arti del XXI secolo presenta una mostra sul mare mediterraneo che unisce mappe storiche, reperti archeologici e immagini satellitari per raccontare storia, cultura e sfide ambientali contemporanee.
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La mostra al Museo delle Arti del XXI secolo celebra il Mediterraneo attraverso mappe storiche, reperti archeologici e immagini satellitari, unendo storia, cultura e sfide ambientali contemporanee. - Gaeta.it

Il museo delle arti del XXI secolo ospita una mostra dedicata al mare mediterraneo, che unisce mappe storiche, reperti archeologici e tecnologie moderne come le immagini satellitari. L’allestimento, frutto di una collaborazione tra fondazione maxxi, agenzia spaziale italiana e istituzioni europee, ripercorre la storia e le culture che si sono intrecciate lungo la costa e le acque di questo mare. La rassegna, curata da viviana panaccia, celebra la complessità del mediterraneo e le sue molteplici sfaccettature, dal mito alla scienza, dall’antichità ai problemi ambientali e sociali contemporanei.

Mappe storiche e reperti antichi tra miti e leggende

La mostra espone carte nautiche del XVII secolo, come quelle realizzate da francesco oliva e giovanni battista cavallini, che testimoniano la conoscenza geografica e la navigazione di un tempo. Tra i pezzi più suggestivi spicca il rostro di una nave romana appartenuta alla flotta che nel 241 a.C. sconfisse i cartaginesi durante la battaglia navale decisiva. Accanto a questa imbarcazione, si trova una scultura raffigurante la testa di Ulisse, l’eroe della letteratura classica, proveniente dal sepolcreto degli statili di roma e conservata oggi al museo nazionale romano.

Un crogiolo di lingue e culture

Un altro elemento che richiama le origini culturali è la riproduzione moderna delle tre lamine d’oro, rinvenute nel 1964 a pyrgi, antico porto etrusco sulla costa tirrenica, collocate nell’esposizione per rappresentare la molteplicità linguistica e culturale di un’area crocevia di popoli. La mostra affronta dunque le radici storiche del mediterraneo non solo attraverso i monumenti ma anche con un’installazione che simula il crogiolo di lingue, dialetti e tradizioni.

L’utilizzo delle immagini satellitari per raccontare la complessità odierna

Le immagini satellitari, nate dall’esperienza della agenzia spaziale italiana e dei partner europei telespazio, e-geos e agenzia spaziale europea, permettono di affiancare ai reperti antichi un punto di vista contemporaneo, capace di osservare il mare e le sue coste dall’alto. Questa tecnologia offre una chiave nuova per comprendere le trasformazioni ambientali e sociali in corso nel mediterraneo. Le fotografie dallo spazio consentono di visualizzare fenomeni come l’erosione delle coste, la distribuzione dei traffici marittimi e il movimento delle migrazioni via mare.

Dialogo tra archeologia e natura

La presenza di queste immagini nella mostra, definite inedite dalla curatrice viviana panaccia, crea un dialogo tra archeologia e natura, scienza e arte. La serie fotografica permette di cogliere il mediterraneo come un’entità viva, sottoposta a pressioni ambientali e umane che incidono sulla sua stabilità e sull’equilibrio delle comunità che vi abitano.

Il valore culturale del mediterraneo come spazio di riflessione e confronto

La mostra nasce nel 2019 in occasione di matera capitale europea della cultura e dopo aver viaggiato in diverse città internazionali si conclude ora a roma, nello spazio extra del museo delle arti del XXI secolo. Il progetto è promosso dal ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale insieme al ministero della cultura. Emanuela bruni, presidente della fondazione maxxi, definisce il mediterraneo «uno spazio di riflessione e confronto», un luogo in cui l’arte può contribuire a sviluppare prospettive diverse e dialoghi fra le genti.

Il racconto del mare, che ha attraversato epoche e civiltà, interessa anche le sfide odierne, in particolare quelle di tipo ambientale e sociale. La curatrice sottolinea che la rassegna si sofferma sulle emergenze del mediterraneo contemporaneo, tra cambiamenti climatici, gestione dei flussi migratori e tutela delle risorse naturali. Il progetto dunque si propone non solo come testimonianza storica ma come spazio di dibattito su temi ancora aperti, mettendo l’arte al servizio di una maggiore consapevolezza collettiva.

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