Agrigento entra nel 2025 come capitale italiana della cultura con un programma ricco di eventi, restauri e iniziative pensate per coinvolgere non solo i turisti ma anche i suoi abitanti. L’antico convento riconvertito, le mostre che arrivano da musei di rilievo internazionale e i concerti sotto i templi rappresentano un impulso per la città, che punta a lasciare un segno duraturo oltre il semplice anno culturale. Vediamo come Agrigento stia vivendo questa fase.
Il recupero del convento e il progetto di rigenerazione urbana
Un vecchio convento, utilizzato come carcere duro fino agli anni Novanta, ha finalmente iniziato il suo restauro. Questo edificio, al centro del programma di Agrigento Capitale Italiana della Cultura, non è solo un segno di recupero edilizio, ma segna l’avvio di una serie di interventi che interesseranno diversi spazi della città. Il restauro non è fine a se stesso, ma sarà un bene a disposizione della comunità, permettendo di rendere fruibili strutture storiche con nuovi laboratori culturali e spazi per eventi.
La visione che accompagna questa operazione è condivisa da realtà già operative da anni sul territorio, come la Farm Cultural Park. A questo si unisce un calendario vivo di iniziative artistiche, musicali e di esposizioni. Tra queste spicca la mostra dedicata a Banksy, curata da Thierry Angles, che si terrà dal 4 al 18 dicembre. La sua presenza è significativa nell’ambito del progetto perché rappresenta un ponte tra la cultura internazionale e quella locale, inserendosi in un percorso di rinascita urbana. La mostra sarà gratuita e parte del ricavato sarà destinato proprio al restauro del bene.
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Parallelamente, un’altra esposizione importante aprirà a luglio al museo diocesano, con opere provenienti dai musei Vaticani. Si potrà ammirare la pittura di artisti come Guercino e Francesco Hayez, una collezione di grande valore per la città. Questi interventi, uniti a quelli già visibili con l’esposizione “I Chiaramonte tra potere, magnificenza e devozione”, puntano a restituire ad Agrigento non solo i suoi spazi ma anche un patrimonio culturale che racconti la sua storia millenaria.
Agrigento capitale e il coinvolgimento della comunità tra eventi e turisti
Il titolo di capitale italiana della cultura rappresenta anche una pressione sulla città che deve rispondere con un’offerta culturale capace di coinvolgere tutti. Non solo eventi d’élite per esperti di arte o storici, ma occasioni che attirino la comunità locale e i visitatori alla ricerca di qualcosa di più rispetto alle rovine archeologiche. Il direttore generale di Agrigento 2025, Giuseppe Parello, ha evidenziato la crescita delle richieste di patrocinio ricevute, segnale della popolarità del marchio e dell’interesse suscitato.
Tra gli eventi già svolti, il ‘Liolà Fest‘ e ‘Piazza della Capitale‘ hanno attirato pubblici diversi, dimostrando come gli appuntamenti stiano uscendo dai tradizionali circuiti culturali per raggiungere una platea più ampia. Questo impegno si traduce anche in animazione urbana, cioè nella volontà che i turisti possano partecipare agli eventi del centro storico in modo continuativo, vivendo una città attiva oltre il semplice turismo di massa.
Il sindaco Franco Micciché ha sottolineato come il dossier di candidatura prevedesse la restituzione di spazi importanti alla città. Un esempio è il museo di città nell’ex collegio dei Filippini, che aprirà a breve e racconterà 2600 anni di storia agrigentina. Questi interventi mostrano come la nomina a capitale della cultura sia intesa come punto di partenza per una rinascita culturale e sociale.
Il ritorno alla valorizzazione storica con il contributo delle istituzioni
La trasformazione di Agrigento oggi parte da un processo avviato decenni fa con la tutela della Valle dei Templi negli anni Ottanta. La Sovrintendenza ha svolto un ruolo fondamentale in quelle fasi e ora, con la fondazione Agrigento 2025, si cerca di dare nuovo slancio. La presidente del Cda della fondazione, Maria Teresa Cucinotta, ha ricordato il lavoro per riorganizzare la macchina culturale in città, superando mancanze burocratiche e amministrative che ne rallentavano lo sviluppo.
Parte del programma coinvolge anche Lampedusa. Nel corso del 2025 vi saranno interventi come un’installazione al Belvedere prevista per agosto e una mostra al museo archeologico delle Isole Pelagie in ottobre. Queste iniziative testimoniano la volontà di allargare l’impatto culturale oltre Agrigento, abbracciando tutto il territorio regionale.
Il calendario offre anche eventi di rilievo come la prima edizione del premio Mandrarossa, che vedrà la partecipazione di personalità come Moni Ovadia e Aldo Cazzullo, e la chiusura recente della “Festa del viaggio”. Luglio sarà dedicato ad Andrea Camilleri, grazie alla collaborazione con il Fondo Camilleri e la Strada degli Scrittori, aggiungendo un ulteriore tassello culturale alla stagione estiva.
Eventi di rilievo e contributo del parco valle dei templi
Tra le esposizioni più ammirate resteranno in scena fino al 18 ottobre i 10 vasi greci della Collezione Panitteri, prestito importante dal museo di Monaco di Baviera, ospitati al museo Griffo. Questo piccolo ma significativo evento sottolinea l’importanza di collaborazioni internazionali per la valorizzazione culturale di Agrigento.
Il Parco della Valle dei Templi ha avuto un ruolo attivo nella preparazione di questo anno speciale. Il direttore Roberto Sciarratta ha spiegato che il parco ha messo a disposizione risorse per sostenere eventi di grande richiamo, come il concerto di Il Volo, che ha ottenuto ampia eco a livello internazionale. Sono state organizzate tre mostre oltre alla collezione Panitteri, facendo diventare il parco un luogo vivo e aperto a iniziative culturali.
Il 7 luglio si terrà un concerto di rilievo, con Riccardo Muti che dirigerà la sua orchestra proprio davanti al tempio della Concordia, uno scenario di grande suggestione. In quell’occasione sarà inaugurata anche la terza fase della mostra “I tesori d’Italia” a Villa Aurea, che si affiancherà alle altre esposizioni della città. Questi appuntamenti confermano l’obiettivo di offrire a residenti e visitatori esperienze diverse legate al patrimonio agrigentino.
Agrigento vive così un anno cruciale, tra recuperi architettonici, mostre di richiamo e manifestazioni musicali, ma con la consapevolezza che la vera sfida resti quella di conservare e alimentare questo fermento nel tempo.